Suburræterna, la new entry Aliosha Massine: "Per il mio Ercole mi sono ispirato al Parlamento italiano"

Head writer, registi e vecchio e nuovo cast presentano Suburræterna, l'ultima creazione dell'universo narrativo di Suburra, in anteprima alla Festa di Roma e dal 14 novembre su Netflix.

Suburræterna, la new entry Aliosha Massine: 'Per il mio Ercole mi sono ispirato al Parlamento italiano'

Suburra è una serie che sembrava aver chiuso con le sue tre stagioni nel 2020 e invece, sorpresa, da una sua costola è nato lo spin-off/sequel, intitolato SUBURRÆTERNA e disponibile dal 14 novembre su Netflix. Ne sono stati presentati i primi due episodi in anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2023 e quale luogo migliore della kermesse della città eterna per far parlare gli interpreti e la troupe che l'hanno resa possibile, tra vecchi e nuovi volti. A partire dall'head writer Fabrizio Bettelli: "È stato come ritrovare vecchi amici, lavorando su personaggi pre-esistenti che noi stessi avevamo cresciuto in un certo senso nonostante fossero già nel romanzo e nel film, li abbiamo sentiti particolarmente nostri".

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SUBURRÆTERNA: un'immagine della serie

Continua poi: "Abbiamo approfittato dei personaggi sopravvissuti a Suburra La Serie, che ora sono diversi e crediamo sia motivo di fascino, un modo per loro per iniziare nuove avventure. Allo stesso tempo abbiamo cadaveri e assenze riempiti da personaggi nuovi, sempre nella tripartizione dei mondi al centro della storia, che lottano per il potere ovvero il mondo alto, quello di mezzo e quello basso. I nuovi personaggi sono affamati di vita e di potere e abbiamo potuto entrare più in profondità con loro, sono più famelici. A loro volta la vecchia guardia torna cambiata, deve guardarsi le spalle costantemente da questi lupi giovani che vengono dal mondo veramente basso. L'arena si complica, le personalità in gioco si moltiplicano. La mitologia della serie è sempre molto forte, approfondiamo la fondazione delle famiglie di zingari di Roma. Inoltre è un crime e non un true crime, quindi possiamo riconoscervi elementi della realtà molto fondati ma non esattamente quelli della criminalità romana".

Dietro la macchina da presa di Suburra

Alessandro Tonda Foto Suburraeterna
SUBURRÆTERNA: Alessandro Tonda sul set

Due nuovi registi sono stati scelti ad accogliere l'eredità dai precedenti, tra cinema e streaming. Ciro D'Emilio racconta: "La grande sfida per noi era ereditare qualcosa che aveva già raccontato tanto dei tre poteri su Roma. C'è un valore di eternità dato da questo nuovo serial che permette di entrare all'interno delle camere e delle relazioni dei personaggi raccontate in maniera più marmorea in precedenza. I nuovi personaggi avevano proprio la necessità di raccontarsi e di pretendere il proprio posto nel mondo, in modo che lo spettatore potesse stare all'interno della narrazione". Gli fa eco Alessandro Tonda: "Dal punto di vista formale abbiamo cercato di rispettare il linguaggio precedente e provato a portarci del nostro, nell'utilizzo della macchina da presa, più pulita in Vaticano e nei corridoi della politica, un po' più sporco e con molta camera a mano nel mondo di sotto. Ci ha aiutato la scrittura. Io e Ciro abbiamo grande affinità artistica quindi è stato semplice lavorare insieme costruendo qualcosa di nuovo che rispettasse il vecchio".

I registi hanno dovuto per la prima volta lavorare su del materiale non proprio: "Il cinema è un gioco di squadra, mentre la serialità è un gioco di squadre, il primo ti mette all'interno di un meccanismo che ha un obiettivo comune che spesso scopri lungo il percorso, mentre la serialità lo chiede fin dall'inizio. Non è tanto un discorso di libertà ma di condizionamento iniziale comune, che devi accettare per partecipare".

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Perché tornare nel mondo di Suburra

Tocca alla showrunner Gina Gardini e alla content executive italiana Ilaria Castiglioni spiegare perché hanno deciso di tornare in un universo che tecnicamente avevano chiuso: "Innanzitutto c'erano dei personaggi vivi che è già un buon punto di partenza su cui investire in un crime" scherza Castiglioni "personaggi che il pubblico ha amato su cui c'era attenzione,divenuti patrimonio collettivo. Inoltre è stato il primo original italiano Netflix e quello che più si prestava ad un'espansione, un po' come hanno fatto La casa di carta e Narcos per i Paesi spagnoli. C'erano dei personaggi irrisolti con la fine della terza stagione e poi il tema del potere e dell'arena eterno è quasi inesauribile". Le fa eco Gardini: "Per quanto riguarda il potere, chi ce l'ha, chi ne ha bisogno e chi vuole prenderlo. Questo è rimasto il nostro punto di partenza del mondo di Suburra, non solo un tema universale ma anche particolarmente indirizzato a Roma perché in perenne conflitto tra strada, politica e Chiesa. Potere che le new entry tentano di sovvertire".

La vecchia guardia

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SUBURRÆTERNA: un'immagine della serie

Tocca al cast artistico prendere la parola e ai volti più amati del pubblico di Netflix. Inizia la "vecchia guardia" con Filippo Nigro: "Amedeo Cinaglia è un sopravvissuto, è stata una sorpresa per me continuare a raccontare questo personaggio, in sei anni di riprese della vecchia serie la famiglia sul set si è cementata, Lui è cambiato per le interazioni coi nuovi personaggi ma rimane sempre sé stesso, non è più un politico, ha una cooperativa, si occupa di decoro urbano, ma ha sempre quel fantomatico dossier di Samurai e trama nell'ombra. Finalmente ce l'ha fatta ma in realtà non ce la farà mai, del resto nessuno può farcela a Roma. Lo ritroviamo in una dimensione maggiormente familiare da proteggere e ha un segreto dalle stagioni precedenti, inconfessabile. Non è bello avere come padre Amedeo Cinaglia (ride), ha questo lato affascinante che me l'ha sempre fatto amare, un uomo pronto ad associarsi con le peggiori persone pur di raggiungere un obiettivo. Suburra diventa quasi non solo un luogo geografico ma proprio uno stato d'animo. Di realizzare uno stadio per la Roma se ne parla dall'82, c'è l'ambizione dell'Expo, delle Olimpiadi e così via. Eventi reali in cui le persone si possono riconoscere e per le quali si possono anche incazzare, che vivano a Roma o meno".

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SUBURRÆTERNA: una scena con Giacomo Ferrara

Giacomo Ferrara è l'altro lato della medaglia e il personaggio da cui è nata la serie tv Netflix: "Ci sono cresciuto in questo personaggio, avevo 23 anni quando ho iniziato e ora quasi 33, ed è cresciuto anche lui con me. È stata grande sfida passare dal film alla serie e poi a questo spin-off, è stato bello ritrovare un personaggio considerato un amico dai fan, e spogliarlo di quegli abiti, vezzi, look che l'aveva reso iconico, farlo maturare è stata una sfida molto difficile ma anche molto appagante. Lo ritroviamo fuggito da Roma a Berlino dove si è costruito forse la vita che sognava da sempre, con un compagno e il lavoro da deejay. Capita però questo evento e ciò che pensava di essersi lasciato alle spalle, i fantasmi che non aveva più ascoltato per tre anni, tornano prepotentemente. Una continua lotta tra quello che è diventato e il suo passato. La Suburra bussa chiama sempre. Prima lo faceva per rivoluzione e per imporre se stesso, ora è Alberto e non vuole più nascondersi. Ha avuto un suo riscatto a livello umano per chi vuole essere ma di fondo c'è una ricerca del potere che si riesce mai a prendere perché sfugge via, la Suburra esiste da 2000 anni e non cambierà mai, per questo credo sia un brand che continua a funzionare, chi ottiene il potere non trova una reale felicità".

Suburraeterna Federica Sabatini Carlotta Antonelli
SUBURRÆTERNA: Federica Sabatini e Carlotta Antonelli in una scena

Chiude il trittico in rappresentanza di tutti i personaggi femminili di SUBURRÆTERNA, Carlotta Antonelli alias Angelica: "È diventata un po' un tramite tra i nuovi due mondi, da una parte una responsabilità che ha messo da parte la sua impulsività, si è creata una famiglia non per desiderio di obiettivo femminile ma per crearsi un proprio nucleo dato che non aveva potuto con Spadino, però allo stesso tempo si crea anche una realizzazione come donna criminale. Forse è questo in cui tutti i giovani spettatori si rivedono: combattere per se stessi e per i propri obiettivi, anche se in questo caso le motivazioni sono di natura criminale".

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Le new entry

La palla passa ai nuovi arrivati. Aliosha Massine è Ercole Bonatesta: "Sono onorato di essere entrato a far parte di questa famiglia, seguivo la serie da spettatore, abbiamo fatto un grande lavoro sul corpo con Netflix e Cattleya, Ercole sin dalla prima lettura del copione aveva davanti arco straordinario e pieno di possibilità dove appunto ho toccato delle corde molto scure, non ho avuto il trauma dei genitori morti quando ero bambino ma in qualche modo la sua storia mi ha parlato. Lui nutre dei sentimenti importanti nei confronti degli Anacleti, è uno zingaro costretto a stare in politica per volere del nonno ma rimane pur sempre uno zingaro, ha capacità manipolatorie e oratorie, una tavolozza ampia su cui spaziare. Sono tante le maschere che indossa. Mi sono ispirato a vari video YouTube di politici che non nominerò ma ci sono in particolare due o tre persone in questo momento nel nostro parlamento che mi hanno dato degli spunti interessanti. Il fatto che si sposassero bene con il percorso di Ercole mi ha fatto preoccupare e riflettere sulla nostra situazione. Non credo che quello che fa sia grottesco o fuori da una realtà rispetto alla nostra politica da due-tre anni a questa parte anzi credo sia un ottimo specchio di quello che sta succedendo".

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SUBURRÆTERNA: un'immagine della serie

Tocca a Marlon Joubert, ovvero Damiano Luciani: "Noi siamo nuovi ma becchi, rappresentiamo il passato che ritorna, i fantasmi che sono cresciuti all'oscuro dei riflettori, come se il microcosmo di Suburræterna li riesumasse dal nulla. Damiano e gli altri sono fratelli rimasti orfani da bambini, dovevamo entrare in corsa ma con la consapevolezza di esserci sempre stati nella linea narrativa. Una sorta di inizio in medias res che però è stato stimolante. Ho avuto la fortuna di incontrare Giacomo e Carlotta con la quale ho fatto il provino ed è a quel punto che ho capito che volevo essere a tutti i costi in questo progetto. Abbiamo cercato di costruire dei personaggi non solo criminali ma consanguinei, un rapporto più viscerale, conflittuale e onesto possibile, abbiamo giocato coi nostri caratteri e temperamenti non sempre morbidi, piuttosto spigolosi. Sono stati otto mesi in cui abbiamo scoperto un lato di Roma che appartiene al dimenticatoio, che ti riporta a quei problemi del mondo che vedi sempre oltreoceano e pensi non ti riguardino da vicino".