Only Murders in the Building 3, la recensione: più morti nel palazzo ci sono, meglio è

La recensione di Only Murders in the Building 3: Meryl Streep e Paul Rudd sono le new entry principali di questa terza stagione, che mantiene il livello delle precedenti riuscendo forse a fare addirittura meglio.

Only Murders in the Building 3, la recensione: più morti nel palazzo ci sono, meglio è

La seconda stagione di Only Murders in the Building ci aveva sorpreso perché, dopo il crescente interesse e costruzione certosina degli episodi del ciclo inaugurale, ci sembrava impossibile bissarne il successo e soprattutto riuscire a non dormire sugli allori da parte degli autori e interpreti. Eravamo stati piacevolmente smentiti e, arrivati alla recensione di Only Murders in the Building 3, dall'8 agosto come oramai da tradizione in contemporanea con gli USA su Disney+ con appuntamento settimanale, possiamo dire che potrebbe succedere un'altra volta. New entry sfavillanti, un nuovo caso pieno di sorprese e la vita dei tre appassionati di podcast e true crime pronta a prendere una piega... decisamente divisiva.

Solo omicidi dentro il palazzo

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Only Murders in the Building: una scena della stagione 3

La domanda che sorgeva spontanea nel finale della seconda stagione, che oramai continuava la tradizione di rivelare il caso di omicidio che avrebbe fatto da fil rouge ai nuovi episodi, ovvero la morte della new entry Ben Glenroy (Paul Rudd) sul palco del suo debutto a Broadway, era: "Come risolveranno gli autori il fatto che non sia un assassinio avvenuto all'interno dell'Arconia, l'edificio dove abitano i protagonisti e dove si svolgono la maggior parte delle vicende della serie?" Qui inizia la dimostrazione del genio narrativo alla base dello show, ovvero John Hoffman (Grace and Frankie, Looking) e quello stesso Steve Martin che è anche co-protagonista nei panni di Charles accanto a Martin Short e Selena Gomez: l'escamotage con cui sono riusciti a trovare una risposta a questo (legittimo) quesito degli spettatori, è davvero encomiabile. Gli autori sono estremamente consapevoli e auto-ironici e lo conferma una battuta nel corso della stagione per bocca di Cinda Canning (la terribile ex regina dei podcast interpretata da Tina Fey) dirà alla Mabel Mora di Selena Gomez "cosa farete quando non ci saranno più omicidi nel palazzo?"

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La stagione della separazione

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Only Murders in the Building: una scena della stagione 3

Per vari motivi, per la prima volta vediamo i nostri beniamini divisi su più fronti e tra di loro. Oliver (Martin Short) è in piena crisi esistenziale perché il suo spettacolo a Broadway è anche la sede di un omicidio e ha perso il suo protagonista maschile. Ora vuole provare a salvare lo show (e il proprio conto in banca) a tutti i costi, facendolo diventare forse addirittura un musical. Charles (Steve Martin) è preso dalla sua nuova relazione con Joy (Andrea Martin), la sua truccatrice ai tempi di Brazzos, che forse sta andando troppo veloce nonostante l'età avanzata, e parallelamente è preoccupato per il suo ruolo nello spettacolo che gli avrebbe permesso di debuttare a Broadway. E poi c'è Mabel (una sempre splendida Selena Gomez, dallo sguardo particolarmente triste), la più estraniata e disillusa dei tre, che ritroviamo quasi senza casa all'Arconia: sua zia le ha intimato di andarsene dopo aver venduto l'appartamento, nonostante i lavori di ristrutturazione fatti, e la sua relazione con Alice è misteriosamente finita all'improvviso.

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Only Murders in the Building: una scena della stagione 3

Questo disagio e questa separazione sono testimoniati dalle indagini sfilacciate sul nuovo caso che il trio inizia ognuno per contro proprio, anche se l'unica davvero interessata (o dovremmo dire ossessionata) è la più giovane, come se non le fosse rimasto altro su sui concentrarsi nella vita. Le indagini avvengono con nuovi partner in crime, come le new entry Tobert (Jesse Williams di Grey's Anatomy), un documentarista che stava dietro a Ben, e ovviamente lei, la regina Meryl Streep (per la quale la serie è stata simpaticamente soprannominata Only Meryl in the Building, confermando l'autoironia degli autori) nei panni di Loretta, un'aspirante attrice che potrebbe aver trovato l'occasione della vita grazie ad Oliver un po' in là con gli anni. I voice over che accompagnano gli episodi non sono più quelli del podcast quindi, solo occasionalmente intervallati da qualche puntata speciale, bensì quelli dei vari sospettati, che mostrano così il proprio punto di vista sulla vicenda. A suo modo, la serie ha saputo rinnovarsi ancora una volta ma il sapore amaro di non vedere Charles, Oliver e Mabel coinvolti e affiatati a fare squadra si sente.

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Come ogni giallo che si rispetti

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Only Murders in The Building 3: i character poster del film

Paul Rudd e Meryl Streep sono i veri mattatori di questa stagione ed è incredibile vederli interagire con il cast principale, promettendo risate assicurate e molta comicità fisica di cui Martin aveva già dato estro alla fine del secondo ciclo. Glenroy si rivela ben presto una star di Hollywood egocentrica ed egoriferita, detestabile da praticamente qualunque membro del cast e della troupe e quindi facilmente trasformabile nella vittima di un omicidio. Mentre Loretta è una donna apparentemente sola e vittima degli eventi ma che dimostrerà uno spirito da tigre capace di graffiare. Come in ogni giallo che si rispetti e come nella tradizione di Only Murders in the Building, tutti sono potenziali sospettati, perfino il dinamico trio che per una volta però non è indiziato dalla polizia. Anzi le forze dell'ordine non hanno quasi importanza in questi nuovi dieci episodi, poiché il caso viene risolto abbastanza velocemente, anche se la verità è evidentemente un'altra.

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Only Murders in the Building: una scena della stagione 3

C'è ancora lo spirito da sitcom vecchio stampo, con le porte che sbattono e qualcuno che si presenta a sorpresa negli appartamenti di Charles, Oliver o Mabel, ma meno della precedente stagione, e ci sono sempre le guest star oramai fisse e immancabili come Jane Lynch nei panni della controfigura di Charles. Non si dimenticano di nessuno i creatori e infatti oltre alle tante new entry tra cui possiamo citare Ashley Park da Emily in Paris e ai tanti ritorni come il mitico attico del palazzo che da Sting a Amy Schumer è passato a Ben Glenroy, acquista importanza Michael Cyril Creighton nei panni del gattaro dell'Arconia, Howard, ora assistente di Oliver nello spettacolo, dato che non l'ha voluto come attore (cogliete l'ironia). Sono tanti insomma gli ingredienti messi sul piatto in questa terza stagione, pronta a sorprenderci e farci ridere allo stesso tempo ancora una volta, anche se forse con quale nota alta e bassa qui e là.

Conclusioni

Segue lo schema oramai collaudato ma allo stesso tempo prova ancora una volta a rinnovarsi: questo abbiamo detto nella recensione di Only Murders in the Building 3, che divide il trio protagonista alle prese coi propri problemi personali, sfilacciando la narrazione forse un po’ troppo e dandole un sapore un po’ troppo amaro. Le new entry sono tutte strepitose, a partire da Paul Rudd e Meryl Streep, oltre ad alcuni tormentoni che ritornano inesorabili.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
3.8/5

Perché ci piace

  • L’escamotage con cui viene risolta la morte di Glenroy a Broadway e non all’Arconia.
  • L’autoironia che John Hoffman e Steve Martin dimostrano nella scrittura.
  • Paul Rudd e Meryl Streep sono dei veri mattatori, ma anche le altre new entry riservano sorprese.
  • L’alchimia del trio protagonista…

Cosa non va

  • … che però risulta sfilacciata in questi nuovi episodi.
  • Quanto potranno andare avanti con questo schema narrativo? Speriamo tanto tempo.