Nino Manfredi: i migliori film dell'attore per i cento anni dalla nascita

Per il centenario dalla sua nascita riscopriamo la carriera di Nino Manfredi attraverso i suoi migliori film, da Totò, Peppino e... la malafemmina a In nome del Papa Re.

Nino Manfredi
Nino Manfredi

Esattamente cento anni fa, il 22 marzo del 1921, è nato uno degli attori italiani più amati e apprezzati di sempre. Saturnino Manfredi, in arte Nino, è stato uno dei volti più riconoscibili della grande stagione della commedia all'italiana che ha reso unico e indimenticabile il nostro cinema. Ricordato nell'Olimpo insieme a nomi tra cui Alberto Sordi, Marcello Mastroianni, Vittorio Gassman e Ugo Tognazzi, Nino Manfredi fu un attore dalle doti rarissime, capace di destreggiarsi con padronanza tra il registro comico e quello drammatico. Sono tanti gli appuntamenti previsti per ricordare questa importante ricorrenza. Tra questi una collezione di titoli presenti nel catalogo streaming di Infinity. Noi abbiamo provato a ripercorrere la carriera dell'attore focalizzandoci sui lavori a cui siamo maggiormente legati e per i quali ringrazieremo per sempre il talento di questo istrionico attore: ecco quelli che per noi sono i migliori film di Nino Manfredi.

Nino Manfredi con Totò
Nino Manfredi con Totò

Totò, Peppino e... la malafemmina (1956)

Toto Peppino E La Malafemmina
Totò, Peppino e la malafemmina: una scena con Nino Manfredi

Il film campione di incassi di quell'anno viene ricordato (giustamente) per l'indimenticabile alchimia comica tra Totò e Peppino. Nel lungometraggio diretto da Camillo Mastrocinque, i due attori toccano livelli di intesa veramente unici, riuscendo a improvvisare buona parte degli sketch comici che poi sono diventati dei veri e propri classici. La carriera cinematografica di Nino Manfredi era già avviata da qualche anno quando approdò su questo set. Certo, la sua presenza resta comunque un po' in secondo piano, sia da un punto di vista narrativo (l'attore ricoprirà un ruolo marginale) che di richiamo (le star, va da sé, erano gli altri due). Eppure l'esperienza di Totò, Peppino e... la malafemmina diventa un'ottima occasione per Manfredi di mettersi in mostra, conoscere più da vicino "l'ambiente giusto" della cinematografia italiana e affiancare due giganti dai quale provare a imparare il più possibile.

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Il gaucho (1964)

Il Gaucho
Il gaucho: una scena con Nino Manfredi

Seppur non sia sicuramente tra i film più riusciti tra quelli diretti da Dino Risi, Il gaucho è una pellicola importante nella carriera di Manfredi. Inoltre, al di là delle critiche ricevute, si tratta anche di un lungometraggio da riscoprire che è rimasto vittima un po' ingiustamente di uno spietato pregiudizio. Il titolo è presente nel catalogo di Infinity e potrebbe essere l'occasione giusta per recuperarlo. Ambientato in Argentina, il film si basa sulle interpretazioni di Vittorio Gassman e Nino Manfredi. L'attore ha quindi l'occasione di confrontarsi con un mostro sacro dell'epoca e, a detta di molti, riesce persino a tenergli testa. Al termine della visione infatti, è proprio il personaggio di Manfredi quello a risultare più credibile e umano. L'attore riuscì anche a vincere questa sorta di "sfida" aggiudicandosi, proprio per questo ruolo, la Grolla d'Oro per la miglior interpretazione maschile di quell'anno.

Io la conoscevo bene (1965)

Io La Conoscevo Bene
Io la conoscevo bene: una scena con Nino Manfredi

Uno dei film più belli e riusciti tra quelli diretti da Antonio Petrangeli: Io la conoscevo bene riesce a mettersi in mostra all'interno del ricco ed eccellente panorama italiano degli anni Sessanta, dove i grandi autori della nostra cinematografia come Fellini, Antonioni, Visconti sembravano essersi imposti completamente con le loro opere. Il film racconta il percorso di Adriana, una ragazza che è disposta a tutto pur di avviare una carriera nel cinema a Roma. Petrangeli coglie l'occasione per analizzare e soprattutto criticare da una parte le ossessioni dei singoli (che sono in grado di corrompere anche l'anima più pura), dall'altro la flessione dei costumi innescata dal boom economico e dalla decadenza morale della società arrivista dell'epoca. Il cast del film è di tutto rispetto. Il regista sa bene di avere a che fare con un ottimo materiale di partenza e per non deludere le aspettative si circonda solo dei migliori tra cui, appunto, Nino Manfredi. Al suo fianco ci sarà anche Ugo Tognazzi mentre il ruolo primario è sostenuto egregiamente da Stefania Sandrelli.

Io, io, io... e gli altri (1966)

Uno degli ultimi lavori diretti dall'instancabile Alessandro Blasetti, Io, io, io... e gli altri ricopre un ruolo importante nella carriera di Manfredi perché lo vede all'interno di un nutrito gruppo di attori tra i più consacrati di sempre. Questo è indice del fatto che anche il suo volto era ormai ampiamente conosciuto, amato e stimato da pubblico e colleghi. Chiamato ad arricchire ulteriormente un cast composto, tra gli altri, da Marcello Mastroianni, Gina Lollobrigida, Walter Chiari, Vittorio De Sica, Silvana Mangano e Franca Valeri, Manfredi presta il suo carisma a un ritratto incentrato sul tema dell'egoismo che si avvale di numerosi volti (gli stessi, o quasi, di quelli degli attori presenti). Presente nella collection di Infinity dedicata all'attore, Io, io, io...e gli altri è un film con una regia preziosa che riflette il talento del suo autore non solo nel saper gestire al meglio e avvalorare un simile cast, ma anche nel confezionare il racconto con il giusto tatto. Per questi motivi Blasetti si aggiudicò il David di Donatello alla regia in quell'anno.

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Vedo nudo (1969)

Vedo Ndo
Vedo nudo: una scena con Nino Manfredi

La consacrazione di Manfredi come mattatore arriva nel 1969 grazie a Vedo nudo. L'attore era ormai una celebrità anche grazie alla sua carriera da artista di varietà e televisivo, eppure in questo film a episodi riesce a tenere sulle spalle tutto il peso della produzione. Sei capitoli di svariata natura nei quali Manfredi ricopre altrettanti personaggi differenti. La commedia italiana sul finire degli anni Sessanta era ricca di pellicole con questa struttura. Ecco perché risultava difficile destreggiarsi con idee originali o significative. Vedo nudo non è sicuramente uno dei punti più alti della filmografia di Rosi e il film risente di qualche momento di stanca. Tuttavia risulta doveroso un recupero anche solo per apprezzare le doti a dir poco camaleontiche di Manfredi. In ogni episodio sembra aderire perfettamente al personaggio e non si risparmia in quello che diventa un vero e proprio tour de force. Disponibile su Infinity.

Nell'anno del Signore (1969)

Manfredi e Claudia Cardinale 'Nell'anno del Signore'
Manfredi e Claudia Cardinale 'Nell'anno del Signore'

Dramma storico ispirato a fatti realmente accaduti, Nell'anno del Signore è il primo tassello di una trilogia che il regista Luigi Magni dedicherà al rapporto decisamente complicato e contorto tra popolo e aristocrazia nella città di Roma. Forse si tratta di una delle migliori interpretazioni drammatiche di Nino Manfredi. Per questo ruolo, l'attore vinse un David di Donatello ma soprattutto riuscì a tenere testa ad alcuni colleghi d'eccezione come Alberto Sordi e Ugo Tognazzi. A proposito delle scelte del cast, all'inizio il regista voleva avvalersi solamente di attori sconosciuti ma la produzione, preoccupata, preferì inserire almeno un nome noto. La prima scelta cadde su Manfredi e poi, in seguito, si unirono anche altri divi sempre per ragioni produttive. Il film fu un grande successo nei cinema della capitale, tanto che per la prima volta, con lo scopo di soddisfare la numerosissima richiesta del pubblico, venne sperimentata la proiezione all'una di notte.

Nell Anno Del Signore
Nell'anno del Signore: Nino Manfredi in una scena

Per grazia ricevuta (1971)

Nino Manfredi in Per grazia ricevuta
Nino Manfredi in Per grazia ricevuta

Probabilmente Per grazia ricevuta è il maggiore successo di sempre di Nino Manfredi, sia per ragioni economiche che personali. Si tratta infatti della sua opera prima da regista. Su questo progetto l'attore diede tutto sé stesso ricoprendo il ruolo anche di attore protagonista e sceneggiatore. Il film venne presentato in concorso al Festival di Cannes dove vinse il premio per la miglior opera prima. Una volta uscito nelle sale italiane, divenne il maggiore incasso di quell'annata ed è ancora oggi presente nell'elenco dei cinquanta film italiani più visti di tutti i tempi. Critica e pubblico adorarono il lungometraggio e Manfredi si dimostrò all'altezza di una maturazione artistica davvero unica. Tra l'altro, la pellicola possiede anche una struttura narrativa piuttosto scivolosa e il fatto che si tratti di un racconto dalle forti tinte autobiografiche lo rende un progetto ancor più rischioso. Doveroso recuperare la visione. Il film è presente nel catalogo online di Infinity.

Per Grazia Ricevuta
Per grazia ricevuta: una scena con Nino Manfredi

Le avventure di Pinocchio (1972)

Le avventure di Pinocchio: Manfredi nei panni di Geppetto
Le avventure di Pinocchio: Manfredi nei panni di Geppetto

Probabilmente, il primo personaggio che torna alla mente di grandi e piccini quando si parla di Nino Manfredi è il Geppetto nel Pinocchio di Comenicini. Al di là del fatto che si tratta di uno sceneggiato unico nel suo genere, il valore aggiunto delle smorfie umanissime e sincere dell'attore nei panni di un povero falegname alle prese con un vero e proprio miracolo hanno superato la prova del tempo riuscendo a emozionare diverse generazioni. Le avventure di Pinocchio è un'operazione dal sapore malinconico con cui moltissimi bambini (e non solo) sono cresciuti. Nel cast sono presenti anche Gina Lollobrigida (che interpreta la Fata), Franco e Ciccio (rispettivamente il Gatto e la Volpe) e Vittorio De Sica (nei panni del giudice). La scena però è tutto per il Geppetto più umano e amorevole che lo schermo (in questo caso televisivo) abbia mai conosciuto.

Le Avventure Di Pinocchio
Le avventure di Pinocchio: una scena con Nino Manfredi

C'eravamo tanto amati (1974)

C'eravamo tanto amati: Manfredi, Gassman e Stefano Satta Flores
C'eravamo tanto amati: Manfredi, Gassman e Stefano Satta Flores

Considerato il capolavoro di Ettore Scola, C'eravamo tanto amati è un appassionante e appassionato omaggio alla Storia del Cinema italiano. Impossibile trattenere le lacrime di fronte a una pellicola che riesce in maniera fluida e intelligente a riassumere le decadi migliori della nostra cinematografia senza risultare scolastica ma proponendo una sorta di viaggio tenero e toccante all'interno delle emozioni umane più significative. Dedicato alla memoria di Vittorio De Sica (che tra l'altro nel film interpreta sé stesso ma scomparve prima dell'uscita in sala della pellicola), C'eravamo tanto amati è un carosello unico e irresistibile, da vedere e rivedere. Nino Manfredi è perfetto nel restituire tutte queste emozioni e nell'incarnare con il suo volto un'epoca del cinema italiano che sarà destinata a scomparire.

C Eravamo Tanto Amati
C'eravamo tanto amati: una scena con Nino Manfredi

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In nome del Papa Re (1977)

In Nome Del Papa Re
In nome del Papa re: una scena con Nino Manfredi

Secondo tassello della trilogia diretta da Luigi Magni iniziata nel 1969 con Nell'anno del Signore, In nome del Papa Re conferma il carattere più granitico e severo del profilo di Manfredi. La sua interpretazione non può lasciare indifferenti e infatti, anche in questo caso, l'attore si aggiudicò un David di Donatello. Il film purtroppo è un po' zoppicante per brillare come dovrebbe ma anche solo la recitazione di Manfredi (in grado di mettere in ombra tutto il resto del cast) merita sicuramente la nostra attenzione. Recuperabile all'interno della collection di Infinity, In nome del Papa Re avrà come ultimo seguito In nome del popolo sovrano, pellicola del 1990 nella quale Manfredi sarà affiancato da Alberto Sordi.