L’incredibile storia dell’Isola delle Rose, Elio Germano: “Sul set eravamo sempre tutti ubriachi”

Intervista video a Sydney Sibilia, Elio Germano e Matilda De Angelis, regista e protagonisti di L'incredibile storia dell'Isola delle Rose, il film disponibile su Netflix che racconta la vera storia di Giorgio Rosa.

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L'incredibile storia de L'Isola delle Rose: una scena del film

A tre anni di distanza dall'ultimo capitolo della trilogia Smetto Quando Voglio, Sydney Sibilia firma il suo quarto lungometraggio, disponibile su Netflix dal 9 dicembre. Prodotto sempre dalla sua Groelandia, la casa di produzione fondata insieme al collega Matteo Rovere, L'incredibile storia dell'Isola delle Rose prende spunto da un fatto reale: l'impresa ingegneristica realizzata da Giorgio Rosa, che, nel 1968, ha costruito una piattaforma nel Mare Adriatico, in acque internazionali, ribattezzata, appunto, Isola delle Rose.

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L'incredibile storia de L'Isola delle Rose: una scena

A interpretare Giorgio Rosa è Elio Germano, che ancora una volta si trova perfettamente a suo agio con un dialetto diverso, quello bolognese. Al suo fianco Matilda De Angelis, che invece a Bologna ci è nata, e nel film ha il ruolo di Gabriella, futura moglie del protagonista. Oltre a loro un cast ricchissimo, che comprende anche la strepitosa coppia formata da Luca Zingaretti e Fabrizio Bentivoglio, che danno volto rispettivamente al presidente della Repubblica Giovanni Leone e al ministro Franco Restivo, e l'attore Tom Wlaschiha (Jaqen H'ghar in Game of Thrones), che qui è il tedesco Neumann.

Abbiamo incontrato il regista Sydney Sibilia e i protagonisti di L'Incredibile storia dell'Isola Delle Rose Elio Germano e Matilda De Angelis in collegamento: l'affiatamento tra i tre sembra reale anche fuori dal set, con l'attore che ha scherzato sullo stato di lucidità della crew: "Eravamo tutti ubriachi dalla mattina alla sera! Hanno tentato di farmi fuori con neve, vento e acqua di mare: ma essendo di origine molisana non ci sono riusciti!"

La video intervista a Sydney Sibilia, Elio Germano e Matilda De Angelis

L'incredibile storia dell'Isola delle Rose, la recensione: oltre i confini, dentro i limiti

L'incredibile storia dell'Isola delle Rose e le cose fatte per amore

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L'incredibile storia de L'Isola delle Rose: una foto

Il finale di L'incredibile storia dell'Isola delle Rose ricorda vagamente quello di The Social Network di David Fincher, in cui Mark Zuckerberg sembra aver realizzato Facebook semplicemente per impressionare la ragazza che ama. La ragione ultima che ci spinge a realizzare imprese che sembrano impossibili è per essere amati da chi amiamo? Per Matida De Angelis: "In generale penso che si facciano delle cose importanti per amore, penso che sia un sentimento propulsivo. Sfortunatamente alle volte anche distruttivo. Questa sicuramente è una storia d'amore e il percorso molto intimo di un ragazzo che aveva un sogno e forse cercava solo un pretesto per chiedere scusa alla sua ex ragazza per aver spaccato un televisore durante una partita di calcio". Per Elio Germano: "Sono le cose non fatte per amore che sono un problema".

Costruire la macchina di L'incredibile storia dell'Isola delle Rose

Per il film il team di Sydney Sibilia ha ricostruito la macchina che Giorgio Rosa ha realmente progettato e costruito: un oggetto che diventa quasi un vero e proprio personaggio. Il regista di ha detto come è stata realizzata: "Ci abbiamo pensato molto: Giorgio Rosa ha buttato i progetti originali, faceva spesso così. Quindi non avevamo riferimenti, sapevamo soltanto che un pezzo era il divano della nonna, con cui aveva fatto i sedili. Non doveva essere una macchina elaborata: sennò sarebbe stato Fast & Furious. Doveva essere un veicolo costruito da zero, quindi la prima cosa a cui abbiamo pensato è che non ci dovevano essere curve: piegare il ferro è una cosa difficilissima. È tutta squadrata perché è più semplice farla dritta. Poi volevo che avesse un'apertura originale, tipo la DeLorean di Ritorno al Futuro. Il faro davanti è una lampada da casa attaccata alla batteria. La nostra macchina esiste ancora ed è marciante: non ha la targa quindi non ci si può andare in giro, ma cammina. Fa parte della parte analogica del film".

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L'incredibile storia de L'Isola delle Rose: una sequenza

Germano ha raccontato così l'esperienza di girarci per Bologna: "Guidarla è stato drammatico: molto divertente, se non fosse che la macchina doveva rispondere ai nostri comandi e invece faceva quello che voleva lei. I finestrini si aprivano all'improvviso, si appannavano spesso. Sembrava di essere in un safari al contrario: gli animali erano nella macchina".