Justified: New Old West

Sceriffo moderno e pistolero infallibile dal codice morale incorruttibile, il marshal federale Raylan Givens è il protagonista d Justified, imperdibile serie neo-western in onda dal 25 gennaio su AXN.

Era dai tempi di Firefly che dal piccolo schermo latitava il western seriale, e se Mal & co. erano i fuorilegge del futuro, Raylan Givens è l'uomo della legge dei giorni nostri. Stivali da cowboy e stetson (il cappellone da cowboy dissacrato da Bush), giacca e cravatta, Givens è un US marshal - uno sceriffo federale - dal grilletto facile e dalla mira micidiale (meno male, negli scontri a mani nude è piuttosto scarso), dal codice morale infrangibile (che "giustifica" impiombare il prossimo a sangue freddo) e dal senso dell'umorismo allegramente cinico (nelle rare occasioni in cui si degna di parlare), e un passato da cui è fuggito vent'anni prima. Sceriffo del Vecchio West teletrasportato ai giorni nostri, è del tipo "Se non lasci la città entro 24 ore e ti rivedo ti ammazzo". Letteralmente. Justified introduce il protagonista della serie di FX mentre minaccia amabilmente di morte, in un ristorante elegante nell'accecante e per niente "western" Miami, un criminale particolarmente odioso che ha incoscientemente ignorato l'ultimatum del marshal e finisce impallinato secondo promessa. I superiori di Givens, inorriditi dalla platealità dell'esecuzione più che dalla filosofia ottocentesca del sottoposto, lo spediscono nella contea sperduta e zoticona di Harlan... la casa di Raylan. L'uomo vive, pensa e si addobba come un cowboy del Far West ma è cresciuto, a pane TV e miniera, dalla parte opposta, in un paesello del Kentucky tutto "howdy howdy" e dal quale, appena maggiorenne, è fuggito a gambe levate.

Givens è un uomo di poche parole - ma quando si esprime lo fa con battute serafiche -, raggomitolato nelle sue angosce e nei ricordi spiacevoli del passato; cova senza pausa dentro di sé una rabbia immensa che ogni tanto guizza impercettibilmente nei suoi occhi e scaturisce dall'odio antico per il padre. La coercizione al rimpatrio coincide con la peggiore delle punizioni: il passato gli ripiomba addosso mentre i volti di vecchie conoscenze gli sfilano davanti mentre giunge a Lexington. A voler rintracciare un paragone, il destino di Raylan Givens somiglia a quello della spia bruciata Michael Westen di Burn Notice - Duro a morire, anch'egli rispedito a casa - guardacaso, Miami, la città dove lo aspetta il passato in forma di ricordo del solito padre infame da cui è fuggito arruolandosi - per punizione dai superiori: tutti e due esibiscono un curioso senso dell'umorismo e una scia di morti ammazzati con la benedizione della Legge dietro di sé, ma solo Givens è costantemente solo con i propri demoni. È il più classico dei pistoleri solitari.

La profondità di questo personaggio così ben delineato, interpretato dallo strepitoso Timothy Olyphant, è merito delle origini letterarie; creato da Elmore Leonard, scrittore di western e polizieschi spesso adattati per grande e piccolo schermo (Get Shorty, Out of Sight e Jackie Brown al cinema, e le meteore Maximum Bob e Karen Sisco in TV) che ha costruito la figura del marshal in un paio di romanzi e nel racconto Fire in the Hole, a cui è ispirato l'episodio pilota di Justified, che sbarca in Italia su AXN dal 25 gennaio dopo la canadese Flashpoint.

Come nel telefilm che lo precede nella programmazione, anche in Justified vengono indagate le ragioni e le storie dei cattivi: proprio questi due show rappresentano due eccezioni nel panorama seriale attuale perché la figura del villain viene approfondita e viene esplorato il percorso che ne indaga natura e comportamento. È il caso soprattutto di Boyd, (Walton Goggins, ottimo interprete di The Shield), amico d'infanzia e compagno di miniera di Givens, oggi rapinatore e adepto della supremazia bianca che si diletta a incenerire le chiese dei neri con il bazooka. Boyd è l'altra faccia della medaglia di Givens, figura opposta dello sceriffo: i destini di entrambi diventano irrimediabilmente legati e costantemente si incroceranno nel corso della stagione.

Boyd Crowder, elemento chiave della narrazione, è ignorante (lo scambio di battute con Raylan sugli ebrei è avvilente e esilarante insieme. Boyd: "Chi pensi che voglia imbastardire il mondo? Gli ebrei!" "Boyd, tu conosci degli ebrei?"), arrogante e invasato, è il figlio del boss criminale dei dintorni e il cugino e fratello dei grotteschi scansafatiche di mezza città. Meno uno, quello fatto fuori a colpi di fucile nel petto (in Kentucky è legittima difesa!) dall'esasperata Ava, moglie abusata per troppi anni. La seducente vedova - la contea pullula di orridi zoticoni ma le donne locali sono tutte bellissime - non esita a rifarsi su Givens, per il quale aveva una cotta da ragazzina, appena l'uomo le compare sulla soglia di casa, ma Timothy Olyphant conserva la modalità del rifiuto coatto dai tempi di Hitman e rimbalza l'ennesima bella che ambisce a concupirlo.

Inoltre, è ancora innamorato della ex moglie Wynona, la quale ha il volto di Natalie Zea (l'insopportabile Karen di Dirty Sexy Money); risposata e inizialmente acida con l'ex (sarà perché le piomba in casa di notte come un ladro?), ma sempre più sentimentalmente confusa con il passare del tempo, non lascia molti dubbi su come andrà a finire tra i due. Se le dinamiche dei rapporti tra Raylan e le donne sono piuttosto scontati, il rapporto tra questo e il padre è molto più complesso e imprevedibile: il doppiogiochista, bugiardo, bipolare e imbroglione Arlo è un vero bastardo e neanche troppo furbo quando si tratta di affari. Illuminazione, redenzione e assoluzione sono ambizione sia di Givens che di Boyd, qualcuno ci riesce o crede di riuscirci ma a ostruire il percorso c'è sempre l'ingombrante e criminale figura paterna. Givens resta solidamente schierato dalla parte della Legge - ma i destini di Boyd e Raylan non si sarebbero invertiti con qualche scelta diversa? - come il più incorruttibile sceriffo del Vecchio West.
Justified seduce perchè rappresenta qualcosa di inedito in TV: western contemporaneo - ma la contea di Harlan è una sorta di limbo tra passato e presente dove se non si girasse in macchina, la gente non imbracciasse lanciafiamme, e le foreste non pullulassero di laboratori di meth sembrerebbe di stare a Deadwood - pieno di umorismo, dove il confine tra Bene e Male è nascosto dalla polvere.

Curata da Elmore Leonard in persona, consulente e produttore esecutivo di Justified che, conquistato dall'incarnazione di Olyphant del suo personaggio già medita un nuovo romanzo, ideata e prodotta dal Graham Yost di Boomtown, Band of Brothers e The Pacific, Justified vanta un cast e uno staff di altissimo livello, una qualità di scrittura impressionante e aderente allo stile dell'autore - merito anche delle targhette che decorano i polsi dell'ottimo team di sceneggiatori con la sigla WWED, "Cosa farebbe Elmore?" -, dialoghi brillanti e ironici, un'interpretazione spettacolare non solo del protagonista ma anche dei comprimari, e la capacità di narrare la parabola di Givens (e Boyd) con originalità per tutta la stagione. Il rapporto tra Raylan Givens e Boyd Crowder e tra questi e i padri, le relazioni di Raylan con la nuova fiamma Ava e la ex moglie Wynona, le persecuzioni del cartello di Miami nei confronti del marshal, tutto si evolve, e di solito non per il meglio, nel corso della prima stagione, che, da buon western, abbonda di sparatorie, imboscate, duelli, assalti, migliaia di pallottole ed ettolitri di sangue, e non si esime dalla sparatoria finale con assedio. Givens, "l'uomo più rancoroso che conosca" secondo Wynona, è al centro di tutto: stoico fino all'eccesso, anche se sembra sbucare dal XIX secolo è un eroe moderno, sicuramente molto più sfaccettato di Bullock, lo sceriffo di Deadwood interpretato sempre da Olyphant, altrettanto introverso e disgustato dalle ingiustizie ma invariabilmente monolitico (Givens ogni tanto cambia espressione).
Raylan Givens è il ruolo della vita di Olyphant, forse troppo bellino per prestare il suo volto al rude minatore diventato sceriffo dal grilletto facile, ma perfetto nel trasmettere la calma apparente che cela la furia interiore di un uomo costantemente in controllo ma perfettamente consapevole di lasciar libero sfogo alla rabbia ogni volta le circostanze "giustificano" lo schiocco del grilletto. Sarà proprio il padre a fargli notare che per quanto infame, lui non ha mai ucciso nessuno. Perché, chioserà Boyd, a Givens piace sparare ai cattivi, ma è sempre il suo codice morale a prevalere (lo vediamo di continuo, ma il suo senso di giustizia emerge soprattutto quando il marshal rischia la vita per aiutare un evaso disperato che sta per essere fatto fuori dalla SWAT di turno): le ingiustizie del passato hanno forgiato indelebilmente l'avversione del marshal per le ingiustizie del presente. In nome della Giustizia amministra la Legge, Legge che giustifica una pallottola nel petto del fuorilegge e che per lo spettatore si traduce in un adrenalinico colpo al cuore.