Jack Ryan 4, la recensione: ricostruire la CIA, una missione alla volta

La recensione di Jack Ryan 4: il capitolo finale della spy story di Prime Video tratta dai romanzi di Tom Clancy con John Krasinski protagonista riparte dal cuore della CIA, l'agenzia investigativa al centro della storia.

Jack Ryan 4, la recensione: ricostruire la CIA, una missione alla volta

La CIA è un microcosmo che spesso rappresenta la nostra società.

Come spesso capita con le spy story di questo calibro, la storia che le conclude è anche quella che le ha aperte, per chiudere il cerchio e soprattutto per arrivare al cuore dello spionaggio che si sta raccontando. Non c'è quindi da sorprendersi se nella recensione di Jack Ryan 4, l'ultima stagione della serie dal 30 giugno su Prime Video con appuntamento settimanale fino al 14 luglio, parleremo proprio di una cospirazione che arriva ai piani alti dell'agenzia investigativa più famosa degli Stati Uniti e di cui fa parte il protagonista. Dopo i Paesi Arabi, il Venezuela e la Russia, tocca al Cartello Messicano diventare centrale nella nuova missione che coinvolge i personaggi e li riporta a casa.

Intrigo internazionale

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Jack Ryan 4: John Krasinski nell'ultima stagione della serie

L'ultima missione di Jack Ryan non poteva che essere quella più pericolosa, perché lo colpisce tanto dall'esterno quanto dall'interno. Ora che lui è stato promosso ad Acting Deputy Director della CIA e Elizabeth Wright (Betty Gabriel) ad Acting Director dell'agenzia, prima donna nera in questo ruolo, i due sono chiamati a svelare e ripulire la corruzione interna della precedente amministrazione, quella di Miller, di cui avevamo avuto un assaggio nel precedente capitolo. L'indagine porterà alla luce verità scomode e il coinvolgimento di persone insospettabili, tanto da voler portare i due a voler ricostruire la CIA dalle sue fondamenta.

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Jack Ryan 4: un'immagine dell'ultima stagione della serie

Nella missione si trovano coinvolti anche un pericoloso cartello della droga messicano in Yucatan e un'organizzazione terroristica in Myanmar, a confermare l'assetto internazionale dell'intrigo che Tom Clancy ha messo su carta nei propri romanzi e Carlton Cuse e Graham Roland hanno adattato per la tv. La tensione è sempre palpabile, la regia è attenta ai dettagli rivelatori dei colpi di scena sciorinati lungo il cammino, la fotografia riflette l'anima spionistica dello show. Come da tradizione, tutto partirà da un attentato a una figura politica di spicco nel primo episodio, che scatenerà un effetto farfalla che Ryan e soci dovranno risolvere e bloccare. Scoprire l'identità del mandante dell'assassinio e sventare la minaccia terroristica in atto.

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Ritorno alle origini

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Jack Ryan 4: Abbie Cornish nell'ultima stagione della serie

Tanti i ritorni in occasione di quest'ultimo capitolo televisivo. Non solo Wendell Pierce nei panni oramai immancabili di James Greer, di cui scopriremo il nucleo familiare e i problemi di fiducia con i figli, oppure Michael Kelly per la terza volta come Mike November, ma anche e soprattutto Abbie Cornish che torna dal ciclo inaugurale nel ruolo di Cathy Mueller, destinata nei libri a diventare la donna più importante della vita di Ryan. La loro chimica è sempre convincente, anche con gli altri personaggi, e il suo coinvolgimento non rimane meramente sentimentale ma diventa anche parte dell'intrigo internazionale raccontato, come nella prima stagione. Dispiace però che non si giustifichi più di tanto la sua assenza, quasi senza mai essere stata nominata: avremmo preferito un percorso che li coinvolgesse ogni anno per arrivare a questo epilogo della loro storia. Avrebbe reso i quattro capitoli più fluidi e meno sfilacciati, nonostante fossero romanzi (e quindi missioni) ogni volta diversi.

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Jack Ryan 4: Michael Peña in una scena dell'ultima stagione della serie

Bisogna però anche sottolineare che i produttori sono riusciti dove non era stato possibile al cinema: creare una saga con un inizio, uno sviluppo e una fine e gli stessi interpreti nel mezzo, senza cambi di cast continui e repentini. John Krasinski è diventato a tutti gli effetti Jack Ryan, sempre più agente sul campo ma che continua a scovare gli indizi grazie alle proprie doti analitiche e che è sempre pronto a mettere in discussione i propri superiori per il bene del Paese e del mondo. Nelle nuove puntate tornerà anche qualcun altro che non vi sveliamo per non rovinarvi la sorpresa. Ma non mancano nemmeno le new entry di spicco: tra queste citiamo Michael Peña nei panni di Domingo Chavez, un apparente nemico ma ben presto alleato di Ryan e soci, e Louis Ozawa Changchien nel ruolo di Chao Fah, la minaccia in Myanmar che si rivelerà legata a doppio filo col Cartello e con quanto sta accadendo alla CIA, anche lui con una famiglia e con la voglia forse di lasciarsi la vita criminale alle spalle.

Il cuore (marcio) degli Stati Uniti

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Jack Ryan 4: una scena dell'ultima stagione della serie Amazon

Due sono sicuramente le tematiche cardine della quarta ed ultima stagione di Tom Clancy's Jack Ryan: da un lato il patriottismo e la retorica americana su giusto e sbagliato, dato che viene colpita nel cuore proprio la stessa agenzia, la fedeltà dei membri della CIA e il loro rapporto più o meno legittimo con i boss del crimine tra Sudamerica ed Europa dell'Est. Jack dovrà capire se ha riposto la propria fiducia nelle giuste persone o se sia stato sempre tradito e raggirato fin dall'inizio, venendo messo al centro della scena internazionale con un puntatore diretto a lui, proprio come accadeva nel terzo ciclo quando era un presunto traditore in fuga. Dall'altro lato il tema che caratterizza questi ultimi sei episodi è sicuramente la famiglia e cosa si è disposti a fare per essa: quella di Chavez e Fah, ma anche quella di Greer e quella che Jack e Cathy potrebbero formare insieme. Si tratta insomma di un ultimo giro della morte spionistico per arrivare al cuore della verità nelle fondamenta della CIA e del governo statunitense, come The Night Agent e altre spy story recenti ci hanno mostrato funzioni ancora in tv. Sempre.

Conclusioni

Concludiamo la recensione di Jack Ryan 4, l’ultima stagione della serie Prime Video nata dai romanzi di Tom Clancy, contenti del fatto che sia stata scelta una storia di corruzione ai livelli più alti della CIA per l’ultima missione da adattare per la tv. Tornare al cuore del problema fa ben emergere il carattere patriottico e anticonvenzionale del personaggio di John Krasinski, oramai un tutt’uno con il suo ultimo alter ego seriale. Convincenti i ritorni (su tutti Abbie Cornish, peccato non sia tornata prima), le new entry (come Michael Peña) e l’epilogo finale di questa spy story che ha fatto la fortuna della piattaforma.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
3.8/5

Perché ci piace

  • La missione finale che colpisce il cuore della CIA.
  • Dialoghi e messa in scena sono sempre ad alta tensione.
  • Il ritorno di vari interpreti del passato, tra cui Abbie Cornish…

Cosa non va

  • … che però ci dispiace sia stata riutilizzata solamente in questo capitolo finale.
  • Le tematiche del patriottismo e della famiglia potrebbero risultare ridondanti.
  • Non si capisce perché dalla terza stagione non sia più una serie multilingue e quindi più realistica.