Il trono di spade: il commento alla première della quarta stagione

Il lancio del nuovo ciclo di episodi dello show targato HBO arriva accompagnato da un hype che ha davvero pochi precedenti; fortunatamente per D.B. Weiss e David Benioff, ma anche per milioni di fan, la première Le due spade è assolutamente all'altezza.

Accompagnata da un battage mediatico con pochi precedenti, da un sontuoso tour europeo e dalla frenesia di milioni di fan che ieri, sccoccata l'ora della trasmissione, hanno fatto cedere i server della HBO, è approdata sui piccoli schermi USA la première dell'attesissima quarta stagione del serial-fenomeno Il trono di spade. Dopo lo shock emotivo e il trionfo di popolarità ottenuto grazie al bagno di sangue delle Nozze Rosse nell'episodio Le piogge di Castamere, David Benioff e D.B. Weiss rischiano grosso per cercare di mantenere vivo l'interesse rivolto alle intricate vicende di Westeros; ma, a giudicare dall'episodio inaugurale, che restituisce tutta la ricchezza e l'imprevedibilità del mondo delle Cronache del ghiaccio e del fuoco, le premesse per vincere la scommessa ci sono.

Prima di entrare nel vivo del nostro commento vi segnaliamo qui, nel caso non li aveste già letti, i nostri approfondimenti sui personaggi della serie:
I personaggi de Il trono di spade: House Stark I personaggi de Il trono di spade: House Lannister I personaggi de Il trono di spade: House Targaryen I personaggi de Il trono di spade: House Baratheon I personaggi de Il trono di spade: la Guardia della Notte e il Popolo Libero I personaggi de Il trono di spade: i membri del Concilio ristretto

Il plot
Tywin Lannister fa un dono molto prezioso al figlio Jaime, appena tornato ad Approdo del Re, una delle due spade che ha ottenuto invitando un costoso fabbro di Volantis di fondere Ghiaccio, la gloriosa arma di Lord Eddard Stark. Intanto Tyrion è incaricato di accogliere una rappresentanza della regione di Dorne, che giunge nella Capitale per il matrimonio di Re Joffrey. A Castello Nero, Jon Snow deve difendersi dalle accuse di Alliser Thorne e Janos Slynt, che lo vorrebbero condannare a morte per aver mancato ai suoi voti oltre che per l'omicidio di Qhorin il Monco, mentre nelle Terre dei Fiumi, Arya Stark ritrova una vecchia conoscenza. Migliaia di chilometri più a est, Daenerys Targaryen si prepara a liberare la più temibile delle città della Baia degli Schiavisti, Meereen.

Ghiaccio... e fuoco
La scena che funge da prologo a questa première è un piccolo gioiello (con la complicità di un bel montaggio riassuntivo sugli avvenimenti delle prime tre stagioni delle show, che ci riporta infine ai piedi del Grande Tempio di Baelor, quando la magnifica, fedele spada di Eddard Stark venne usata per decapitare il suo padrone) che inscena il definitivo trionfo di Lord Tywin Lannister sui nemici di Grande Inverno, con la fusione dell'antichissimo acciaio valyriano di Ghiaccio, e il consumarsi nel fuoco delle loro spoglie. Con la morte di Robb, infatti, la casata degli Stark non ha più un capo, non resta che una ragazzina, sposata a un Lannister, che si dispera immaginando come sono stati ammazzati sua madre e suo fratello. Arya, Bran e Rickon non sono morti come tutti credono, ma in questo momento poco importa, quel che conta è che non c'è più uno Stark a Grande Inverno, e questo è un fatto che non capita dall'età degli Eroi; un fatto che cambia profondamente Westeros. Lord Tywin si gode la sua vittoria, ma ignora che la sua gloria è fondata nel caos e nel caos si spegnerà.

Tutto è cambiato
Tocca a Cersei Lannister dare voce, nel rifiutare il calore di un tempo al fratello/amante Jaime che è tornato, dopo un lungo calvario, a offrirle il suo amore, a questa sensazione che in qualche modo si impossessa di noi dalle primissime battute di Le due spade: la guerra è un ricordo, almeno apparentemente, e la Capitale si prepara a celebrare le nozze reali, ma nessuno, neppure chi porta il nome dei Lannister, è davvero padrone del suo destino. Nemmeno il grande Lord Tywin, che distrugge le spoglie del nemico sconfitto ma non riesce più a ottenere ciò che vuole dal figlio, quello che ha sempre considerato il suo unico erede. Jaime, che oppone il "gran rifiuto" alle richieste paterne, lo fa per amore di Cersei, prima di rendersi conto che ha perso anche quel conforto insieme alla sua mano destra; Cersei è una donna che non conosce più, che affida misteriose afflizioni e indicibili confidenze a un uomo dal passato oscuro come l'ex Maester Qyburn.
La Vipera Rossa
Tra questi Lannister vittoriosi ma senza certezze arriva un'insidia inattesa: c'è un'altra nobile casata di Westeros, infatti, che ha dei conti in sospeso con la famiglia di Castel Granito. E' il fratello di Elia - la sposa di Rhaegar Targaryen uccisa, insieme ai due figlioletti, da Gregor Clagane per ordine di Lord Tywin alla fine della Ribellione di Robert Baratheon - il sensuale e famigerato Oberyn Martell, che giunge nelle Capitale per rappresentare la regione di Dorne alle nozze di Re Joffrey al posto del meno pugnace Principe Doran. E a Tyrion tocca intervenire subito per arginare una furia di cui gli uomini di Castel Granito stanno già per fare le spese. Oberyn Martell è un personaggio dal cool factor talmente elevato che era davvero difficile trovare un interprete che non deludesse i lettori di Martin: il cileno Pedro Pascal lo incarna sprigionando magnetismo e veleno. Che i suoi appetiti offrano l'occasione per non far mancare a questa première di stagione il suo quoziente di nudità femminili, poi, sicuramente non guasta.
La vendetta di Ago
La promessa di un cambiamento, e l'ombra di una minaccia: ma c'è anche chi, a questo punto della storia, inizia davvero a capire quel è la propria strada. Su Arya Stark e al suo strano compagno di viaggio, Sandor Clegane, è concentrata la storyline più compatta, intensa e riuscita di Le due spade. Rory McCann continua a sfruttare al meglio il minutaggio che ha a disposizione per delineare uno dei personaggi minori più popolari e interessanti della saga; qui è evidente come il rapporto con Arya sia diventato addirittura affettuoso - a modo suo, le garantisce la propria protezione fino a che la piccola non sarà al sicuro dalla zia Lysa nella Valle di Arryn; ma l'apoteosi del Mastino arriva con la tenzone - verbale, ancora prima che fisica - con il malcapitato Polliver, e quel "Fuck the King" che fa sì, probabilmente, che Arya cancelli il suo nome dalla lista delle sue future vittime. Polliver, il ladro della sua spada Ago e l'assassino del suo amico Lommy, non è così fortunato. Maisie Williams, classe '97, non ha già più nulla da dimostrare, ma in Le due spade non solo brilla per l'alchimia vincente con McCann, ma centra una scena che rappresenta l'autentica e definitiva trasfigurazione di Arya. Una scena che dimostra, oltretutto, i frutti che Il trono di spade può cogliere allontanandosi significativamente dal canone martiniano: donare un suo equilibrio e una sua dignità alla versione televisiva della storia, e tenere sulle spine anche i più smaliziati lettori della Song of Ice and Fire.
Fiori per la Khaleesi
L'altro personaggio femminile de Il trono di spade che sembra avere delle certezze - almeno fino ad ora - si trova dall'altra parte del mondo, nel continente di Essos. In una scena di pura presentazione, ritroviamo Daenerys Targaryen in compagnia dei suo draghi ormai decisamente cresciutelli, oltre che insidiosi persino per la loro Madre. Nel resto del suo segmento, vediamo Dany affrontare qualche trascurabile atto di insubordinazione da parte dei suoi "generali" Verme Grigio e Daario Naharis - e lasciarsi corteggiare da quest'ultimo, che si fa perdonare con un dono floreale che forse ha più di un significato. Tuttavia, questa introduzione un po' frivola per la bella Khaleesi termina con un macabro risveglio, questo decisamente fedele all'impietoso George R.R. Martin di A Storm of Swords, la scoperta dell'orrore con cui i mercanti di esseri umani accolgono la Regina di Draghi alle porte di Meereen, la più potente delle città della Baia degli Schiavisti che Dany si prepara a conquistare con il suo esercito di Immacolati.

Processo a Jon Snow
Altro elemento che forse non entusiasmerà i lettori di Martin in questo episodio è la reazione di Jon Snow alla notizia della morte del fratello Robb (a ricordare Catelyn, che d'altro canto non amava per niente Jon, ci pensa fortunatamente Tyrion Lannister, un Peter Dinklage sempre irresistibile), un po' troppo compassata - ma anche riduttiva nei confronti del bastardo di Grande Inverno, che non è affatto inferiore a Robb in tutto: Robb era più forte, Jon più agile; Robb era impareggiabile con la lancia, ma Jon era il migliore spadaccino dei due (e qui la piantiamo con l'excursus enciclopedico/ nerd). A dispetto di questo, anche il segmento ambientato a Castello Nero è interessante, e vede il nostro giovane Corvo fronteggiare due avversari - uno, Ser Alliser, lo conoscevamo già, l'altro, Janos Slynt, è arrivato fresco fresco da Approdo del Re, da dove l'ha cacciato Tyrion in quanto corrotto traditore di Ned Stark e infanticida conclamato - e persino confessare di aver mancato al proprio voto di castità con una fanciulla bruta. In questo come in diversi altri casi, la teleplay si discosta dalla fonte in maniera sostanziale, anche se è per lo più un percorso alternativo per arrivare allo stesso obiettivo; nella stessa ottica si possono inquadrare i dialoghi tra Brienne e Margaery e tra Brienne e Jaime, che preparano un rilancio "cinematograficamente" soddisfacente per la storyline della vergine di Tarth.

Note a margine Forte Terrore. Nella sigla di questo episodio compare una nuova location, il castello ancestrale dei Bolton che però non visitiamo nell'azione (ci siamo già stati con il povero Theon Greyjoy, a dire la verità, ma non era pubblicizzato perché l'identità di Ramsay Snow, il bastardo di Bolton, era ancora segreta). Probabilmente l'inserimento di Forte Terrore è dovuto al fatto che Lord Roose Bolton, dopo il suo contributo alle nozze Rosse, è stato insignito del titolo temporaneo di Guardiano del Nord.
La rosa del crepuscolo. Tra i fiori che Daario dona a Daenerys, non vi sarà sfuggita la rosa blu, un fiore un po' anomalo per il clima rovente di Essos e della Baia degli schiavisti. La rose blu dell'inverno erano il fiore preferito di Lyanna Stark; sarà forse un dettaglio senza troppo costrutto, ma per i lettori di Martin, cultori di una backstory che nello show non può trovare il risalto che merita, è come sentirsi dire "non abbiamo dimenticato Lyanna".

What's Next?
Come per le altre stagioni dello show, probabilmente non dobbiamo aspettarci grande spazio per l'azione fino agli ultimi episodi (anche se la zuffa nella locanda è un gustosissimo aperitivo). Tuttavia, è evidente che ci aspettano sviluppi interessanti su diversi fronti: quali sono i piani della Vipera Rossa? Cosa attende Daenerys Targaryen a Meereen? Come potranno gli sparuti Guardiani della Notte prepararsi all'assalto di un esercito come quello descritto in Le due spade, 100.000 uomini, giganti, famelici Thenn cannibali e chi più ne ha più ne metta?

Movieplayer.it

4.0/5