Il bene e il male: il crimine in prima serata su Raiuno

Presentata a Roma la nuova serie poliziesca targata Rai Fiction che si pregia del grande ritorno sul piccolo schermo di Gianmarco Tognazzi dopo diversi anni di latitanza nella lunga serialità. Sei cupe doppie puntate in compagnia del crimine in onda dal 12 gennaio.

Una città, un commissariato di polizia e un orribile fatto di sangue costato la vita all'ispettore una fare da filo conduttore tra questi dodici difficili casi analizzati da diversi punti di vista: quello dei tutori della legge che in quanto tali devono evitare di giudicare e di prendere posizioni scomode, sia quello di persone comuni che loro malgrado rimangono coinvolte in situazioni difficili nelle quali ci vuole davvero molto coraggio per fare la cosa giusta. I toni del dramma si confondono con quelli del poliziesco dando vita ad un serial molto attuale che parla fondamentalmente di uomini e donne alle prese con piccole grandi scelte che spesso cambiano in maniera irreparabile il corso degli eventi. Tutto ruota attorno al concetto di etica, privata e professionale: tutti sappiamo cosa è bene e cosa è male ma nonostante questo non sempre riusciamo a capire da che parte stare, a volte è necessario far finta di non sapere dove finisce l'uno e inizia l'altro.
Protagonista assoluto de Il bene e il male, un oscuro detective-drama a sfondo sociale, Gianmarco Tognazzi nei panni del commissario Claudio Anastasi che durante tutte le 12 puntate cercherà di risolvere il difficile caso di omicidio che gli ha portato per sempre via un'affidabile collega nonché la sua migliore amica, il commissario Fabiana Cortesi (Gea Lionello). Al fianco di Tognazzi anche Bianca Guaccero, nei panni dell'agente Grazia Micheli che ha con il commissario una relazione che va ben al di là della professione, Antonia Liskova nei panni dell'affascinante e aggressivo pubblico ministero Mariella Forti _e Marco Falaguasta nel ruolo del cattivo _Pietro Marconi, ex-fidanzato di Grazia nonché indagato per l'assassinio del commissario.
Presentata nella sede Rai di Viale Mazzini alla presenza del cast e del direttore di Rai Fiction Fabrizio Del Noce, Il bene e il male è diretta da Giorgio Serafini (regista di Gente di Mare e Orgoglio) una coproduzione tra Rai Fiction e la Albatross Entertainment S.p.A. diAlessandro Jacchia e Maurizio Momi.

In qualità di direttore di Rai Fiction, ci racconta la genesi di questa nuova serie poliziesca di Raiuno?

Fabrizio Del Noce: Il bene e il male ha avuto una genesi del tutto insolita. Ero appena entrato a far parte della squadra di Rai Fiction quando mi hanno sottoposto questo progetto destinato alla prima serata di Raidue. Dopo averlo attentamente analizzato ho pensato che potesse essere il prodotto giusto su cui puntare per portare una ventata di rinnovamento nella serialità della rete ammiraglia. Ho chiesto subito delle modifiche alla sceneggiatura e qualche aggiustamento stilistico che la rendessero appetibile al classico pubblico di Raiuno e l'ho seguita personalmente passo passo fino alla fine. Sono molto fiducioso, credo che il pubblico amerà questi personaggi.

Il bene e il male tocca argomenti delicati come l'etica professionale, la morale e il rispetto delle regole. Un qualcosa di decisamente innovativo e drammaticamente attuale...

Alessandro Jacchia: Basti guardare le prime pagine dei giornali o fare attenzione ai recenti fatti di cronaca nera. Ci sono momenti della vita in cui tutti noi siamo costretti a fare delle scelte, a intraprendere una strada piuttosto che un'altra, ad avere reazioni o a compiere azioni che in pochi secondi possono cambiare la vita di qualcuno. Questa serie affronta proprio queste tematiche: cosa scatta nella mente di chi sta dalla parte della legge e di chi sta dall'altra?

Ma alla fine si stabiliscono i confini tra il bene e il male? Si prende una posizione in merito o no?

Alessandro Jacchia: Tra melodramma e poliziesco tradizionale si ripercorrono a ritroso 12 crimini ed i momenti cruciali che hanno portato al tragico epilogo. Non si parla mai di crimine organizzato, questa non è una fiction sulla malavita ma semplicemente di come ognuno di noi può improvvisamente trovarsi in mezzo ai guai senza sapere bene come agire o come aggirare l'ostacolo. Se tutti noi facessimo sempre la scelta più giusta questo sarebbe decisamente un mondo migliore.

Quali sono a vostro parere gli elementi potenzialmente vincenti di questa serie?

Alessandro Jacchia: Siamo consapevoli che un prodotto come questo deve prima di tutto intrattenere e la scelta della tv del servizio pubblico è stata una scelta coraggiosa oltre che mirata. Si trattava di un'innovazione, di un prodotto privo di qualsiasi tipo di leggerezza e di umorismo, c'era la consapevolezza che si sarebbero toccate corde delicate senza alcuna intenzione di giudicare. Certi problemi sociali esistono, è innegabile, e vanno affrontati senza troppi timori reverenziali.

Che uomo è il commissario Anastasi interpretato da Gianmarco Tognazzi?

Gianmarco Tognazzi: Non è di certo un commissario istituzionale di quelli tradizionali. E' un uomo che attraversa un momento molto difficile della sua vita, sia privata che professionale, ed è confuso perché ad un certo punto si ritrova persino a dubitare delle persone di cui più si fida. Tutto sommato è un uomo forte, dedito al lavoro e che per colpa di questo ha finito per trascurare la sua vita privata. E' uno che non si fa problemi se c'è da 'aggirare' qualche regola e fare qualche scelta rischiosa per arrivare alla verità e fare giustizia. Per questo a volte viene considerato un tipo ambiguo decisamente fuori dalle righe.

Un personaggio importante e anche coraggioso quello che ha scelto per il suo ritorno alla lunga serialità...

Gianmarco Tognazzi: Il commissario Anastasi ha capito che il mondo non funziona più come quando era giovane, non è tutto bianco o tutto nero, non c'è il bene o il male, ma ci sono tantissime sfumature di mezzo. Non entra nel merito, non giustifica, egli cerca solo di comprendere le ragioni altrui. Per fare questo a volte è costretto a prendere decisioni impopolari e ad usare metodi poco ortodossi. Devo ammettere che quella di realizzare e di portare su Raiuno Il bene e il male è stata una scelta coraggiosa da parte della tv di stato, sia perché in qualche modo si cerca di reinventare il poliziesco televisivo senza l'utilizzo di personaggi ammiccanti o caricaturali che invece vanno per la maggiore in altre fiction, sia perché i temi trattati sono assai impegnativi.

E' per questi motivi che ha accettato di prendere nuovamente in considerazione un progetto televisivo come questo?

Gianmarco Tognazzi: In tv non è come al cinema o in teatro, qui devi essere scelto non sei tu a dover scegliere i progetti su cui lavorare. Non sono affatto vere le voci che si sono diffuse negli anni scorsi secondo le quali io ero stufo di fare televisione. Tant'è vero che alla prima vera proposta concreta e importante mi sono giocato bene le mie carte ed ho ottenuto una parte che volevo con tutto me stesso.

Quindi la scelta di Gianmarco Tognazzi è stata una scelta mirata...

Alessandro Jacchia: Devo ammettere che il personaggio del commissario Anastasi è stato scritto appositamente per lui, l'idea di far interpretare a Gianmarco questo ruolo mi venne mentre sfogliavo una rivista e lo vidi sorridente mentre pubblicizzava un grande marchio. Devo dire che è stato facilissimo convincere anche tutti gli altri che era lui quello giusto, specialmente dopo averlo visto nello straordinario provino alle prese con una delle scene più commoventi di tutta la serie. Lo abbiamo scelto anche perché è molto amato dal pubblico e perché ha il volto giusto e il talento giusto per riuscire a veicolare un prodotto di genere e renderlo appetibile per il pubblico della tv generalista.

Come definirebbe Bianca Guaccero il personaggio di Grazia Micheli?

Bianca Guaccero: Il mio personaggio è una poliziotta in borghese tenuta a far rispettare le regole, le stesse regole che a lei pesano tantissimo. Non sopporta gli abusi e ama scegliere in autonomia senza condizionamenti. Di lei mi ha attirato il contrasto interiore tra il privato e il lavoro, mi ha affascinato l'aspetto umano, la sua capacità di affrontare il dolore, il suo non voler essere perfetta a tutti i costi. Anche gli eroi hanno i propri dubbi e le proprie insicurezze.

E' stato un ritorno quello di Antonia Liskova nel ruolo di pubblico ministero...

Antonia Liskova: Si, avevo già interpretato un magistrato ne L'uomo sbagliato solo che qui in più il mio personaggio ha un bagaglio emotivo assai diverso. Mariella Fioretti porta infatti sulle spalle il pesante fardello di una vita non vissuta, di un'infanzia difficile in orfanatrofio. E' una donna che non possiede un passato che si trascina dietro un grande mal di vivere e che spesso sul lavoro tenta di coprire tutto questo con un'aggressività e una durezza fuori dal comune, a volte totalmente sproporzionate. La sua è una continua competizione con tutti, è un personaggio molto complesso che sono stata molto felice di interpretare.

Quanto è stato difficile per un attore di scuola comica come Marco Falaguasta calarsi in un personaggio così cupo e negativo, quasi da noir?

Marco Falaguasta: In realtà il mio personaggio ha un doppio volto, non è un cattivo tanto per essere cattivo, quello che digrigna i denti per partito preso. Anche i cattivi hanno alle spalle le loro esperienze di vita, subiscono delle ingiustizie e dei soprusi ed è per questo che spesso diventano quel che diventano. Pietro Marconi è un uomo che pensa di essere in debito con la vita e di doversi fare giustizia da solo; la sua è una reazione opposta a quella dei poliziotti che lo braccano ma in sostanza il loro percorso è lo stesso. Tutto sommato lo troverete un personaggio giusto, che ha una sua coerenza.

C'è secondo voi una reale possibilità che il pubblico possa preferire le tematiche sociali de Il bene e il male a due programmi di pura evasione come X-Factor e Il Grande Fratello 9, concepiti per accaparrarsi proprio il pubblico del lunedì sera?

Alessandro Jacchia: La nostra è una speranza che si fonda sui dati dell'anno scorso, quando La vita rubata, il film tv con Beppe Fiorello stravinse il confronto proprio con i due temutissimi show con il 28% di share. D'altronde non facciamo questo lavoro per essere coccolati o protetti sotto una campana di vetro. Ci piacciono le sfide, soprattutto tentare di vincerle.