I leoni di Sicilia, Paolo Genovese sulla serie: "Tutto è nato da una storia a me inedita, ma importante oggi"

Paolo Genovese e il cast presentano alla Festa di Roma 2023 I Leoni di Sicilia, la nuova serie originale Disney+ dal 25 ottobre sulla piattaforma in due tornate, che adatta il romanzo di Stefania Auci.

I leoni di Sicilia, Paolo Genovese sulla serie: 'Tutto è nato da una storia a me inedita, ma importante oggi'

C'è molta storia d'Italia nelle serie presentate alla Festa del Cinema di Roma 2023. Dopo La storia di Francesca Archibugi durante la Seconda Guerra Mondiale, ne I Leoni di Sicilia a trovare spazio è il Belpaese che non era ancora tale del 1800 fino all'Unità d'Italia. Perché scegliere proprio questa storia lo spiega Paolo Genovese, regista degli otto episodi - i primi quattro saranno disponibili su Disney+ dal 25 ottobre, gli altri dal 1° novembre: "Tutto nasce da una storia che non conoscevo e mi ha colpito prima di tutto che qualcosa di così forte e importante non fosse finora stato raccontato. Una volta letto il romanzo di Stefania Auci, ho pensato che c'era del materiale prezioso, se dovessi sintetizzare l'interesse in lettura sarebbero i contrasti di un periodo e di una regione che vengono raccontati a così tanti livelli che si intrecciano tra di loro perfettamente. I moti rivoluzionari, i Borbone, l'arrivo di Garibaldi, l'annessione al futuro Regno d'Italia, una sorta di rivoluzione".

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I Leoni di Sicilia: una foto di Paolo Genovese sul set

Continua poi: "La borghesia sta crescendo e diventando una borghesia commerciale che si sta arricchendo, la nobiltà invece sta decadendo. Sono due classi opposte che però hanno bisogno l'una dell'altra, e su questo contrasto si inserisce la rivoluzione personale dei due protagonisti: Giulia cerca di affrancarsi da una società fortemente patriarcale, andando controcorrente. Vincenzo, travolto dalla passione, va contro gli interessi della propria famiglia, che lo vorrebbe sposato con una nobile dato che si stanno arricchendo, finalmente affrancato da quella povertà e quella condizione borghese da cui volevano fuggire a tutti i costi".

Vincenzo e Giulia

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I Leoni di Sicilia: Miriam Leone in una scena della serie

La parola passa alla coppia protagonista, dal cui amore si scatena la rivoluzione. Dice Miriam Leone della sua Giulia Portalupi: "Quando avevo letto il libro dopo un incontro casuale con Stefania molto precedente alla realizzazione della serie, lo avevo regalato a mia madre e a mia zia dicendo loro che parlava in qualche modo delle donne della nostra famiglia. Mi piaceva pensare che fosse proprio una nostra antenata in qualche modo. Una donna realmente esistita che ha combattuto per tante generazioni di donne anche la mia che oggi può essere libera, anche se non sempre e non ovunque. Io sono innamorata di Giulia e del suo decidere del proprio destino, non solo per amore di un uomo ma anche di se stessa. Si era resa semplicemente conto che non stava vivendo la sua vita ed è la condizione femminile in molti Paesi del mondo ancora oggi purtroppo. All'epoca in alcuni luoghi si veniva uccise quando c'era il disonore, lei invece trovava disonorevole vivere la vita che gli uomini aveva deciso per lei. Ho nutrito questo personaggio di continui 'perché' come quelli che la figlia chiede sul perché lei e il fratello abbiano opportunità diverse".

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I Leoni di Sicilia: Michele Riondino durante una scena della serie

Tocca a Michele Riondino alias Vincenzo Florio: "Quest'uomo incarna la fame di riscatto sociale e l'orgoglio di lavorare e sporcarsi le mani, non ci si deve più vergognare, lo sento vicino per gli ideali che incarna. Per il resto però mi ha colpito soprattutto quanto sia orientato verso il futuro, è visionario e precorre i tempi, ed è interessante considerando che è uno che gira che il mondo, diventa testimone della rivoluzione industriale in Inghilterra e vuole portarla in Sicilia, perché si sta vivendo un momento di frammentaria confusione, non esiste una Nazione unita ma tanti piccoli Stati. La sua visione per la Sicilia è nel segno del progresso e pensare quindi che se gli eventi fossero andati come voleva lui il produttivo Nord poteva essere la Sicilia rende tutto estremamente affascinante e contemporaneo come visione. Si affronta sempre la questione meridionale - e quindi della povertà, se ci pensiamo un attimo. Giulia e Vincenzo sono due anime rivoluzionare che inevitabilmente si sono innamorate l'una dell'altra, sostenute, messe in gioco e in difficoltà, anche perché lui è portatore sano del patriarcato che Giulia vuole combattere".

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Musiche moderne e location

La colonna sonora del film è moderna - i titoli di coda sono di un brano originale di Laura Pausini - ma Genovese affida la scelta apparentemente antitetica ai sentimenti: "Le note sono sette, sono sempre quelle, non esistono antiche o moderne ma cambia il modo di metterle insieme. La musica serve come amplificatore delle emozioni di una scena, alcune di queste non ne hanno bisogno, bastano i dialoghi, gli sguardi, i silenzi, altre invece hanno bisogno di essere accompagnate da delle note. Non credo ci sia una correlazione stretta tra il periodo storico in cui è ambientata una serie e quello in cui ne sono state realizzate le musiche. Abbiamo fatto un uso per così dire assoluto della musica, legato alle emozioni più che al contesto storico".

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I leoni di Sicilia: primo ciak per Michele Riondino e Miriam Leone

Approfondisce poi l'aspetto tecnico di messa in scena di tutta la troupe: "La ricerca storica per location, costumi, scenografie è stata la parte più difficile ed affascinante di questo progetto, abbiamo ricostruito un intero quartiere di Palermo alla Videa - come il porto - e penso sia uno dei valori aggiunti. Senti inevitabilmente la responsabilità dato che arriverai automaticamente e contemporaneamente in tutto il mondo sotto il marchio Disney con cui sei cresciuto, volendo essere all'altezza delle serie in costume internazionali".

Ignazio e Paolo

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I Leoni di Sicilia: Paolo Brigulia e Vinicio Marchioni in una scena della serie

La palla passa agli uomini della famiglia Florio. Paolo Briguglia è Ignazio che parte convinto dal fratello Paolo (Vinicio Marchioni) a tentare il tutto per tutto in Sicilia. Dice Briguglia: "Sono i capostipiti, due fratelli che partono per un accumularsi di traumi da una Calabria molto povera, i terremoti hanno fatto perdere loro i genitori e rischiano di perdere tutto ciò che gli resta per un altro terremoto. Ciò che colpisce di questa famiglia è che tutti i Florio con i loro pregi e le loro debolezze umane portano qualcosa di diverso sul tavolo ma senza ciascuno di loro la storia sarebbe andata in modo totalmente diverso. Ignazio si ritrova a dover diventare un leone da un agnello, a cambiare la propria natura. La rappresentazione dei Leoni nel meraviglioso lavoro fatto dalle scenografie è davvero encomiabile e affascinante, di come ad un certo punto anche visivamente la storia prenda proprio il via".

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I Leoni di Sicilia: Vinicio Marchioni in una scena della serie

Aggiunge Vinicio Marchioni: "Paolo Florio è quello a cui viene in mente di inseguire un sogno verso quella che all'epoca era una città multietnica e di scambi commerciali come Palermo. Se oggi siamo ancora una nazione fondata su un certo tipo di patriarcato, ci riflettevo con Paolo Genovese, forse il mio personaggio è una sorta di inizio, di summa di tutti i padri padroni, molto testardi e cocciuti e poco preoccupati dei sentimenti, ma piuttosto di costruire qualcosa anche attraverso l'uso delle mani nei confronti della propria donna. Non volevamo fare nessun passo indietro nel descrivere quest'uomo di cui ho sentito la responsabilità visto ciò che rappresentava e rappresenta ancora oggi. Anche l'accento ci sembrava giusto fosse ancora calabrese, perché arrivato a Palermo si sente ancora uno straniero nonostante la fame di affermazione economica ed identitaria e trasmette tutto questo a Vincenzo, tanto che suo nipote non riceverà il suo nome ma quello di Ignazio, una sorta di damnatio memoriae nella dinastia".

Giuseppina e Giovanna

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I Leoni di Sicilia: una foto di Ester Pantano

Tocca alle donne di casa Florio. Ester Pantano è Giuseppina da giovane (da adulta sarà interpretata da Donatella Finocchiaro): "Una donna costretta che si ritrova intrappolata tra due poli opposti. Ha il desiderio di rimanere in Calabria che rappresenta le sue origini, le sue radici e tutti i suoi ricordi, l'unica carezza che ha rispetto al dover sposare Paolo perché qualcuno aveva già deciso per lei invece di avere al suo fianco Ignazio. Si oppone inizialmente proprio perché la vede come l'ennesima decisione presa per lei da qualcun altro. Giuseppina ha un cuore grande, una grande sofferenza interiore, non è un'arpia come spesso viene raccontata ma anzi spesso ci si dimentica di lei come avviene visivamente nella casa dei Florio. Sarà una figura fondamentale per il figlio come bilancia rispetto al pensiero paterno (Vinicio). Riuscire a far nascere l'amore e la fedeltà che scopre nel rispetto reciproco che ha per il fratello (Paolo) una volta che il marito è venuto a mancare. Un purgatorio perenne. L'ultima testimone di Bagnara Calabra che riesce a vedere il fasto dei Florio che verranno dopo di lei".

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I Leoni di Sicilia: Miriam Leone e Michele Riondino in una scena della serie

Le si avvicina una donna molto diversa, la Giovanna D'Ondes di Adele Cammarata che la presenta così: "A differenza di Giuseppina, il mio personaggio femminile entra a far parte della famiglia in un momento di grande trasformazione per i Florio. È colei che conferirà loro il tanto ambito titolo nobiliare, per cui si ritrova all'interno di un matrimonio fortemente voluto e per questo frutto di rispetto reciproco. Un personaggio molto contemporaneo a suo modo per un'insicurezza tutta al femminile del proprio corpo e della propria bellezza visti dagli altri".

Ignazio, figlio di Vincenzo

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I Leoni di Sicilia: una foto di Eduardo Scarpetta

La parola passa infine ad Eduardo Scarpetta che è Ignazio Florio, figlio di Vincenzo: "È colui che prima di nascere ha un destino già segnato essendo l'unico figlio maschio, dovrà portare avanti questa dinastia che è anche un'impresa, è colui che si sacrifica affinché le sorelle si possano sposare per amore, è colui che soffre di questo sacrificio quando deve abbandonare l'amore della vedova francese Camille. Credo che lui incanali questa rabbia nei confronti del padre, nella produttività del lavoro riuscendo a portare la famiglia ancora più in alto rispetto al genitore, grazie al proprio spessore umano maggiore. Sente le esigenze delle persone che lavorano con lui e per lui e questo lo avvicina di più a loro. Ciò che emerge dal secondo romanzo è la situazione di abbandono in cui viveva la Sicilia, quando si forma il trittico Genova-Milano-Torino".

A questo punto la domanda sorge inevitabile: è previsto un secondo ciclo di episodi dato che c'è un secondo romanzo? Chiude Paolo Genovese: "Le seconde stagioni non dipendono mai da noi ma dal pubblico, se c'è voglia di continuare a conoscere i personaggi, quindi guardate la serie (ride)".