Howard Ashman: l’anima del Rinascimento Disney

Howard Ashman, su Disney+ il documentario sull'uomo 'che diede voce alla Sirenetta' figura chiave del Rinascimento Disney di cui ripercorriamo il lascito artistico.

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Howard - La vita, le parole: Howard Ashman e Paige O'Hara in una scena

"Al nostro amico Howard, che diede la voce a una sirena e l'anima a una Bestia, saremo grati per sempre. Howard Ashman 1950-1991" Questa dedica è presente alla fine dei titoli di coda de La bella e la bestia, secondo di tre film d'animazione della Disney a cui lavorò Howard Ashman, stroncato dall'AIDS prima dell'uscita e costretto a lavorare dal letto d'ospedale, ormai cieco, durante le ultime fasi del suo coinvolgimento. Una fine prematura per un percorso artistico che, nel solo contesto della Casa del Topo e più precisamente del Rinascimento Disney, ci ha lasciato tre grandi film e diciannove canzoni (per Aladdin il lavoro fu completato da Tim Rice), di cui due premiate con l'Oscar (Ashman divenne la prima vittima dell'AIDS a vincere un Academy Award postumo). Ora, in occasione del debutto su Disney+ del documentario a lui dedicato, Howard - La vita, le parole, abbiamo voluto ricordare il suo sodalizio con la Disney, spiegando perché, almeno nei primi anni, lui era davvero l'anima del Rinascimento dell'animazione.

Tutto cominciò con un gatto

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Oliver & Company: un'immagine del film

Pur essendo strettamente associato al Rinascimento Disney, dal 1989 al 1999, il lavoro di Howard Ashman presso il reparto d'animazione della Casa del Topo iniziò già con Oliver & Company, per il quale firmò la canzone d'apertura. Quel lungometraggio è una sorta d'antesignano del lavoro che Ashman avrebbe fatto in seguito con il sodale Alan Menken per rivoluzionare la formula disneyana e dare inizio, appunto, al Rinascimento, il cui primo gemito è tradizionalmente legato all'uscita de La sirenetta. Al netto di una lunga interruzione negli anni Settanta e Ottanta, la Disney ha sempre avuto la tradizione delle canzoni e dei numeri musicali nei suoi film animati, ma Ashman e Menken, veterani di Broadway, ebbero l'idea di trasporre sullo schermo la formula del musical teatrale: ogni brano è parte integrante della trama, inscindibile dal contenuto del film, e rappresenta le diverse fasi dell'evoluzione psicologica dei personaggi. Elementi che già si trovavano in diversi Classici Disney, ma che qui diventano ufficialmente parte della grammatica narrativa dei film. Un esempio emblematico, evocato anche in Howard - La vita, le parole, è quello di Part of Your World nell'adattamento della fiaba di Andersen: dopo una prima proiezione durante la quale i bambini presenti davano segni visibili di noia, l'allora responsabile del reparto d'animazione Jeffrey Katzenberg volle far togliere quel brano, e Ashman gli disse che nel contesto generale del film intero non avrebbe avuto senso. A qualche decennio di distanza, nel making of allegato al Blu-ray, il ricordo di Katzenberg è eloquente nella sua schiettezza: "Avevo torto."

Non solo canzoni

Una scena del film d'animazione La sirenetta
Una scena del film d'animazione La sirenetta

Ashman non fu soltanto paroliere, ma anche produttore, direttore degli attori per i numeri musicali (il più delle volte anche professionisti dei musical come Jodi Benson, la voce di Ariel, imitavano la performance dell'autore) e, per La sirenetta, co-sceneggiatore ufficialmente riconosciuto: poiché per i film d'animazione non serve l'approvazione dei credits da parte del sindacato degli sceneggiatori, è possibile includere tutti i nomi nei titoli di coda, tra cui quello di Ashman nella categoria "dialoghi aggiuntivi". Nello specifico, dobbiamo a lui alcuni brevi ma intensi momenti legati all'evoluzione dei personaggi, tra cui il dialogo fra Tritone e Sebastian che porta il primo a decidere di rendere umana la figlia. Per questo ci sentiamo di dire che lui era la vera anima del Rinascimento Disney nelle sue prime fasi: partecipò attivamente a ogni tappa della produzione, e il suo tocco era talmente riconosciuto come marchio di qualità che, mentre stava lavorando ad Aladdin, fu reclutato in extremis per risollevare le sorti de La bella e la bestia, avviato come progetto non musicale e segnato da varie difficoltà prima che arrivassero lui e Menken.

La Bella e la Bestia: un classico senza tempo compie 25 anni

Un genio immortale

Una divertente scena del film d'animazione Aladdin ( 1992 )
Una divertente scena del film d'animazione Aladdin ( 1992 )

Ashman è morto da quasi trent'anni, ma la sua eredità rimane, in parte nel lavoro di autori con sensibilità simili come Tim Rice, in parte nella realizzazione dei remake live-action (che reintegrano a volte parti di testo che furono ritenute inadatte ai tempi della versione animata), ma soprattutto nella costante popolarità dei tre film a cui ha lavorato nella loro forma originale, tra riedizioni in sala, home video e streaming. E mentre è lecito dubitare che ci fosse un chiaro intento autobiografico dietro alcune sue composizioni, come si ipotizza nel documentario Howard - La vita, le parole, attualmente disponibile su Disney+, se c'è un personaggio nel quale forse lui si sarebbe riconosciuto è il Genio, entità dotata di "fenomenali poteri cosmici e minuscolo spazio vitale", una forza incontenibile come quella di Ashman, che continuò a lavorare ai progetti che lui amava fino alla fine (ed era particolarmente legato alla storia di Aladdin avendo recitato in una versione teatrale da bambino). E da quel punto di vista, col senno di poi, c'è forse una sua creatura musicale nel canone disneyano che riassume alla perfezione quanto ne sentiamo la mancanza, anche nella traduzione italiana: "Non c'è altro. Amico. Coooome... MEEEEEEEE!!!!!"