Gremlins: Secrets of the Mogwai in anteprima, Joe Dante: “Il successo del franchise è merito di Spielberg”

Abbiamo visto in anteprima ad Annecy 2022 il primo episodio di Gremlins: Secrets of the Mogwai, seguito da un Q&A con gli showrunner e Joe Dante.

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Gremlins: una scena del film

Per i fan degli anni Ottanta si annuncia promettente una delle prossime uscite di HBO Max: la serie televisiva Gremlins: Secrets of the Mogwai, prequel animato dei due film diretti da Joe Dante (che è coinvolto nello show come consulente creativo). Il primo episodio (su dieci per la prima stagione, con la seconda già in lavorazione) è stato proiettato in anteprima mondiale al Festival di Annecy 2022, all'interno di un evento speciale che includeva una conversazione con Dante e i due showrunner, Tze Chun e Brendan Hay. Questi ultimi hanno anticipato due aspetti molto interessanti della serie: conterrà elementi della mitologia cinese, con mostri vari che appariranno al fianco dei Mogwai, ed è stata aggiunta una quarta regola alle tre storiche su come trattare Gizmo e i suoi simili. "Ma non ve la diciamo adesso, dovete vedere il resto della stagione", ha affermato Chun.

Ritorno alle origini

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Gremlins: una scena del film

Il primo episodio di Gremlins: Secrets of the Mogwai è ambientato a Shanghai nel 1920, e racconta il primo incontro fra Gizmo, l'adorabile Mogwai dei due film, e Sam Wing, che qui è un ragazzino e in futuro è destinato a diventare il negoziante a cui il padre di Billy sottrae Gizmo all'inizio del capostipite del franchise. Non mancano i rimandi a elementi clou della saga e della sua mitologia, in primis la questione delle regole, già evocate in parte in questa sede. E ovviamente c'è il mitico tema musicale di Jerry Goldsmith, che funge da sigla per la serie. E anche a livello estetico c'è una certa parentela con i lungometraggi, al netto della transizione dal live-action all'animazione: "Abbiamo cercato di rispettare i movimenti di macchina dei film", spiega Brendan Hay.

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Gremlins: una scena del film

Quanto all'arco narrativo dello show, solo i primi due episodi si svolgono a Shanghai; da lì in poi comincia un'avventura attraverso la Cina, con una nuova tappa in ogni capitolo e nuove minacce da affrontare. Minacce che, come chiarisce Tze Chun, provengono dalla mitologia cinese: "Sono storie che io sentivo da bambino, e poterle portare sullo schermo è molto divertente." Più in generale, la serie cerca di rispettare le tradizioni che rappresenta. "Vogliamo assicurarci che tutto corrisponda al vero, sul piano estetico", dice Chun. "Nel primo episodio c'è una lista della spesa, e ci sono state discussioni sulla disposizione dei caratteri sul foglio." Aggiunge Hay: "Negli episodi successivi, anche quando non identifichiamo la città o il villaggio, abbiamo fatto in modo che la regione in cui si svolge la storia fosse mostrata correttamente. Abbiamo tracciato il percorso di Sam e Gizmo consultando una vera e propria mappa."

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Il coinvolgimento dei creatori originali

Ready Player One: Steven Spielberg durante la promozione del film
Ready Player One: Steven Spielberg durante la promozione del film

Introducendo la proiezione, Sam Register - presidente della Warner Bros. Animation e dei Cartoon Network Studios - ha spiegato la genesi del progetto: "Cinque anni fa, mentre io e Steven Spielberg stavamo proponendo il reboot di Animaniacs a Hulu, gli dissi che avevo un'idea per riportare sullo schermo i Gremlins. Lui mi concesse tre minuti, e alla fine mi diede il permesso per avviare la serie." E cosa pensa Spielberg dello show? "Se non gli piacesse, non ci sarebbe il suo nome nei credits", afferma Joe Dante durante il Q&A dopo la proiezione. Chun aggiunge un dettaglio divertente in merito: "Quando abbiamo spiegato la nostra visione della serie a Steven, lui aveva una sola domanda per noi: Joe è contento?". A differenza di Spielberg, Dante ha saputo dello show quando era già in lavorazione, e ha contattato la produzione per chiedere se avessero bisogno di aiuto. "Sono un consulente creativo, principalmente gli spiego cosa Gizmo farebbe o meno in determinate situazioni", spiega il cineasta. "Do anche il mio parere quando gli episodi sono più o meno completi, ho già visto gran parte della stagione ma si è fatto principalmente via Zoom, perché quella parte della lavorazione è iniziata durante la pandemia. È forse la cosa più impressionante dello show, sembra comunque il lavoro di un gruppo di persone nella stessa stanza."

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Una foto che ritrae Joe Dante al lavoro sul set
Una foto che ritrae Joe Dante al lavoro sul set

Dante ha anche svelato quello che per lui è il motivo del successo del franchise: "La prima versione della sceneggiatura di Gremlins era molto diversa, più cupa. Gizmo si trasformava in Stripe, il cattivo, a metà film. Steven mi disse che secondo lui Gizmo doveva rimanere fino alla fine del film, come figura eroica. E aveva ragione, perché non credo che l'altra versione avrebbe avuto lo stesso riscontro di pubblico." Cosa pensa del lavoro fatto con i personaggi in versione animata? "Beh, i miei due film erano limitati da quello che si poteva fare con i pupazzi all'epoca. Li userei ancora oggi, perché mi piacciono gli effetti speciali artigianali, ma adesso con la CGI sarebbe possibile avere i marionettisti di fianco ai pupazzi e poi rimuoverli in post-produzione." Possibilità di vedere un terzo film? "Il secondo lungometraggio era fatto appositamente per essere a prova di sequel", ricorda Dante ridendo. E che ricordo hanno gli showrunner della prima visione del film del 1984? Risponde Hay: "Lo vidi in sala con i miei cugini più grandi, io avevo sei anni. Avevo letto l'adattamento in prosa per bambini, quindi pensavo di sapere dove andava a parare il film. Ho scoperto al cinema che il libro ometteva diversi dettagli. Fu un trauma, e adesso che ho figli della stessa età ho pensato che fosse giusto offrire a loro la stessa dose di divertimento e paura."