Glee - Stagione 2, episodio 13: Comeback

Tributo ironico allo status di divo di Justin Bieber, questo episodio di Glee non offre grandi sviluppi narrativi ma diverte anche e soprattutto grazie alle riuscite rendizioni delle hit della giovane popstar.

Chi scrive, tanto vale ammetterlo candidamente, sapeva a mala pena - giusto grazie all'imminente uscita per Universal del film Justin Bieber: Never Say Never - chi fosse tale Justin Bieber, e non ha particolare interesse a indagare sulla figura di questa nuova icona pop che ha appena l'età per guidare e l'aspetto di un bambino di seconda media. Ma i ragazzi, in USA, sono pazzi per The Biebster, fa fede Comeback, tredicesimo episodio della seconda stagione di Glee in cui sembrava, in un primo momento, che il giovane e promettente (?) performer dovesse partecipare in carne ed ossa. Invece ci si limita all'utilizzo di un paio delle sue hit più famose (?), canzoni d'amore di ultimissima generazione ma che interpretano sentimenti sempreverdi e universali venendo in soccorso agli affanni sentimentali dei ragazzi del Glee Club: Sam, innanzitutto, che dopo l'imbarazzo della mononucleosi simultanea di Quinn e Finn vede minacciata la sua relazione con la bionda ex capo-cheerleader, ma anche Puck, che non riesce ancora a farsi strada negli "enormi pantaloni" della sua bollente Lauren. Alla fine i due cicisbei in felpa, cappuccio e frangettone (posticcio nel caso di Puckerman) saranno affiancati nella Justin Bieber Experience anche da Artie e Mike, che sperano di risvegliare nei cuori - e nei normodimensionati pantaloni - delle adorate Brittany e Tina, un po' intorpidite dopo il picco di romanticismo di San Valentino, gli antichi ardori nei loro confronti.
Delle incertezze amorose altrui, per altro, approfitta Santana, anche lei non insensibile al Power of the Biebs, e alle grazie di Sam. Il personaggio interpretato da Naya Rivera continua purtroppo ad avere poco spazio tra i solisti dello show, ma guadagna terreno, forse ai danni di Brittany (che evidentemente gli autori vogliono rendere un po' meno "macchietta"), come personaggio comico, ovvero micidiale fatalona a cui Ryan Murphy, sceneggiatore anche di questo episodio dopo Stupide canzoni d'amore, affida le battute più incisive.

Nel frattempo Rachel, che ha rinunciato al suo piano per riconquistare Finn, decide di dedicarsi al lancio definitivo della sua carriera, e per questo sente il bisogno di un revival d'immagine: con l'aiuto di Brittany cerca di diventare una trendsetter, ovvero di diffondere e di rendere universalmente fashion il suo stile da scolaretta bon ton con coscia in bella vista.
Ha bisogno di ben altro, invece, per riprendersi dalla sconfitta delle Cheerios e dalla pubblica umiliazione inflittale da Katie Couric e dalla TV nazionale la depressa Sue Sylvester, a cui i teneri Will Schuester e Emma Pillsbury cercano di impedire di compiere un gesto estremo: ma la sua generosità, come al solito, finirà per ritorcersi contro l'ingenuo Mr. Schue.
Non è un episodio che offre particolari sviluppi narrativi, o performance indimenticabili, questo Comeback, ma è, nella migliore tradizione di Glee, una piacevolissima follia in cui il povero Schuester chiede degli anthem ("inno") ai suoi ragazzi e ottiene Justin Bieber. Lauren, dimostrando di non rappresentare forse un grande acquisto dal punto di vista vocale ma di esserlo sicuramente da quello della personalità, gli propone un "inno" al proprio ascendente sui maschietti con I Know What Boys Like di The Waitresses, ed è proprio Sue a mettere in tavola un vero anthem con la trascinante Sing dei My Chemical Romance.
Se il momento musicale migliore è sicuramente il diva-off tra Rachel e Mercedes, un pezzo dalle musical Rent, Take Me or Leave Me, che però è decisamente più nelle corde di Lea Michele e in cui l'esplosività di Amber Riley sembra un po' troppo trattenuta, anche le rendizioni dei due brani dello gnomo-superstar, Baby e Somebody to Love, nelle mani di Chord Overstreet e degli altri Glee Clubber raggiungono inopinate vette di fascino da boy band. Per il resto, è apprezzabile l'ironia sul fenomeno Bieber e sul misterioso appeal di questo ragazzino sulle teenager di oltre Atlantico. Grazie alla frangetta di Sam, allo sguardo di Puck, alla voce di velluto di Artie e alle evoluzioni pelviche di Mike, siamo un po' più addentro al mistero anche noi.