Glee - Stagione 2, ep. 6 e 7: Never Been Kissed e The Substitute

Mentre il primo episodio di questo tandem è dedicato, ancora una volta, a temi piuttosto seri e di grande impatto emotivo, nel secondo, quello impreziosito dalla presenza della magnifica Gwyneth Paltrow, prevale il disimpegno, ma non mancano riflessioni di un certo rilievo sul ruolo degli educatori.

Rieccoci a parlare degli ultimi due episodi dello show più chiacchierato e musicale del momento, quel Glee che continua a portare avanti, tra momenti intensi e commoventi e scintillanti incursioni di volti celebri, un discorso coerente e organico alla concezione di Ryan Murphy e dei suoi co-autori. Il primo, sesto episodio della stagione, è dedicato a temi particolarmente cari allo show runner di Glee, ed è ancora una volta un episodio in cui il ruolo di Kurt (Chris Colfer) è prominente: in Never Been Kissed, un Kurt più che mai infelice vede nell'annuale contest rilanciato da Mr. Shuester Ragazzi vs. Ragazze l'ennesima ragione di scontento - ovviamente perché non gli è concesso esibirsi, come per lui sarebbe naturale, con le ragazze. Ma ci sono grane peggiore per lui: uno dei bulli della scuola, infatti, ha fatto di lui e della sua omosessualità coraggiosamente esibita la sua vittima elettiva, e Kurt non sa come gestire la situazione.

Per fortuna, una nuova prospettiva si apre per lui quando si reca alla prestigiosa Dalton Academy per "spiare" gli Warblers, avversari dei New Directions agli imminenti Sectionals, e conosce Blaine, leader del gruppo. Questa amicizia con un altro ragazzo gay con cui finalmente può trovare quella condivisione che gli mancava è approfondita in The Substitute, anche se non sembra ancora esseris trasformata in un legame più profondo.
L'altra storyline portante dell'episodio, che ancora una volta prende spunto dalla crudeltà - questa volta inconsapevole - dei ragazzi, riguarda la gagliarda allenatrice della squadra di football, Coach Beiste. Ispirato da Finn, che per non "lasciarsi troppo andare" nelle sue effusioni con la casta Rachel ripensa al terribile giorno in cui, neopatentato, investì il postino, Sam si crea la sua personale fantasia anti-erotica per sopravvivere al fascino della parimenti astinente Quinn, e questa fantasia consiste nell'immaginare la Coach in situazioni imbarazzanti. La cosa prende piede tra i ragazzi, la donna scopre tutto grazie all'onestà di Will Schuester, e, umiliata e sofferente, si licenzia. Toccherà al gran cuore (e alle labbra) di Will e alla generosa performance dei maschietti del Glee Club (impegnati in un bel mash-up al femminile a base di Supremes e En Vogue) convincerla a tornare a vincere con il team della McKinley High.
Un episodio tenero e toccante, quindi, a cui fa seguito una parentesi più disimpegnata con The Substitute, episodio cucito addosso ad una guest star d'eccezione come il premio Oscar Gwyneth Paltrow, certamente non nuova a exploit musicali visto che ha già fatto mostra delle sue capacità vocali nel film del padre Bruce Paltrow Duets, ed è attesa sul grande schermo con Country Strong, dove veste i panni di una tribolata cantante country.
Favorita dalle mire di potere di Sue Sylvester e da una potente influenza che colpisce Will, la bella ed esuberante supplente interpretata da Gwynnie, che porta il simpatico nome Holly Holiday - "Attrice porno o travestito?", commenta una gelosa Terri Schuester - eredita non solo la sua classe di spagnolo ma anche il Glee Club, e riesce a cattivarsi immediatamente le simpatie dei ragazzi grazie al suo atteggiamento indulgente e scanzonato (al punto da chiamare in causa una giovane e popolare diva durante una lezione: il suo "Lindsay Lohan esta bien loca" ha suscitato però le ire della mamma di LiLo) e al fatto che lascia interamente a loro la scelta dei brani da interpretare. E così Sue, che nel frattempo è riuscita grazie alle sua manovre a liberarsi di Figgins e a ottenere la nomina a preside, per capriccio decide di silurare Schuester e di assumere Holly in pianta stabile. Per fortuna di Will, la donna dimostrerà di essere sì una persona piacevolissima, ma anche una mediocre insegnante, perché incapace di gestire le situazioni difficili, nonché di "mettere la testa a posto" ("lo scorso anno un uomo mi ha chiesto di sposarlo: ho traslocato in un'altra città").
Così, in questo episodio leggero e costellato di riferimenti a classici del musical (Chicago, ma soprattutto Cantando sotto la pioggia, il film preferito del Will Schuester ammalato), trova spazio un discorso non certo ozioso sulle responsabilità degli educatori, e sulla difficoltà di trovare un equilibrio tra la disciplina e l'aspetto più ludico dell'insegnamento.
Tutte tematiche molto vicine a Murphy, dunque: la solitudine e la diversità e il ruolo dell'educazione, soprattutto nell'ambito delle arti dello spettacolo. Ma questi episodi sono anche molto divertenti, e particolarmente sfiziosa, oltre ai siparietti di Sue Sylvester e Brittany, è come sempre l'autoironia, che vede protagonisti Rachel che cerca di impossessarsi del club ("Allora cosa volete che canti IO ai Sectionals?") e Will Schuester ("Sono sicuro che c'è almeno _una canzone dei Journey che non abbiamo ancora eseguito_!"). Da ricordare anche l'imitazione di Mary Todd Lincoln - che, al contrario della mamma della Lohan, non può offendersi - da parte della deliziosa Holly/ Gwynnie impegnata anche in una lezione di storia; simpatica, ma un po' fine a sé stessa, la "trasformazione" dei ragazzi del coro in bambini di pochi anni per effetto della febbre di Schuester, una trovata che poteve essere sfruttata senz'altro meglio. Non del tutto riuscito anche il subplot di Mercedes e della rivolta in nome delle Tater Tots (tradizionale versione stelle e strisce delle crocchette di patate), che però ci regala una divertente citazione di Norma Rae e la meravigliosa scena con il salubre broccolo che Mercedes scambia per uno scopino da WC e Brittany per un "alberello in cui vive una famiglia di orsetti gommosi".
Dal punto di vista musicale non ci sono numeri straordinari da segnalare, ma i mash-up sono come sempre gradevoli e così i brani estratti da Singin' in the Rain di The Substitute - un po' meno significativi fuori contesto, in particolare Make 'em Laugh che è una sorta di fotocopia con un ballerino in più - ma bel colpo davvero il finale acrobatico - della versione cinematografica del grande Donald O'Connor. La Paltrow, da parte sua, centra il segno con la sua versione di Nowadays da Chicago in sodalizio con Rachel (anche qui una citazione un po' troppo letterale dal film di Rob Marshall, del resto conformemente ai desideri della ragazzina che sognava di imitare Velma Kelly e Roxie Hart) e con l'edulcorata Forget You (era F**k You!).
Tra classici di ieri e attualissime hit, continua a prosperare la duplice anima musicale dello show, che emerge anche nella trama con i ragazzi che cercano di contrapporre alternative moderne alle proposte troppo datate del loro insegnante, rispecchiando come gli autori cerchino di bilanciare le proprie preferenze con le esigenze della porzione più giovane dell'ampio pubblico di Glee. Se qualcuno tra questa moltitudine di giovani, tuttavia, sarà abbastanza incuriosito da andare a scoprire le meraviglie di Cantando sotto la pioggia, sarà un successo in più da ascrivere al "prof" Ryan Murphy e soci.