Gigolò per caso, la recensione: un divertissement che gioca col gender

La recensione di Gigolò per caso, la nuova serie con Pietro Sermonti e Christian De Sica dal 21 dicembre su Prime Video che prova a fare una comedy all'americana, e in fondo un po' ci riesce.

Gigolò per caso, la recensione: un divertissement che gioca col gender

Si poteva avere qualche pregiudizio e preoccupazione su Gigolò per caso, almeno dai primi materiali usciti sulla nuova serie Prime Video Original, co-produzione con Lucky Red, perché la comicità in Italia soprattutto negli ultimi anni finisce spesso nella "caciara romana" che ha caratterizzato il nostro cinema. Invece, fin dalle prime battute e dalla sigla, si intuisce un intento (e un approccio) diverso come spiegheremo nella recensione di Gigolò per caso, dal 21 dicembre sul servizio streaming. Ed è francamente un bene.

Gender per caso

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Gigolò per caso: Pietro Sermonti è Alfonso

Prima di tutto gli sceneggiatori (un uomo e una donna, non a caso) Daniela Delle Foglie e Tommaso Renzoni dimostrano una grande consapevolezza del materiale a disposizione, presentandoci da subito dei protagonisti che rientrano nei personaggi-tipo ma allo stesso tempo li ribaltano e se ne discostano, soprattutto nel ruolo dell'uomo e della donna nella società di oggi... e in camera da letto. Proprio il sesso, l'intimità e le relazioni sono da subito centrali - ci viene fatto capire con poche semplici mosse - nella vita di Giacomo e Alfonso, padre e figlio che non potrebbero essere più diversi... o almeno così credono.

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Pietro Sermonti, Ambra Angiolini e Asia Argento in una scena

Nasce così la trama della serie tv: Alfonso (un trasformista Pietro Sermonti) è in crisi con la moglie Margherita (una sempre deliziosa Ambra Angiolini) con cui sta facendo terapia di coppia per capire cosa non funziona nel loro rapporto e se possa essere salvato: ha grande rispetto per lei e per tutte le donne, ascolta i podcast sulla sensibilizzazione femminile e ha varie accortezze quotidiane. Eppure lei sembra cercare e volere qualcos'altro, forse un tipo di uomo che non va più di moda. La vita di Alfonso sta per essere ulteriormente stravolta quando il padre Giacomo (Christian De Sica), estraniato da anni, ha un infarto e durante la convalescenza casalinga, è costretto a rivelare al figlio il vero mestiere che ha tenuto a galla la famiglia quando la madre lì abbandonò molti anni prima: è un gigolò di professione, soprattutto per donne attempate che vogliono riscoprire il piacere sessuale.

Maschio per sbaglio

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Gigolò per caso: Christian De Sica è Giacomo

A questo punto Alfonso è messo di fronte ad una delicata decisione. Il suo matrimonio sta naufragando anche a causa della carente passione - che la moglie cerca di recuperare su altri lidi - e ci sono anche delle difficoltà economiche a causa del negozio di orologi dove lavora. Giacomo (che lui chiama sempre per nome e mai in modo affettuoso) gli offre una possibile via d'uscita: sostituire temporaneamente il genitore nella professione più antica del mondo. Quello che per il gigolò pieno d'esperienza è lavoro, per il giovane uomo è fare l'amore. Come coniugare questi due aspetti e soprattutto come evitare le autorità e il giudizio divino? A questo ci pensa il parroco totalmente sopra le righe di Frank Matano, Don Luigi - che, alla lontana, fa il verso al prete di Fleabag sulla piattaforma - forse il personaggio di contorno più riuscito e divertente, che vuole aiutare contemporaneamente padre e figlio nella loro ricerca di se stessi e della propria identità. Perché l'impiego temporaneo di Alfonso potrebbe essere ciò che gli serviva per sbloccarsi e guardarsi intorno, mentre il congedo momentaneo di Giacomo può rivelarsi un'occasione per guardarsi dentro. Viene così messo in piedi, complice la regia dinamica di Eros Puglielli (che già aveva ben diretto Sono Lillo su Prime Video), non solo uno scontro di generi ma anche uno scontro generazionale.

Femmina per caso

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Christian De Sica e Pietro Sermonti sono padre e figlio in Gigolò per caso

Ecco l'altro aspetto interessante di Gigolò per caso, che oscilla continuamente tra la comicità elegante e un po' scorretta tipica dei prodotti esteri e quella più becera legata alla commedia italiana di cui Christian De Sica è un rappresentante. Non è un caso che sia stato scelto proprio lui per questo ruolo e per una comedy che uscisse a Natale, neanche a farlo apposta in concomitanza con il 40° Anniversario del cinepanettone per antonomasia, da cui iniziò tutto, dei fratelli Vanzina. Eppure l'accoppiata maschile funziona, così come quella femminile - accanto alla Angiolini, una Asia Argento inedita terapeuta. Non mancano poi i comprimari caratteristi della serialità di questi ultimi anni: Greg (per una volta non Lillo, oramai abusato su Prime Video), il sempre bravo Antonio Bannò, Francesco Bruni, la scoperta Giorgia Arena. Chiudono il cast alcune special guest femminili, ovvero le donne della vita (professionale e personale) di Giacomo e Alfonso: Sandra Milo, Stefania Sandrelli, Gloria Guida, Isabella Ferrari e Virginia Raffaele. Un parterre di attrici che quasi citano se stesse e le proprie interpretazioni memorabili. Memorabile non è invece la comedy Prime Video, ma sicuramente una piacevole sorpresa arrivata sotto l'albero.

Conclusioni

Abbiamo parlato di gender ed età differenti nella recensione di Gigolò per caso, come le due argomentazioni al centro della nuova comedy che, con stupore, diverte e fa ridere. Oscilla pericolosamente tra una comicità dal sapore anglosassone e una più “caciarona” italiana ma alla fine trova un equilibrio tra le due parti, nonostante qualche scivolone in qualche sequenza particolarmente assurda. Bella la chimica inaspettata tra Sermonti e De Sica, a rappresentare due generazioni diverse di commedia e di sensibilità. Prezioso il cast femminile.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
4.3/5

Perché ci piace

  • Lo scontro generazionale e tra i sessi al centro della storia.
  • Pietro Sermonti e Christian De Sica funzionano da soli e soprattutto insieme.
  • Chapeau al cast femminile.
  • Il prete sui generis di Frank Matano.
  • Si ride e si riflette…

Cosa non va

  • …ma la comicità becera è sempre dietro l’angolo.
  • Alcune sequenze sono un po’ surreali.
  • La malavita criminale comica, anche basta.