Gannibal, la recensione della serie Disney+ tratta dall'omonimo manga giapponese

La recensione di Gannibal: basata interamente sull'opera a fumetti di Masaaki Ninomiya, la prima stagione dello show vede l'agente di polizia Daigo Agawa alla prese con un'inquietante indagine nel paesino rurale di Kuge.

Gannibal, la recensione della serie Disney+ tratta dall'omonimo manga giapponese

Guardando al recente passato, gli adattamenti cinematografici o televisivi dei manga giapponesi hanno avuto risultati a dir poco altalenanti. Possiamo pensare in positivo ad Alita: L'angelo della Battaglia di Robert Rodriguez e in negativo alla trasposizione Netflix di Cowboy BeBop, stroncata senza mezze misure anche da Shinichiro Watanabe, autore del fumetto. Hollywood sembra però puntare molto sul medium del Sol Levante, considerando anche l'arrivo del live-action di Gundam o della serie Netflix di One Piece, motivo per cui gli adattamenti direttamente made in Japan non riescono mai ad attecchire come vorrebbero nel mercato internazionale.

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Gannibal: un'immagine dell'inquietante serie

Il problema potrebbe però essere correlato al genere trasposto, solitamente il cosiddetto "battle shonen" come Full Metal Alchemist o L'attacco dei Giganti: titoli che sarebbe complesso traslare pure se non fossero così legati a una delle più identitarie culture orientali esistenti. Andando oltre le esasperate tematiche, l'inventiva struttura del worldbuilding e la dinamicità dei combattimenti del genere, comunque, guardando ad esempio all'horror fumettistico si nota già una certa e migliore predisposizione cinematografica alla trasposizione, soprattutto in territorio giapponese. E a testimoniare attualmente questa inclinazione è Gannibal su Disney+, diretto adattamento seriale dell'omonimo manga di Masaaki Ninomiya.

Benvenuti a Kuge

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Gannibal: una foto di scena

Il prologo della serie introduce da subito il mistero, mostrando le pesanti accuse che vengono mosse alla potente e numerosa famiglia dei Goto del villaggio di Kuge, immerso nel verde del Giappone rurale. Il mistero è legato al loro presunto cannibalismo ed è l'intera indagine sulla vicenda ad alimentare il racconto. Il vero incipit, poi, cita addirittura l'opening di Shining di Stanley Kubrick, mostrandoci la ripresa aerea dell'auto della famiglia dell'agente Daigo Agawa (Yuya Yagira) che raggiunge proprio Kuge in un clima di apparente tranquillità.

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Gannibal: una scena

Agawa è stato trasferito nel villaggio dopo un incidente che lo ha visto coinvolto in servizio, scegliendo proprio un luogo lontano dalla città e ammantato dalle montagne per il bene della figlia Mashiro, traumatizzata da un recente evento del passato e per questo chiusa in un doloroso silenzio. Con loro anche Yuki (Riho Yoshioka), madre amorevole e moglie devota a Daigo. Una volta giunta a Kuge, la famiglia viene accolta calorosamente dagli abitanti del villaggio, che vogliono far sentire già a casa gli Agawa, ma in poco tempo cominciano a concatenarsi fatti inquietanti.

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Gannibal: una foto di scena

Non bastasse l'improvvisa scomparsa del predecessore di Daigo, l'agente Kano, il cadavere di Gin Goto - matriarca della famiglia - sconvolge gli equilibri della cittadina rurale, spingendo Agawa a indagare sue entrambi i casi contemporaneamente e arrivando a conclusioni agghiaccianti che lo convinceranno a confrontarsi e investigare sempre più a fondo sulla famiglia Goto e l'intero villaggio.

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Per la famiglia

Gannibal Ufficio Stampa Disney Plus
Gannibal: un momento della serie

Sotto la sua superfice di genere che miscela sapientemente thriller investigativo e horror psicologico, Gannibal è un dramma sulla famiglia. Non è subito evidente ma lo diventa con il procedere della visione: il cuore dell'opera è dedicato ai capifamiglia e alle decisioni da loro prese, alle ripercussioni e alle conseguenze delle stesse sugli eventi della storia e per le emozioni dei propri cari. Esattamente come nel manga - che traspone perlopiù fedelmente -, la buona scrittura dei protagonisti procede di pari passo con le continue rivelazioni correlate all'indagine.

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Gannibal: un'immagine della serie

Non è però votato al sensazionalistico, Gannibal, perché vuole che la drammaturgia dietro relazioni e confronti tra personaggi resti sempre di qualità, sostanzialmente abbassando la carica orrorifica e più d'intrattenimento del manga e trasformandola invece in qualcosa di persino più sostenuto. Raccontando la tematica della famiglia attraverso il genere, non sorprende che la regia sia stata curata per la maggior parte da Shinzo Katayama, già tra gli assistenti di Bong Joon-ho nello splendido Madre.

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Gannibal: una terrificante scena della serie

In termini visivi, il filmmaker confeziona un lavoro spesso rimarchevole e di grande impatto al netto di frequenti sbavature tra montaggio, narrazione e transizioni che però non ledono nel profondo la riuscita dell'opera. L'adattamento è poi interamente sceneggiato da Takamasa Oe, penna rinomata anche vincitrice del Prix du Scenario al Festival di Cannes per il meraviglioso Drive My Car. Si avverte dunque con decisione una sovversione concettuale che pone molto più l'accento sul dramma rispetto all'orrore della vicenda, che comunque resta intatto e ricco di sorprese.

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Gannibal: un'inquietante scena della serie

In sette episodi si scalfisce purtroppo soltanto la superfice della vera e più diabolica anima del manga, risultando questa prima stagione sicuramente pregevole ma anche mancante di un briciolo di suspense in più e avvenimenti più strutturati per equilibrare ottimamente la scrittura dei personaggi, forse anche in termini puramente dialogici. Da sottolineare infine l'interpretazione di Sho Kasamatsu nei panni di Keisuke Goto, davvero intensa e soppesata. Al netto di tutte le considerazioni fatte, Gannibal funziona più che bene nella tua complessità, anche convinti che il suo finale in cliffhanger vi terrà col fiato sospeso per l'arrivo di una seconda - ma purtroppo ancora non confermata - stagione.

Conclusioni

L'adattamento live-action dell'opera di Masaaki Ninomiya si può dire tendenzialmente riuscito. Tirando le conclusioni della nostra recensione, la serie su Disney+ si rivela un discreto mix di tensione, dramma e orrore, con una scrittura vivace e profonda firmata dalla penna di Drive My Car e una regia attenta al dettaglio dei protagonisti e delle panoramiche, spesso di grande impatto visivo. Non uno show d'intrattenimento tout court e nemmeno compartimentato in un solo e specifico genere, spaziando in molte direzioni e votato al compromesso. Seppure evidente la matrice produttiva giapponese - non sempre all'altezza -, Gannibal può essere tranquillamente elencata tra le migliori trasposizioni manga dell'ultimo decennio.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
3.0/5

Perché ci piace

  • L'atmosfera che si respira lungo tutto il corso della prima stagione.
  • Il valore della scrittura focalizzato sulla famiglia e votato al dramma.
  • La regia, spesso anche raffinata.
  • I membri della famiglia Goto.

Cosa non va

  • Bisogna apprezzare cinema e recitazione orientale per entrarci dentro.
  • Alcune scelte narrative e di montaggio non proprio convincenti.