Estate di morte, la recensione: Su Netflix un mistero lungo venticinque anni

La recensione di Estate di morte, la serie Netflix tratta dal romanzo omonimo di Harlan Coben.

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Estate di morte: una scena tratta dalla serie Netflix

Cominciamo questa recensione di Estate di morte, la nuova serie originale Netflix, sottolineando quanto l'adattamento dell'omonimo romanzo di Harlan Coben funzioni bene anche in un contesto completamente diverso da quello originale, la storia viene infatti spostata dal New Jersey a Varsavia - trasportandoci nella Polonia dei primi anni '90 e poi in quella dei giorni nostri - in maniera naturale e senza forzature. Questa serie - parte dei quattordici adattamenti ai romanzi di Harlan Coben che verranno prodotti dal colosso dello streaming, di cui abbiamo già visto The Stranger e Safe - è ambientata su due piani temporali diversi, a venticinque anni di distanza l'uno dall'altro: la storia si dipana tra passato e presente, trascinandoci abilmente da una realtà all'altra grazie ad un sapiente uso di fotografia e regia, che si modificano di volta in volta per caratterizzare i contesti che raccontano.

Bartosz Konopka e Leszek Dawid, che dirigono i sei episodi di Estate di morte (in originale The Woods), ci accompagnano alla scoperta in un mistero che ha per protagonisti un gruppo di adolescenti, le cui vite vengono irrimediabilmente cambiate una notte di fine estate: chi di loro sopravvive non sarà più lo stesso, e si porterà le cicatrici di quanto accaduto fino all'età adulta. Pur riuscendo a ricreare alla perfezione le atmosfere opprimenti e angoscianti tipiche di un racconto mistery/thriller di questo genere, la serie, a nostro parere, non sempre è in grado di raccontare il dipanarsi della vicenda con il giusto ritmo, e per questo potrebbe faticare a catturare chi guarda. A tratti, Estate di morte ci sembra troppo lenta, troppo "diluita", come se ci si fosse sforzati di distribuire nel corso degli episodi colpi di scena e rivelazioni, attenuandone però così l'impatto sullo spettatore. Una diversa gestione dello sviluppo narrativo - con forse meno episodi? - avrebbe giovato alla serie, rendendola decisamente più memorabile ed incisiva.

Presente e passato si contrappongono e si intrecciano

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Estate di morte: una foto di scena della serie Netflix

La trama di Estate di morte, come dicevamo, si svolge su due linee temporali diverse, nel 1994 e nel 2019. Al centro della storia troviamo Paweł Kopiński (Grzegorz Damiecki) un procuratore che deve ancora superare il dolore per la scomparsa - e molto probabilmente la morte - della sorella Kamila. Durante Estate della sua adolescenza, mentre insieme a molti suoi coetanei trascorreva le vacanze in un campeggio, due ragazzi vengono trovati morti, Kamila e l'amico Artur, invece, spariscono senza lasciare traccia. Il vecchio caso viene riaperto, a venticinque anni di distanza, quando viene trovato il cadavere di un uomo che potrebbe essere proprio Artur: Pawel è costretto a fare i conti con il proprio passato e, quando i segreti che la sua famiglia ha cercato per anni di tenere nascosti torneranno alla luce, qualcuno cercherà di distruggere la sua vita e tutto ciò che con fatica ha costruito. Dal passato farà ritorno anche il suo primo amore, Laura: la donna, che vorrebbe far di tutto per dimenticare quanto accaduto quella maledetta estate, aiuterà Pawel a scoprire che cosa è realmente accaduto a Kamila e ai suoi amici.

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Estate di morte: una scena della serie

Come vi anticipavamo, i due piani temporali in cui la storia si svolge vengono caratterizzati e differenziati in maniera evidente: grazie ad una colonna sonora estremamente azzeccata - in cui pezzi cult degli anni '80 e '90 si contrappongono a musiche più cupe e strumentali - e al sapiente uso della fotografia - colori caldi nel passato e molto più freddi nel presente - si riesce ad evidenziare il profondo divario tra le due realtà che vengono raccontate. La spensieratezza dell'adolescenza, che viene spazzata via in una sola notte, si contrappone alla complessità dell'età adulta, tormentata dai ricordi, dal senso di colpa e dal rimpianto.

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Estate di morte: un momento della serie polacca di Netflix

Genitori e figli

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Estate di morte: un momento della serie Netflix

Le parti che ci hanno maggiormente colpito di Estate di morte sono senza dubbio quelle che ruotano attorno ai protagonisti da adolescenti: pur essendo il cast degli adulti sempre molto convincente, sono state le interpretazioni delle loro giovani controparti ad emozionarci di più, a spingerci - quando, come vi anticipavamo, la visione si faceva faticosa per il ritmo un po' troppo "fiacco" della narrazione - a continuare, un episodio dopo l'altro, fino all'inaspettata rivelazione finale.

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Estate di morte: una scena della serie Netflix

Anche con qualche evidente problema di ritmo, questa serie ha comunque le potenzialità per toccare e catturare il suo pubblico: il cuore della storia è il rapporto tra genitori e figli - e che cosa l'amore può spingerci a fare -, una tematica che viene analizzata sotto diversi punti di vista e a partire da numerose prospettive. Un discorso così "universale" non può che avvicinare lo spettatore alla vicenda, rendendogli più facile immedesimarsi ed empatizzare con i suoi protagonisti, spingendolo, così, a voler scoprire sempre di più della loro storia e del mistero che li accomuna.

Conclusioni

Concludiamo questa recensione di Estate di morte, lo show Netflix tratto dall'omonimo romanzo di Harlan Coben, sottolineando quanto questa serie mistery, pur con qualche problema di ritmo, sia riuscita a trascinarci e catturarci nella storia che racconta. A colpirci l'ambientazione divisa su due diversi piani temporali, caratterizzati in maniera differente e specifica da regia e fotografia, e le interpretazioni del cast, in particolare dei personaggi più giovani.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
3.3/5

Perché ci piace

  • La storia è ambientata su due diverse linee temporali, caratterizzate in maniera differente e specifica da regia e fotografia.
  • La trama, fin dall'inizio estremamente intrigante.
  • Le buone interpretazioni del cast.

Cosa non va

  • La serie non sempre mantiene il giusto ritmo, a tratti ci è sembrata un po' troppo lenta.