Dungeon Food, la recensione: come cucinare i mostri

Esplora dungeon misteriosi, combatti contro mostri terrificanti e poi... mangiali! La nostra recensione di Dungeon Food, il nuovo anime dello Studio Trigger disponibile su Netflix.

Dungeon Food, la recensione: come cucinare i mostri

Il genere fantasy sta conoscendo un momento d'oro nell'animazione giapponese.
Dal meraviglioso Frieren - Oltre la fine del viaggio alla miriade di isekai prodotti a ritmo forsennato ogni stagione, ce n'è davvero per tutti i gusti e può essere difficile emergere con un prodotto originale e ben realizzato. Come vi racconteremo nella nostra recensione di Dungeon Food, la nuova serie dello Studio Trigger in streaming su Netflix centra questo obiettivo e si propone come una delle migliori serie della stagione.

Come sopravvivere in un dungeon: la trama

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Dungeon Food: il party

Un gruppo di avventurieri si ritrova faccia a faccia con un temibile drago rosso. Purtroppo lo scontro si rivela molto più duro del previsto e solo il sacrificio della maga Falin consente al resto del gruppo di salvarsi, seppure a stento. Il guerriero a capo del gruppo, nonché fratello di Falin, Laios, non è però disposto ad arrendersi e perdere la sorella. Nonostante parte del gruppo non voglia ripetere la terribile esperienza, lui decide comunque di rischiare il tutto per tutto e avventurarsi di nuovo nelle misteriose profondità del sotterraneo, con la speranza di sconfiggere il drago, recuperare dalle sue viscere i resti di Falin prima che vengano completamente digeriti e far resuscitare l'amata sorella. Solo due membri del gruppo decidono di seguirlo in quest'impresa ai limiti della follia: la maga elfa Marcille, grande amica di Falin, e l'half-foot Chilchuck. Purtroppo i tre sono a corto di risorse e non c'è tempo (né soldi...) per fare scorta di viveri sufficienti per il lungo viaggio che li aspetta, quindi Laios opta per una soluzione tanto drastica quanto inusuale: nutrirsi con i mostri uccisi durante la spedizione.

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Senshi, tra i protagonista di Dungeon Food

Cosa decisamente più facile a dirsi che a farsi, visto che le creature che ostacalono il loro cammino, oltre a essere pericolose, sono anche... disgustose. Per fortuna, in soccorso del trio di avventurieri appare Senshi, un nano che ha vissuto per oltre un decennio nel dungeon e che è diventato un vero esperto nell'arte della sopravvivenza... cucinando mostri in modo da renderli veri e propri piati da gourmet!

La ricetta perfetta

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Marcille nella serie anime

Dungeon Food (Dungeon Meshi, in originale) è tratto da un manga di Ryoko Kui, pubblicato in Giappone dalla casa editrice Enterbrain e in Italia edito da J-Pop. Iniziato nel 2014 e proseguito per 14 volumi, il manga si è fatto valere grazie al suo minuzioso world-building e alla riuscita caratterizzazione dei personaggi, tutti elementi che hanno spinto Yoshihiro Miyajima, giovane ma talentuoso regista e storyboarder del rinomato Studio Trigger (Kill la Kill, Promare, Cyberpunk: Edgerunners), a spingere per realizzarne la versione animata.

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Dungeon Food: l'eroico party degli avventurieri!

C'è voluto un po' di tempo, ma alla fine gli sforzi e l'entusiasmo di Miyajima hanno portato al risultato sperato: una serie in 24 episodi, distribuita su Netflix in tutto il mondo. E l'amore di Miyajima per il materiale originale traspare in ogni inquadratura, nella fedeltà al design dei personaggi e nella resa di tutte le minuziose, e spesso esilaranti, descrizioni degli ingredienti e delle tecniche di cottura dei piatti he Laios, Marcille, Chilchuck e Senshi consumeranno nelle pause tra un combattimento e l'altro. Piatti cucinati, appunto, con svariate parti anatomiche di mosttri orribili e pericolosi.

Ritmo calcolato e originalità

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Dungeon Food, la serie anime da non perdere su Netflix

Il tutto per la gioia di Laios, vero e proprio otaku (maniaco) dei mostri, e per la disperazione di Marcille, schizzinosa e molto meno restìa a... sperimentare le "delizie" messe in tavola da Senshi. La serie riesce comunque a non cadere mai nella trappola della ripetizione ossessiva del cliché: la storia, seppure con un ritmo non frenetico, procede in maniera inesorabile verso il nuovo scontro tra i nostri eroi e il drago rosso (spoiler: sì, vi spiegano anche come cucinare un drago...). Ma il punto di forza, oltre alle trovate registiche originali, marchio di fabbrica della Trigger, e a una realizzazione tecnica di ottimo livello, restano i personaggi, espressivi e adorabili nei loro tic e nelle loro idiosincrasie. L'edizione italiana si avvale anche di un doppiaggio e di un adattamento di buon livello, mentre segnaliamo una piccola chicca per gli appassionati: nell'edizione in lingua inglese, il ruolo di Marcille è affidato a Emily Rudd, la combattiva Nami della versione live action di One Piece.

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Laios, uno dei protagonisti della serie

Nonostante Dungeon Food tradisca spesso la sua natura di prodotto principalmente rivolto agli appassionati del genere, con una miriade di inside jokes e riferimenti che faranno la gioia di tutti i giocatori di Dungeons & Dragons (oltre a fornire una serie infinita di spunti ai Dungeon Master più sadici...), rimane una serie godibilissima e ottimamente realizzata, che riesce a fondere in maniera egregia una trama fantasy classica al genere "Masterchef". E non è escluso che potrebbe invogliarvi a cercare gli ingredienti per realizzare un tortino di pianta carnivora, o una bella grigliata di armatura vivente.

Conclusioni

Concludiamo la nostra recensione di Dungeon Food soddisfatti come dopo aver consumato un ottimo pasto, con ingredienti di prima scelta (una storia semplice ma efficace, personaggi meravigliosi e trovate brillanti) cucinati alla perfezione (la regia e la direzione artistica dello Studio Trigger sono di ottimo livello).
Nonostante si tratti di un prodotto legato a triplo filo al suo genere di riferimento, riesce a intrattenere, divertire e appassionare. Come per i piatti cucinati da Senshi, vi consigliamo di andare oltre l'apparenza e buttarvi a testa bassa in questa nuova e sorprendente avventura.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
4.8/5

Perché ci piace

  • La caratterizzazione dei vari personaggi è eccellente.
  • Alcune trovate, sia narrative che registiche, sono eccezionali.
  • Il world-building è complesso e profondo, ma mai respingente.

Cosa non va

  • Il ritmo, soprattutto negli episodi iniziali, è volutamente lento.
  • Il comparto musicale non è particolarmente memorabile.