Diablo Cody e Jason Reitman: quando il patto con il diavolo funziona

Il Diavolo di cui stiamo parlando è Diablo Cody, la sceneggiatrice il cui sodalizio con Reitman ci ha regalato tre film, Juno, Young Adult e Tully, appena arrivato sui nostri schermi. Tre piccoli gioielli, tre ritratti di donne fuori dagli schemi, tre personaggi in cerca d'Autore, donne in bilico, in situazioni non facili.

Tully: Mackenzie Davis in una scena del film
Tully: Mackenzie Davis in una scena del film

Di solito l'espressione "patto con il Diavolo" ha un'accezione negativa: un accordo che qualcuno decide di fare, con il Diavolo in persona, per raggiungere qualcosa. Ma con un prezzo altissimo: vendergli l'anima. Jason Reitman un patto con il Diavolo l'ha fatto, ma senza vendere l'anima. Anzi, trovandone una. Scoprendo il suo lato più femminile. Il Diavolo di cui stiamo parlando lo è solo di nome, ovviamente: è Diablo Cody, sceneggiatrice americana, che, di fatto, ha creato con Reitman un sodalizio. La strana coppia è ormai arrivata al terzo film. E i titoli parlano da soli: Juno, Young Adult, e ora Tully, appena arrivato sui nostri schermi.

Tre piccoli gioielli, tre ritratti di donne fuori dagli schemi, tre personaggi in cerca d'Autore, donne in bilico, in situazioni non facili. Juno è la storia di una ragazzina (Ellen Page) che rimane incinta a sedici anni, e che decide di dare il bambino in affidamento. Young Adult quella di una donna apparentemente di successo (Charlize Theron), una scrittrice di una saga di libri per teenager (da qui il titolo), che però è un disastro nella vita privata. Tully racconta il momento in cui una donna che ha appena partorito il terzo figlio (sempre la Theron), decide di affidarsi a una tata notturna (Mackenzie Davis), che possa occuparsi della bimba permettendole di recuperare preziose ore di sonno.

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Il regista e la ballerina

Diablo Cody
Diablo Cody

Ma chi sono i componenti di quella che, ormai, è una premiata ditta? Jason Reitman è un figlio d'arte, erede di quell'Ivan Reitman che ci ha regalato perle come Ghostbusters - Acchiappafantasmi e I Gemelli (e, da produttore, Animal House): canadese, ha esordito con un film graffiante come Thank You for Smoking, ed è un ottimo sceneggiatore (nel 2010 ha vinto un Golden Globe per lo script di Tra le nuvole). Ma è proprio quando ha diretto i film scritti da Diablo Cody che sembra essere riuscito a dare il meglio di sé, a rivelare un lato inedito. Lei, Diablo Cody, ha una storia che, già da sé, sembra quella di un film: nata nell'Illinois, ha fatto diversi lavori, la segretaria, la spogliarellista, poi la blogger di successo (il suo blog, The Pussy Ranch, nasce proprio dall'esperienza dello striptease), fino al libro Candy Girl - Memorie di una ragazzaccia perbene, e a quella famosa sceneggiatura scritta per un film indipendente, che diventerà Juno. E sarà Oscar per la miglior sceneggiatura originale.

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La donna perfetta? Non abita qui

Ellen Page e Michael Cera in una scena del film Juno
Ellen Page e Michael Cera in una scena del film Juno

Insomma, quella di Diablo si direbbe una vita da film. Non la conosciamo poi così a fondo, ma scommetteremmo che in quelle sceneggiature abbia messo molto di se stessa. I film di Diablo Cody e Jason Reitman ci mostrano donne - giovani, meno giovani, o più mature - lontanissime da ogni convenzione e da ogni perfezione. Donne con percorsi sghembi, accidentati, disastrati. Donne capaci di cadere e di rialzarsi, il più delle volte da sole. Una teenager rimasta incinta troppo presto, capace di accettare la cosa con serenità e decisione, tanto da non perdersi d'animo, e fare la scelta giusta, quella di dare il figlio in affidamento (Juno). Un'ex reginetta di bellezza, alcolizzata e con un matrimonio fallito alle spalle, che, alla notizia che il suo ex è diventato papà, decide di tornare al suo paese natale, e di riprendersi la sua vita di quel tempo (Young Adult). Una mamma al terzo figlio che, grazie a una tata, prova a tirarsi su da tutta la stanchezza e i problemi che conseguono al parto (Tully).

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Esami di maturità

Young Adult: Charlize Theron serissima in un'immagine tratta dal film
Young Adult: Charlize Theron serissima in un'immagine tratta dal film

Sono tutte storie di donne a un bivio, di donne che si trovano ad affrontare una sfida. Una sfida che, ogni volta, significa maturare. Per Juno è evidente, diventare madre a sedici anni significa diventare improvvisamente - anche se solo un po', perché comunque rimani nel tuo mondo - adulta. Che, a trentasette anni, è lo stesso problema di Mavis, la protagonista di Young Adult: questa definizione non è chiaramente solo riferita al target dei romanzi che scrive, ma è un po' anche la sua condizione, quella di essere rimasta un'eterna adolescente. Il ritorno al suo paesino, poi, emotivamente è un ulteriore ritorno all'adolescenza. Per Mavis, che adulta non è mai stata, la sfida è, prima di tutto, quella di accettare che indietro non si torna, che il passato è passato, che serve andare avanti. Il passato, invece, è qualcosa che Marlo, la protagonista di Tully, cerca di riprendersi. Non nel senso di tornare indietro, ma in quello di tornare a prendersi un po' del suo tempo, della sua anima, del suo Io, che i bambini hanno inevitabilmente risucchiato via. Come ripensare a quel vestito da cameriera che è una delle fantasie del marito, come uscire una sera nel quartiere dove viveva, bersi un drink con un'amica. La sfida, però, è quella di accettare che la gravidanza abbia portato dei problemi. E ripartire da lì. La parabola del binomio Reitman - Cody si è aperta con una gravidanza (Juno) e si chiude con un'altra (Tully). In mezzo c'è un mondo intero, tanti modi diversi di essere donna (e, se ci pensiamo, c'è anche l'invidia per una gravidanza, quella di Mavis per la moglie del suo ex).

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I Love Rock'n'Roll

Charlize Theron in una scena di Young Adult insieme a Patrick Wilson e Elizabeth Reaser
Charlize Theron in una scena di Young Adult insieme a Patrick Wilson e Elizabeth Reaser

Il segreto di un grande scrittore è vivere nella vita reale: mettere se stesso in quello che scrive, trovare spunti nella propria vita o in quella altrui, mettersi nei panni degli altri e cominciare a immaginare come si comporterebbero. Mettere le proprie passioni nelle sceneggiature. Diablo Cody, che abbiate in mente il suo look con caschetto nero alla Louise Brooks (o, se preferite, alla Mia Wallace) o quello più recente con i capelli corti e biondo platino, ha un'anima rock, una punk attitude. E nei suoi film diretti da Reitman questo è un motivo ricorrente. Dai Nirvana e i Sonic Youth, i grandi amori di Mark, la parte maschile della coppia che adotterà la figlia di Juno, e la stanza della musica dove ha confinato le sue passioni (anche lui, in fondo, è come le donne raccontate da Diablo) e le sue chitarre elettriche, al concerto a cui assiste Mavis in Young Adult, quello di una band tutta al femminile capitanata proprio da Beth, la moglie del suo ex. Il rock fa capolino anche qui, in una serata in un locale dove Marlo e Tully passano una sera. Ma è punk anche quel linguaggio, un po' sboccato, sicuramente non convenzionale in molti film americani che siamo abituati a vedere, quel mostrarsi per quello che si è, senza convenevoli a uso e consumo della società, che sono tipici dei personaggi di Diablo Cody.

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Diablo vs. Jason

Young Adult: il regista Jason Reitman insieme a Charlize Theron sul set del film
Young Adult: il regista Jason Reitman insieme a Charlize Theron sul set del film

Se abbiamo capito quanto conta l'apporto di una sceneggiatrice come Diablo Cody in un film americano, non va trascurato l'apporto di un regista come Jason Reitman: intelligente, sottile, ha il tocco perfetto per capire i personaggi di Diablo. Potremmo chiamarlo "l'uomo che amava le donne", per citare Truffaut. In ogni film che ha girato insieme a lei ha dato sfoggio di grande classe. In Juno, lo si capisce già dai titoli di testa, racconta una storia di sorrisi e lacrime con i toni dei fumetti: i personaggi, le caratterizzazioni, l'incedere della storia sono quelli di una striscia, anche il padre di Juno (il grande J.K. Simmons) sembra Homer Simpson (ma solo nel look). La classe di Reitman sta nel collocare la storia negli ambienti dei nerd liceali visti in tanti film, da cui toglie ogni volgarità restituendo invece personaggi veri e vibranti. In Young Adult, oltre alla storia della protagonista, riesce a raccontare l'America dei non luoghi, della provincia omologata dei centri commerciali, dei grandi spazi e dei grandi vuoti dove personaggi irrisolti vagano alla ricerca di se stessi. Tutto quello che torna anche in Tully, dove è molto bravo nel raccontare, con un montaggio quasi ossessivo su una serie di gesti reiterati, la quotidianità di una neomamma.

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Non sono cattive, le disegnano così

Tully: Charlize Theron in un'immagine del film
Tully: Charlize Theron in un'immagine del film

Non sono cattiva, mi disegnano così, diceva Jessica Rabbit. E le protagoniste dei loro film non sono cattive, le disegnano così Diablo Cody e Jason Reitman. Che non hanno paura di mostrare un'adolescente incinta, qualcuno che molti moralisti condannerebbero. Di fare la protagonista del loro film una donna in cui non c'è niente di dolce, di ammiccante, e nemmeno di sensuale, caratteristiche che sembrano per forza dover essere parte di qualsiasi personaggio femminile nelle commedie di Hollywood. In Young Adult Charlize Theron affronta tutto il film con un'espressione infastidita, anaffettiva, distaccata. E in Tully ritorna, con 23 chili in più, per essere credibile nei panni di una donna in crisi dopo il terzo figlio, che non ha paura di parlare del sesso che non va, o delle vene che hanno costellato il suo corpo, rendendolo come la cartina geografica di un paese in guerra. Detto che il lavoro di direzione delle attrici di Reitman meriterebbe un approfondimento a parte, le interpretazioni della Theron nei due film girati con lui sono probabilmente anche migliori del tanto decantato ruolo da Oscar in Monster: più sfaccettate, più intriganti, più originali. Diablo Cody e Jason Reitman, in una commedia americana dove è sempre più difficile uscire dalla strada principale, hanno messo in scena donne complicate, sboccate, sull'orlo di una crisi di nervi. Ma hanno fatto di più: con un sorriso, di quelli a denti stretti, hanno abbattuto il concetto americano della perfezione, della seconda occasione. Hanno messo in discussione il Sogno Americano.