Chiamami ancora amore, la recensione: una storia struggente e ben scritta nella nuova serie di Rai1

La nostra recensione di Chiamami ancora amore, la nuova fiction di Rai1 in onda da lunedì 3 maggio 2021 in prima serata, che racconta la storia di una separazione dolorosa.

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Chiamami ancora amore: Greta Scarano e Simone Liberati in una scena della serie

Nella nostra recensione di Chiamami ancora amore vi parleremo di una serie in onda da lunedì 3 maggio su Rai1 (ma già disponibile in anteprima su RaiPlay) che, lo ammettiamo, ci ha piacevolmente sorpreso, dimostrando che si può fare un prodotto di qualità adatto alla tv generalista mantenendo tutta la profondità di una complessa storia familiare, la storia di una coppia in conflitto, di amore e rancore. Prodotta da Indigo Film in collaborazione con Rai Fiction, Chiamami ancora amore vede la regia di Gianluca Maria Tavarelli, già noto al pubblico per aver diretto la serie su Paolo Borsellino, Il giovane Montalbano, Maltese - Il romanzo del Commissario, Io ti cercherò e tanti altri prodotti per il cinema e la tv; la scrittura, invece, è stata affidata a Giacomo Bendotti, autore anche del soggetto di serie. Ad interpretare i due protagonisti Greta Scarano, nel ruolo di Anna, donna e madre dal doloroso passato, e Simone Liberati, in quello di Enrico, un uomo che sembrerebbe non desiderare altro che una vita semplice.

Nella trama una separazione difficile

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Chiamami ancora amore: Claudia Pandolfi e Greta Scarano in una scena

Anna ed Enrico sono una coppia al capolinea. Genitori di Pietro, un ragazzino con il talento per il pallone, dopo undici anni di matrimonio si separano: Anna, infatti, dopo tante rinunce è stanca di una vita che sente non offrirle più stimoli e che la ingabbia in ruoli prestabiliti senza apparente via d'uscita. Dopo essere rimasta incinta di suo figlio, la donna ha sacrificato la carriera per la famiglia spinta anche dalla travolgente relazione che ha con Enrico che, al contrario, sembra apprezzare la vita semplice che è in grado di condurre. L'uomo ha infatti ereditato la casa di famiglia ed è a capo della sua attività, un bar di un piccolo borgo sul lago, ama passare le sue giornate tra il lavoro e gli allenamenti di calcio del figlio. Dopo vari tira e molla, quando Anna decide di intraprendere la separazione, Enrico cambia volto sfoderando una rabbia cieca e distruttiva. Inizia così un calvario che trascina i due in una spirale di rancori, liti e ferite che non risparmia nulla di ciò che insieme avevano costruito.

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Due protagonisti autentici

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Chiamami ancora amore: Simone Liberati, Greta Scarano in un'immagine di scena

Se si è in una relazione la prima cosa che si pensa nel vedere Anna ed Enrico è "Sarebbe potuto accadere a me, a noi". È così, le cose che raccontano questi due personaggi, le sensazioni che esprimono, sono assurdamente comuni e speciali allo stesso tempo. I loro dubbi, i loro rimpianti, i timori, e i dolori di cui ci parlano, raccontano la vita di coppia così bene che è impossibile non immedesimarsi, non pensare almeno una volta che quel determinato pensiero sia balenato anche a te, che quella frase l'hai detta, o quasi detta, al tuo compagno o alla tua compagna. Non esistono rapporti di coppia perfetti, ma esiste una rosa infinita di scelte che compiamo ogni giorno e definiscono il nostro rapporto con il partner.

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Chiamami ancora amore: Simone Liberati e Greta Scarano in un'immagine della serie

I due protagonisti hanno scelto, hanno deciso di separarsi e nel farlo hanno, però, deliberatamente dato sfogo alla parte peggiore del loro essere. Anna, seppur all'inizio incerta, cede alle richieste del suo avvocato, e compie azioni che non coinvolgeranno solo lei. Lo stesso fa Enrico, lo fa con rabbia ed impulsività, il suo obiettivo è ferire l'altro, radere tutto al suolo, lasciare solo le macerie. La separazione si trasforma ben presto in una folle opera autodistruttiva di cui sarà Pietro a farne maggiormente le spese, diviso tra due genitori in lotta. È un ragazzino e come tale è incapace di schivare tutto quel rancore, interiorizzandolo e sfogandolo a modo suo.

Una storia ben costruita

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Chiamami ancora amore: Greta Scarano in un'immagine della serie

È nelle dinamiche, come abbiamo già accennato, che questa storia riesce a dare il meglio. Grazie a un sapiente intreccio e a una scelta mirata delle situazioni da proporre, Chiamami ancora amore rappresenta decisamente un lavoro di scrittura ben fatto e Bendotti ci conduce in un vortice di emozioni e ricordi al quale è difficile rimanere indifferenti. Nel mostrarci anche il passato dei due protagonisti, l'origine della loro storia, costruisce delle solide fondamenta per le vicende successive, regalando tridimensionalità ai suoi personaggi e innumerevoli sfaccettature alle vicende che pian piano scavano sempre più nell'intimo dei protagonisti. Anche la regia fa la sua parte: la macchina da presa segue quasi sempre da vicino i personaggi e contribuisce a garantire una certa immersività, elemento funzionale all'esperienza complessiva dello spettatore.

Conclusioni

Per riassumere la nostra recensione di Chiamami ancora amore affermiamo senza troppi giri di parole che questa nuova serie Rai ci è piaciuta. Giacomo Bendotti scrive un soggetto interessante dominato da due protagonisti autentici e complessi con cui lo spettatore può empatizzare venendo trascinato nelle dolorose vicende di una separazione. Ottimi Greta Scarano e Simone Liberati nei panni di Anna ed Enrico e buona la regia che li segue sempre da vicino per cogliere ogni sussulto e ogni emozione.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
4.0/5

Perché ci piace

  • I personaggi: autentici e complessi.
  • La sceneggiatura, chiara e ben scritta.
  • La macchina da presa quasi sempre vicina ai protagonisti e alle loro emozioni.

Cosa non va

  • Potrebbe non piacere a chi non ama questo genere di storie: complesse e sofferte.