Barry, la recensione: non ci sono più i serial killer di una volta

La nostra recensione di Barry, la serie con Bill Hader dal 12 aprile in seconda serata (22.15, dalla settimana successiva 23.15) su Sky Atlantic e in streaming su NOW.

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Barry: un'immagine di Bill Hader

Vi aspetta tutto un altro tipo di serial killer e sicario, come leggerete in questa recensione di Barry, dal 12 aprile in seconda serata (22.15, dalla settimana successiva 23.15) su Sky Atlantic e in streaming su NOW. Finita la prima, dal 3 maggio arriverà back to back la seconda stagione. La serie funziona soprattutto grazie al lavoro davanti e dietro la macchina da presa (fin dalla scrittura) di Bill Hader, apprezzato stand-up comedian del Saturday Night Live che proprio grazie a questa dark comedy ha vinto l'Emmy come miglior attore, facendolo vincere anche alla sua co-star Henry Winkler (Happy Days), come miglior attore non protagonista.

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Barry: Bill Hader in una scena

UN SERIAL KILLER DIVERSO DAGLI ALTRI

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Barry: un'immagine dell'episodio 2x05

Il Barry del titolo (Bill Hader appunto) è un ex marine che vive nel Midwest e lavora come sicario a basso costo. Barry è un tipo solitario, depresso e insoddisfatto della propria vita, sociopatico che non eccelle nelle relazioni interpersonali (come Dexter insegna), soprattutto dopo il PTSD della guerra, "banale" come il titolo dello show. La sua vita cambia quando si reca malvolentieri a Los Angeles per uccidere un aspirante attore diventato amante di un mafioso. A questo punto accade l'improbabile che è anche il deus ex machina della dark comedy: il sicario segue il proprio "obiettivo" in un corso di recitazione e finisce per essere accolto nella comunità di un gruppo di aspiranti, entusiasti e speranzosi attori.

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Barry: una foto di scena

Sarà proprio questa stramba, creativa, incredibilmente speranzosa e ottimista compagnia a fargli vedere la vita sotto un nuovo punto di vista, senza perdere del tutto quel cinismo che lo aveva contraddistinto fino a quel momento. Nulla di zuccheroso, quindi, attenzione, anzi la crudezza della sua identità "segreta" lo perseguiterà dal Midwest a Los Angeles, creandogli non pochi "problemi" con la sua nuova vita.

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DOPPIA VITA, DOPPIA RECITA

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Barry: Bill Hader e Henry Winkler in una scena

Barry è una grande analisi esistenziale di ciò che facciamo o non facciamo per paura, vendetta, ripicca, amore, affetto, amicizia, e tutto quello che c'è nel mezzo. A impreziosire il cast un Henry Winkler in grande spolvero nei panni di Gene Cousineau, l'insegnante di recitazione del corso, molto apprezzato all'interno della scena teatrale di Los Angeles (almeno così dice lui). Accanto a lui attori più affermati con Stephen Root nei panni del "datore di lavoro" di Barry che ovviamente non simpatizza per la nuova scelta di vita del suo miglior "dipendente", e guest star come Jon Hamm nei panni di se stesso. Ci sono anche tutti gli attori emergenti che interpretano gli altrettanti membri della compagnia, fra i quali Sally (Sarah Goldberg) un'aspirante attrice insicura e complessata con cui Barry stringe una particolare amicizia. Esiste un modo per tenere in piedi e in equilibrio due vite così agli antipodi? È questo l'assunto alla base dello show, che oltre a portare a situazioni ricche di tensione tra il paradossale e il tragicomico, con un black humour alla base molto pronunciato, sviscera il più possibile la vita di Barry e dei suoi compagni di avventura.

Bill Hader
Bill Hader con l'Emmy come miglior attore per la serie Barry

Sotto tutte le ricche trame dello show, l'altro messaggio è legato all'esistenza stessa: la nostra vita è una semplice recita senza fine? Ognuno di noi ha un personaggio datogli alla nascita e da cui non potrà allontanarsi nemmeno volendolo con tutto se stesso? Siamo ciò che vorremmo o ciò che gli altri vedono in noi? Quanto conta la percezione altrui? Molte di queste tematiche sono già state esplorate in altri prodotti seriali ma mai in questo modo inedito, come ad esempio quella dello stress post traumatico, facendo cozzare due mondi così antitetici eppure complementari. Barry fa emergere tutta la bravura di Bill Hader come comico, tanto impegnato quanto nonsense, come sceneggiatore che controlla il tessuto narrativo e come regista con delle trovate in puro stile HBO.

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Conclusioni

Concludiamo la recensione di Barry stupiti e felici di come Bill Hader e soci siano riusciti a rinverdire un genere come quello dei serial killer tingendolo di comedy, nera, cinica eppure con una grande umanità di fondo. A impreziosire il cast oltre a nomi noti come Henry Winkler sono soprattutto gli attori emergenti che mostrano la “speranza” della vita esistenziale raccontata nella serie.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
3.6/5

Perché ci piace

  • Bill Hader è validissimo, sia alla sceneggiatura che come regista e attore protagonista, dimostrando grandi doti tragicomiche e grande controllo della narrazione.
  • Unire due elementi così apparentemente agli antipodi come il genere serial killer e la comedy da aspiranti attori, che porta a uno studio esistenziale di fondo.
  • Henry Winkler è un’ottima spalla nei panni dell’insegnante di recitazione e funzionano anche gli altri attori della compagnia con cui Barry si interfaccia.

Cosa non va

  • Essendo una comicità più di testa che di pancia, potrebbe non essere immediata e apprezzata da tutti.