Recensione Scream 4 (2011)

Un nuovo inizio per la saga di Scream, in cui Wes Craven è apparso ispirato come non mai, tanto cinico quanto brillante, sicuro di aver finalmente ritrovato la vena artistica di un tempo.

Legami di sangue

Il trillo è cambiato, si è modernizzato, ma l'orrore che passa attraverso il microfono del telefono è sempre lo stesso, anzi è cresciuto, è penetrato profondamente nel tessuto della società e delle relazioni e si è evoluto. In peggio.
Comincia così, con lo squillo di un telefono che preannuncia una morte violenta, anche il nuovo attesissimo e imperdibile quarto capitolo della saga di Scream, o se volete, il primo della seconda trilogia che lo storico regista di Cleveland ha già promesso di regalare ai milioni di fan di Ghostface.


A Woodsboro la vita è tornata apparentemente normale dopo anni difficili, cadenzati dalle decine di omicidi truculenti che l'hanno resa tristemente famosa. La maschera del fantasma urlante, dietro la quale si nascondevano gli assassini responsabili di aver terrorizzato intere generazioni di studenti e poliziotti, è ormai esposta ovunque ed è divenuta involontariamente l'icona della città. Un modo di esorcizzare le paure dei sopravvissuti al massacro che si trasforma di colpo in un'inquietante scomoda presenza nel giorno del decimo anniversario dell'ultima strage. A Woodsboro tutti sono in fermento, in primis la polizia, e non solo perchè alcuni ragazzi del cineclub liceale hanno organizzato per l'occasione una blindatissima maratona horror durante la quale verrà proiettata l'intera saga horror di Squartati, ma anche perchè dopo dieci anni di assenza Sidney Prescott sta per tornare a casa.
La saga cinematografica, giunta ormai al settimo capitolo, è tratta da 'I delitti di Woodsboro', i libri scritti dall'ambiziosa giornalista di cronaca nera Gale Weathers che ha contribuito in passato a risolvere buona parte degli omicidi rischiando più volte la vita. Convolata finalmente a nozze con il detective Riley, il mitico Linus, la reporter d'assalto ha appeso microfono e telecamera al chiodo per dedicarsi a vita tranquilla ed è piombata in una profonda crisi di ispirazione. Dopo la chiusura del difficile caso che per lunghi anni l'ha vista protagonista, suo malgrado, insieme all'amica Sidney, Gale è alla ricerca di una nuova storia che non faccia rimpiangere le precedenti. Al contrario di quel che capita a lei Sidney sembra invece aver trovato la sua strada in campo letterario scrivendo Out of Darkness, un manuale di autodifesa per le donne vittime di gravi traumi che sta per essere presentato proprio nella sua città natale. Ultima tappa del tour promozionale sarà infatti proprio Woodsboro, dove la ragazza, ormai donna, verrà ospitata a casa degli unici parenti che le sono rimasti, la zia Kate e la cugina adolescente Jill, non proprio felicissima di riavere nei paraggi una congiunta piuttosto scomoda e in qualche modo portatrice di eventi funesti. Stesso scenario dunque, sullo sfondo del quale vecchie e nuove generazioni di assassini e vittime si confronteranno in nuovo appassionante duello all'ultimo sangue. Il primo di una nuova era di terrore...

Squadra che vince non si cambia. Stesso storico brillante sceneggiatore, Kevin Williamson, stessi tre attori storici (Neve Campbell, David Arquette e Courtney Cox) ma soprattutto stesso timoniere. Torna in grande spolvero Wes Craven, che dopo le deludenti ultime prove offerte con Red Eye e Cursed - Il maleficio, sforna un quarto capitolo della saga cult di Scream che va oltre ogni più rosea aspettativa. Tornano al centro della storia la sete di celebrità, i legami familiari, l'amicizia, la vendetta, l'esibizionismo, tornano l'estasi omicida, la follia adolescenziale, l'autoironia e lo humor nero che avevano contraddistinto l'intera trilogia, e vanno a mixarsi in una maniera pressoché perfetta con l'era moderna, con l'horror moderno e con il cinema moderno. Ecco allora l'avvento importante di internet, l'entrata in gioco di Facebook e Twitter, dei videoblog, delle webcam, dei cellulari di ultima generazione, insomma, l'avvento della tecnologia insieme all'estro di un genio della suspense tornato finalmente a grandi livelli, reinventano un franchise che solo qualche anno fa sembrava ormai appartenere ad un malinconico passato remoto. Nella epoca in cui "per diventare famoso deve solo esserti capitata qualche tragedia familiare" Scream 4 si posiziona come mai prima d'ora a metà strada esatta tra il thriller, il dramma adolescenziale, la parodia e lo slasher più cruento, regalando momenti davvero unici a tutti i fan della saga iniziata nel lontano 1996, che ad oggi non sembra poi così lontano.
Solito magistrale prologo, finale strepitoso, assassino e vittime che si dimostrano al passo coi tempi, personaggi nuovi e vecchi che si algamano alla perfezione, squartamenti innovativi, colpi di scena a raffica, sorprese e indovinelli, citazioni e omaggi adoranti al cinema di genere si susseguono senza sosta in un carosello di risate e terrore più unico che raro.
Se la prende un po' con tutti Craven, con l'horror nipponico, con la 'moda' dei remake, da Non aprite quella porta a Venerdì 13 passando per Amityville Horror e per i 'suoi' Le colline hanno gli occhi e L'ultima casa a sinistra, se la prende con le altre saghe, una su tutte con Saw ("che schifo, ci sono solo squartamenti, alla fine non interessa a nessuno chi muore, non c'è nessun approfondimento dei personaggi"), omaggia la piccola perla L'alba dei morti dementi - Sean of the Dead, più volte Psycho, cita continuamente i primi tre capitoli ma anche tanti capisaldi orrorifici come Suspiria, L'occhio che uccide, Halloweeen, Fog e La cosa di Carpenter insomma, una lunga lezione di cinema dell'orrore confezionata come solo lui avrebbe potuto fare. Autoreferenziale e autoironico al massimo, Craven ironizza sul poliziesco 'alla Bruce Willis' e non lesina belle ragazze, non lesina ironia e non lesina, anzi abbonda di molto (e non piange mai) sul sangue versato. Regole di genere che si confermano e sovvertono un attimo dopo, tempi perfetti, sussulti dalla sedia a ripetizione, ammazzamenti a go-go. Cambiano le dinamiche, o forse no, cambiano i cliché sul genere, o forse no, quel che è certo è che non cala mai la tensione per un film che non lascia un momento di respiro e offre delle pillole di comicità davvero indimenticabili.
Un nuovo inizio per la saga di Scream, in cui Wes Craven è apparso ispirato come non mai, tanto cinico quanto brillante, sicuro di aver finalmente ritrovato la vena artistica di un tempo grazie a questa nuova avventura insieme ad attori, collaboratori e tecnici che lavorano con lui instancabilmente da ormai più di quindici anni, quella che lui ama definire 'la grande famiglia di Scream'.
I fan possono dormire sonni tranquilli, l'attesa è stata premiata, in barba a tutti quelli che hanno gridato, assai prematuramente e imprudentemente, al flop.

Movieplayer.it

4.0/5