Recensione Hop (2011)

Secondo progetto nato dalla collaborazione tra Universal Pictures e Illumination Entertainment dopo l'ottimo exploit di Cattivissimo me, il film di Tim Hill fa propria la struttura delle favole, neutralizzando ogni situazione perturbante, in favore di una storia in cui tutti riescono a brillare di luce propria, anche i cattivi; nel cast vocale italiano Luca Argentero e Francesco Facchinetti (al secondo doppiaggio 'animato' dopo Robots).

Quattro salti tra le nuvole

C.P. è l'erede di una lunga dinastia di conigli pasquali, figure mitiche che hanno a cuore un solo scopo nella vita: diffondere lo spirito della Pasqua, dispensando a grandi e piccoli uova ed altre dolcezze sopraffine. Il destino di questo coniglietto è quindi già segnato, una volta raggiunta la 'maggiore età' dovrà prendere le redini di questo impero sui generis, affidatogli dal papà, il Coniglio Pasquale. Peccato che C.P. non ne voglia sapere di caramelle e cioccolatini e cerchi di diventare un grande batterista. Forte di uno straordinario talento, l'animaletto fugge a Hollywood e incrocia casualmente Fred, un giovane uomo che nononostante le continue richieste dei genitori e della sorella non ha ancora lasciato il nido e sembra piuttosto annoiato dalla vita. Braccato dal corpo speciale dei Berretti Rosa, tre conigliette con lo spirito da ninja allertate dal Coniglio Pasquale, C.P. tenta in tutti i modi di conquistare la fiducia di Fred. Solo dopo un'attenta analisi del difficile rapporto con le rispettive famiglie, i due si lasciano alle spalle le reciproche incomprensioni e diventano grandi amici, sostenendosi in un momento 'tragico' della storia dell'Isola di Pasqua, il colpo di stato organizzato da Carlos, un esilarante pulcino stufo di essere il numero due nella scala gerarchica del Coniglio Pasquale. La sorpresa nel grande uovo può essere solo positiva. Per tutti, ovviamente, ma soprattutto per Fred che dopo tanti anni di speranzosa attesa (era un bambino quando vide il Coniglio Pasquale in azione nel giardino di casa) trova il lavoro della vita.


Hop di Tim Hill, già regista di Garfield 2 e Alvin Superstar è il secondo progetto nato dalla collaborazione tra Universal Pictures e Illumination Entertainment; dopo l'ottimo exploit di Cattivissimo me. Gli attori in carne ed ossa interagiscono con le creature animate, disegnate dalla mano esperta di Peter De Sève, ideatore della celebre scena del furto della ghianda in L'Era Glaciale, dando vita ad un'opera buffa che pecca di tanto in tanto di discontuinità. Il risultato è un film che fa propria la struttura delle favole, neutralizzando però ogni situazione perturbante, in favore di una storia in cui tutti riescono a brillare di luce propria, anche un 'cattivo' come Carlos, costretto dalle circostanze a deporre le armi (per carità, solo mangime per uccelli) per riprendere la vita di sempre.

Certo, ogni fiaba che si rispetti poggia su presupposti 'incredibili', a cui però finiamo per credere, tuttavia in certi punti l'opera di Hill forza un po' la mano, sorvolando su una serie di incongruenze narrative. Ad esempio, ci chiediamo perché, se le conigliette dei Berretti Rosa agiscono in tutto e per tutto come C.P. e suo padre, non parlino affatto, limitandosi ad annuire; e per quale motivo poi si sia aggiunta al nucleo familiare di Fred una sorella adottiva antipatica e scostante, priva di un qualsivoglia peso all'interno della storia. Interrogativi destinati a rimanere insoluti, a meno che non si accetti come risposta pacificante il fatto che Hollywood sia rimasto l'unico luogo del mondo dove ancora si avverano i sogni, perfino quelli più bislacchi. L'unica perplessità, in questo caso, è legata al destino del protagonista.
Tramortiti dalla pioggia finale di caramelle e dolcetti, infatti, non possiamo fare a meno di notare come C.P. metta la testa a posto rinunciando per 'amor di patria' a qualcosa di sé, un sogno tanto grande che accantona pur col sorriso sotto i baffi. Resta quindi la curiosità di sapere che cosa ne sarebbe stato di una storia del genere nelle mani di autori più smaliziati e coraggiosi. A rimanere impressa è la dolcezza di un personaggio che vien voglia di abbracciare, esattamente come fa Kaley Cuoco (l'energica sorella di Fred) nella sequenza comica più riuscita del film, una scena in cui brilla uno schietto barlume di simpatia. Diligente e poco altro il lavoro di doppiaggio di Luca Argentero e Francesco Facchinetti (al secondo doppiaggio 'animato' dopo Robots). E dire che nel cast vocale originale brillano due guest star come Hugh Laurie, nei 'panni' del padre di C.P. e Hank Azaria in quelli del fenomenale Carlos. Partner del tenero C.P. James Marsden si limita a svolgere il compito assegnato, sfoggiando per l'occasione una nutrita serie di espressioni facciali stupite (in fondo deve duettare con un coniglio). Divertente invece l'autoironico cameo di David Hasselhoff, che interpreta se stesso in versione talent scout. Lui non si meraviglia affatto di scambiare qualche chiacchiera con un animaletto vestito di tutto punto. Il suo migliore amico era un'automobile parlante...

Movieplayer.it

3.0/5