Recensione Space Dogs 3D (2009)

Nell'immaginario prolungamento di una guerra fredda combattuta sul più rassicurante piano artistico, la Russia risponde all'esperta industria cinematografica americana con la sua prima opera di animazione in 3D.

Odissea nello spazio

Juri Gagarin è stato il primo uomo a orbitare nello spazio e a notare con infantile stupore che la Terra è blu, ma cosa hanno provato i suoi predecessori a quattro zampe di fronte a tanta vastità? A svelare i retroscena di quest'avventura per lo più sconosciuta è Pushinka, un vivace cucciolo bianco mandato in dono da Nikita Krusciov alla piccola Caroline Kennedy, figlia dell'appena eletto Presidente degli Stati Uniti. "Insediatosi" nella Casa Bianca, il nuovo ospite cerca di conquistare l'attenzione di tutti gli altri abitanti a quattro zampe con un racconto che sa dell'incredibile; tra missili e reclutamenti forzati, Pushinka narra l'avventura spaziale che nel 1960 fece di sua madre Belka e della compagna Strelka due eroi nazionali. Tutto ha inizio in Russia alcuni anni prima. Le strade di Mosca sono pattugliate dal furgone cigolante dell'accalappiacani che semina il terrore tra la popolazione randagia. Al suo passaggio ogni cane cerca un rifugio sicuro, mentre i meno fortunati vengono rapiti senza fare più ritorno. Solamente la scaltra Strelka, in combutta con un topolino truffatore di nome Vania, riesce ripetutamente a sfuggire alla cattura. Dal canto suo, in un'altra zona della città e con una vita ben diversa, Belka si sente protetta dalla sua condizione di star circense, ma si sa che il destino gioca spesso brutti scherzi. Così, dopo il fallimentare tentativo di un nuovo numero, la leziosa stella del circo piomba letteralmente nella vita della vagabonda Strelka, con la quale si troverà a condividere la detenzione in una stazione spaziale e l'addestramento per diventare dei formidabili astronauti pronti a entrare nella storia.


Nell' immaginario prolungamento di una guerra fredda combattuta sul più rassicurante piano artistico, la Russia risponde all'esperta industria cinematografica americana con la sua prima animazione in 3D. In realtà, gettati alle spalle gli anni delle sfide lanciate sul campo scientifico e non, Space Dogs 3D nasce dalla volontà di festeggiare il cinquantesimo anniversario del fortunato rientro dello Sputnik 5 con a bordo due astronauti d'eccezione: le cagnette Strelka e Belka che, alla fine degli anni cinquanta, regalarono alla Russia informazioni preziose sulla possibilità di sopravvivenza in orbita e a Gagarin l'opportunità di diventare il primo uomo nello Spazio. Vista da questa prospettiva, l'animazione diretta da Inna Evlannikova e Svyatoslav Ushakov ha quantomeno un gusto nostalgicamente celebrativo rintracciabile nella sovrapposizione della realtà storica a un percorso narrativo necessariamente romanzato. Così, mantenute intatte le identità delle due eroine a quattro zampe e la sorte di Pushinka, in realtà nata da Strelka e che andò in dono alla figlia di John Fitzgerald Kennedy come offerta di pace e amicizia, la vicenda ci offre giusto un assaggio dell'imponente architettura della Russia comunista e sfiora, con determinata leggerezza, la sorte tragica cui andarono incontro molti, forse troppi animali inconsapevoli nel nome del progresso. A questo punto, però, accantonati i buoni propositi commemorativi e la nostalgia dei tempi che furono, alla vicenda non rimane molto da dire e dimostrare se non l'evidente necessità da parte della cinematografia russa di prendere ulteriormente confidenza con lo strumento e la materia in questione.

Space Dogs è un primo esperimento e si nota con chiarezza. Nella realizzazione tecnica, come nella cura della sceneggiatura, si rintracciano immediatamente le ingenuità e le debolezze di un approccio impacciato a un genere che segue delle regole rappresentative in costante evoluzione. Abituati alla completezza dei prodotti Pixar e DreamWorks, in cui l'armoniosa fusione tra innovazione grafica e complessità narrativa ha portato l'animazione moderna tra le divinità maggiori del pantheon cinematografico, l'avventura di Strelka e Belka rappresenta un salto indietro in un tempo in cui ci si riferiva ai cartoni animati esclusivamente come a dei prodotti per l'infanzia. Evitando sterili confronti tecnici, visto anche l'indiscussa esperienza americana nell'applicazione del 3D, ciò che maggiormente si fa sentire in questo caso è la mancanza di una prospettiva emotiva, di una poetica e di uno stile quasi nazionale. Al contrario, Space Dogs sembra nascere da un'attenta analisi delle animazioni a stelle e strisce che hanno conquistato il favore del pubblico con il fine di rintracciare moduli vincenti da riprodurre fedelmente. Ecco allora che la preistorica ossessione di uno scoiattolo per la sua ghianda lascia il posto a un improbabile volatile impegnato nella conquista di un pezzo di formaggio, mentre a un topo cialtrone è affidato l'immancabile ruolo di spalla dalla battuta facile e dall'umorismo un po' cinico. Veramente troppo poco per decretare il successo di un'animazione dove tutto accade troppo velocemente e il background dei suoi protagonisti è debolmente accennato. Eccessivamente riduttivo anche per un pubblico di giovanissimi che, abituato a ben altri livelli narrativi, chiede e pretende uno spettacolo che li stupisca e li emozioni costantemente.

Movieplayer.it

2.0/5