I 'grintosi' fratelli Coen a Berlino col cast de 'Il grinta'

Accoglienza calorosa per i talentuosi fratelli del Minnesota e per le loro star, Jeff Bridges e Hailee Steinfeld, freschi di nomination all'Oscar, e il 'cattivo' Josh Brolin; insieme presentano ll grinta, evento speciale della kermesse berlinese.

Una giornata fredda e limpida accoglie lo straordinario cast del western seminale Il grinta, approdato a Berlino per presentare l'anteprima internazionale della pellicola candidata a ben dieci premi Oscar. L'ironico Jeff Bridges, l'esordiente Hailee Steinfeld e Josh Brolin accompagnano le due menti creatrici dell'opera, Joel ed Ethan Coen. I due terribili fratelli del Minnesota svelano i dettagli del remake del classico western attualmente in corsa per gli Oscar.

Questo per voi è un ritorno alla Berlinale insieme a Jeff Bridges. Nel 1998 avete presentato con successo Il grande Lebowski.

Joel Coen: Si, per noi è un ritorno, anche se l'altra volta Jeff Bridges non era presente con noi al festival. E' curioso notare come Il grande Lebowski abbia avuto maggior successo in Europa rispetto all'America.

Hailee, la tua interpretazione è veramente incredibile. Quale è stata la più grande sfida che hai dovuto superare per entrare nei panni di Mattie Ross?

Heilee Steinfeld: Non so esattamente. Non dico che sia stato facile, ma non ho dovuto superare grandi sfide. Credo che la cosa più difficoltosa sia stato recitare quei dialoghi.

Perché credete che questo film sia diventato il maggior successo economico dei Coen?

Jeff Bridges: Posso rispondere io. I Coen sono dei veri maestri, sono grandissimi cineasti e ora se ne sono accorti tutti. Questa è la mia teoria.

Tutte le vostre opere esplorano il concetto di ordinaria crudeltà, della ferocia calata nella vita di tutti giorni. Quale è il vostro interesse specifico? Avete una sorta di fascinazione per la violenza?

Ethan Coen: Non è una questione personale. La violenza mi mette in difficoltà, ma le storie importanti da raccontare, spesso, sono legate alla violenza, alla vita e alla morte.

Jeff Bridges: In realtà questo film è basato su un romanzo che fornisce maggiori informazioni sui personaggi e ampie motivazioni del loro operato. Il film ha operato necessariamente una contrazione.

Anche i dialoghi sono molto complessi, violenti, oscuri, quasi biblici.

Jeff Bridges: E' stato molto difficile comprendere i dialoghi che ero chiamato a recitare. Capisco che il mio personaggio parla in modo coerente con il contesto storico in cui è calato, ma forse sarebbe stato necessario utilizzare dei sottotitoli anche per la versione americana.

Perché il film è basato sul romanzo e non sulla versione cinematografica originale degli anni '60?

Ethan Coen: Per noi Il grinta era una lontana memoria. Avevamo visto il film da piccoli e in seguito non l'abbiamo più rivisto. L'idea di realizzare un nuovo film risale a qualche anno fa, quando abbiamo letto il romanzo. Il libro ci ha appassionato profondamente, per noi le tematiche trattate rivestivano una grande importanza e così abbiamo deciso di farne unl film.

Jeff Bridges: Il romanzo originale è come una sceneggiatura dei Coen. E' scritto benissimo, ha ritmo, contiene tematiche importanti, colpi di scena, svolte narrative.

Hailee, come ti sei trovata su un set quasi completamente maschile? Come ti hanno trattato i tuoi colleghi?

Hailee Steinfeld: Essere l'unica ragazza è stato molto divertente. In realtà sul set ero circondata da donne. C'erano la mia mamma, che è stata sempre con me, e la mia insegnante, ma stare davanti alla macchina da presa con uomini non è stato poi così male. All'inizio ero un po' intimidita, ma quando ho incontrato Matt Damon, Jeff e Josh mi sono sentita meglio. Sono state figure paterne per me, mi hanno insegnato molte cose e mi hanno trattato bene.

Jeff Bridges: Quando dicevamo le parolacce sul set ci multava. Credo che alla fine abbia guadagnato un bel gruzzolo.

Qual è la vostra percezione di un'icona come John Wayne, protagonista dell'originale? Avete tenuto in considerazione l'importanza che un simile personaggio ha avuto nell'immaginario collettivo e le sue idee politiche?

Joel Coen: Non è esatto affermare che John Wayne oggi sia una figura importante per i giovani americani. Mio figlio ha sedici anni e non ha neppure idea di chi John Wayne sia. Io credo che fosse un attore favoloso, ma non ha lasciato tracce al di fuori del mondo del cinema. Quando giravamo il film non abbiamo mai pensato all'originale o alla performance di John Wayne.

Jeff Bridges: John Wayne è una figura fondamentale del cinema westen, ma personalmente non l'ho mai incontrato.

Josh Brolin: Io si. Abbiamo trascorso molto tempo insieme. Bravo ragazzo. E le sue idee politiche... wow, grandi. _ (Brolin ride rumorosamente, n.d.r)_. Seriamente, penso che la percezione delle persone che hanno visto l'originale Il grinta sia legata più alla presenza di John Wayne che al film in sé. Si presume che lui sia intoccabile, come Reagan. Che rappresenti un sistema di valori ben definito e tipico di gran parte degli americani.

Il western ha molto a che fare con la mitologia fondante degli Usa. Il vostro film aggiunge qualcosa in questo senso?

Joel Coen: Quando decidiamo di adattare un romanzo analizziamo tutti gli aspetti della storia per capire cosa inserire nel film, su cosa concentrarci. A noi non interessa occuparci della mitologia del West. Il nostro film è un western perché è ambientato in un'epoca ben precisa, il 1870, e in luogo specifico. Non crediamo che ciò abbia alcun tipo di connessione autobiografica né abbia rilevanza in epoca contemporanea.

Josh Brolin: Il nostro paese è piuttosto pigro in fatto di ironia. Il western punta su sentimenti essenziali, fondativi, ma sarei molto curioso di sapere cosa veda il pubblico europeo in questo tipo di pellicola. Per noi potrebbe essere motivo di riflessione.