Berlinale 2011: i film e i protagonisti della 61esima edizione

Poca Italia per la 61esima kermesse tedesca, che apre con il nuovo film dei Coen. La presidente della giuria Isabella Rossellini accoglie simbolicamente Jafar Panahi tra i suoi membri; Wenders omaggia Pina Bausch col suo film in 3D, e Ralph Fiennes dirige e interpreta Coriolanus. Retrospettiva dedicata a Ingmar Bergman.

Mancano ormai poche ore al debutto della 61esima edizione del Festival di Berlino - che potrete seguire insieme a Movieplayer.it, giorno per giorno, con il consueto Speciale dedicato all'evento - e l'organizzazione della kermesse non poteva scegliere un titolo migliore de Il Grinta per inaugurare questa nuova tappa della Berlinale, che ancora una volta accoglierà più di ventimila persone (solo considerando gli addetti ai lavori e la stampa) e si prepara a dare spazio e visibilità a opere provenienti da ogni angolo del globo, prodotte sia da cineasti affermati che da quelli meno conosciuti, ma soprattutto a dare spazio a tante culture e punti di vista diversi. Non ci poteva essere titolo migliore de Il Grinta, dicevamo, non solo perchè il duo Joel ed Ethan Coen è da sempre molto amato dalla critica, ma perchè il titolo suona beneaugurante e lascia sperare che questa possa essere un'edizione entusiasmante, che confermi talenti indiscussi della Settima Arte, ma sia in grado di svelare anche le potenzialità delle nuove leve.

Il cartellone di Berlino 2011 si compone di sette sezioni: Competition, Panorama, Forum, Perspektive Deutsches Kino, Berlinale Shorts e Retrospective, alle quali si affiancano la Berlinale Special - che raccoglie pellicole-evento ma anche omaggi - e numerose iniziative parallele, tra cui il Culinary Cinema e i Teddy Awards, che quest'anno soffiano su 25 candeline. Ma andiamo con ordine.


A guidare la giuria della sezione dei film in concorso, quest'anno, ci sarà Isabella Rossellini, figlia di due icone del cinema come Ingrid Bergman e Roberto Rossellini, attrice, regista, modella, artista a tutto tondo che alla Berlinale è praticamente di casa. La fascinosa interprete di Velluto Blu presenterà un suo film nella sezione Berlinale Special, Late Bloomers, ma soprattutto avrà l'incarico di farsi portavoce della giuria composta dal produttore Jan Chapman, l'attrice Nina Hoss, l'attore, produttore e regista Aamir Khan, il regista Guy Maddin e la costumista Sandy Powell. Un posto simbolico in giuria è riservato anche al regista Jafar Panahi, che sta attraversando un momento difficile a causa dei suoi contrasti con il regime iraniano. Panahi, è anche presente in cartellone con alcune delle sue opere passate - tra cui Offside e Oro Rosso - e ci si augura che l'invito della Berlinale possa portargli fortuna, così come è capitato a Roman Polanski, che l'anno scorso ebbe modo di partecipare al concorso con l'avvincente L'uomo nell'ombra sebbene fosse detenuto da alcuni mesi per i noti conti in sospeso con la giustizia americana.

Tra i titoli di punta della sezione competitiva, Coriolanus, diretto e interpretato da Ralph Fiennes, adattamento del Coriolano di Shakespeare che mantiene la storia e i personaggi originari trasportandoli in un contesto bellico moderno; Tales of the Night di Michel Ocelot, che ripropone l'animazione stilizzata ma al tempo stesso ricca dell'autore di Kirikù e gli animali selvaggi; il thriller finanziario Margin Call, interpretato tra gli altri da Kevin Spacey, Jeremy Irons, Demi Moore e Paul Bettany; il coreano Come Rain Come Shine, dello stesso autore di This Charming Girl, che nel 2005, sempre a Berlino, aveva conquistato la nostra redazione; poi ancora il thriller Unknown - Senza identità, con Liam Neeson e Diane Kruger, il francese Service Entrance, con Carmen Maura, The Forgiveness Of Blood di Joshua Marston (Maria Full of Grace) e A Torinói Ló di Bela Tarr, per il quale l'autore ungherese - stando alle prime anticipazioni rilasciate dal Festival - avrebbe puntato ancora una volta sui tratti inconfondibili del suo stile: lunghi piani-sequenza, quasi niente dialogo e fotografia in bianco e nero, che alcuni anni fa, il direttore di Variety aveva identificato come 'il suo personale, insostenibile inferno cinematografico'.
Ad affiancare i film in concorso, ci saranno quelli fuori competizione, come appunto Il Grinta, The Future di Miranda July e Pina, un promettente documentario in 3D firmato da Wim Wenders e dedicato all'icona della danza Pina Bausch (che qualcuno ricorderà nella sequenza di apertura di Parla con lei di Almodovar). Anche Werner Herzog punta sul documentario in 3D con Cave of Forgotten Dreams, che sarà presentato al Berlinale Palast con una proiezione speciale.
Promettenti anche alcuni dei titoli della Berlinale Special, con Il discorso del Re - attualmente in corsa per gli Oscar, come il film dei Coen, del resto - Sacrifice di Chen Kaige, il biopic Toast, dedicata allo scrittore culinario inglese Nigel Slater, la versione restaurata di Taxi Driver, il già citato Late Bloomers, l'omaggio a Monicelli con uno dei suoi film più rappresentativi, Il Marchese del Grillo, il documentario Escuchando al Juez Garzòn di Isabel Coixet e Gianni e le donne, atteso nelle sale italiane l'11 febbraio, distribuito da 01Distribution.
La commedia di Gianni di Gregorio, insieme a Qualunquemente di Giulio Manfredonia rappresenterà l'Italia a Berlino. Ed è scontato che entrambe le pellicole offriranno più di uno spunto di discussione di parlare dell'attuale situazione politica nostrana e di chi ci governa. Se il riferimento agli atteggiamenti che dovrebbe adottare un uomo anziano, nei confronti del gentil sesso, è più marginale in Gianni e le donne, con Qualunquemente è impossibile sfuggire ai riferimenti allo scenario politico attuale (e passato) tanto più che il film con Antonio Albanese sarà presentato nella sezione Panorama, che quest'anno sarà imperniato su diversi temi-chiave, tra cui quello della corruzione.
A proposito di Panorama, i titoli di punta di quest'anno sono The Devil's Double di Lee Tamahori (con Dominic Cooper, Ludivine Sagnier), The Guard, con Brendan Gleeson, Tomboy di Céline Sciamma, Even the Rain con Gael Garcia Bernal (che ai Goya 2011 ha ottenuto ben tredici candidature) Amador di Fernando León De Aranoa, Here di Braden King, con Ben Foster, Life in a Day di Kevin MacDonald, il seguito di Tropa de Elite, The Mortician con il rapper Method Man e Warum Madame Warum, con la simpatica Zazie de Paris, che già vivacizzò l'ultimo festival di Roma in occasione della presentazione di Kill Me Please. Non mancheranno i documentari "monografici" come Mama Afrika, dedicato a Miriam Makeba, e The Advocate for Fagdom, dedicato invece a Bruce La Bruce. A proposito di La Bruce, la sezione Panorama non sarebbe completa senza le diverse pellicole che illustreranno lo scenario queer-underground di Berlino, come Rent Boys di Rosa von Praunheim, che tra l'altro è anche tra i protagonisti di Mondo Lux, di Elfi Mikesch, ma anche le realtà delle comunità LGBT di paesi come la Lituania.

A completare il cartellone della Berlinale 2011, la prospettiva sul cinema tedesco - di minor impatto internazionale, forse, ma d'obbligo, considerato il contesto in cui si svolge il Festival - le due sezioni dedicate al pubblico dei ragazzi, che non risparmiano tematiche e storie forti, come quelle affrontate in pellicole come She Monkeys e Intimate Grammar, adattamento de Il libro della grammatica interiore, di David Grossman. E poi c'è la sezione Forum, croce e delizia della stampa accreditata, considerata la sezione più "sperimentale" della Berlinale, che a pellicole più lineari - tra cui, per fare qualche esempio, il dramma cileno El Mocito - affianca opere non esattamente mainstream, come Twenty Cigarettes di James Benning - che per un'ora e mezza mostra venti persone intente a fumare una sigaretta e a svelarci le loro emozioni semplicemente attraverso le loro espressioni e il body language - oppure il collage omoerotico The Terrorists, del thailandese Thunska Pansittivorakul.

Infine, anche quest'anno il Festival volge lo sguardo al passato, non solo per rendere omaggio a Monicelli - scomparso a fine novembre - ma soprattutto per omaggiare Ingmar Bergman, con una ricchissima retrospettiva dedicata al maestro svedese, e l'attore Armin Mueller-Stahl, anche lui omaggiato con una selezione delle sue interpretazioni più significative (Avalon, La promessa dell'assassino, Shine e Lola di Fassbinder, per citarne alcuni) e con l'Orso d'Oro alla carriera.