Recensione Parto col folle (2010)

'Parto col folle' è una commedia frenetica che alterna con equilibrio azione fragorosa e umorismo slapstick e prova a travolgere il grande pubblico fra trovate demenziali e svolazzi sentimentaloidi. Nei panni dei suoi svitati protagonisti Zach Galifianakis e Robert Downey Jr., una coppia irresistibile.

Mamma! Ho perso l'aereo!

Peter è un architetto litigioso e nervosetto che vorrebbe prendere il primo aereo da Atlanta per Los Angeles per raggiungere sua moglie e non perdersi la nascita del loro primo bambino. Ethan è un aspirante attore gay, un mattacchione esuberante, petulante, panciuto e con la permanente che vive in simbiosi col suo inseparabile Sonny, un bulldog francese che si masturba per addormentarsi, come il padrone. Cos'hanno in comune due uomini così diversi? Lo scopriranno dopo essersi conosciuti all'aeroporto con uno scontro parecchio rocambolesco. Da quel momento tra equivoci e malintesi entrambi finiranno sulla lista "no fly", dovranno rinunciare al volo e salire a bordo di una macchina noleggiata, imbarcarsi in un lungo viaggio coast to coast e arrivare entro il venerdì a L.A.
Lungo il tragitto si imbatteranno in funerali sul Grand Canyon, un pit stop a casa di una venditrice di marijuana, confessioni a cuore aperto, sospetti di tradimenti e perfino una fuga dalla frontiera con il Messico.


E' un road-trip movie yankee che ricorda Un biglietto in due questo Parto col folle, commedia frenetica che alterna con equilibrio azione fragorosa e umorismo slapstick e travolge lo spettatore fra trovate demenziali e svolazzi sentimentaloidi. Dietro la macchina da presa ritroviamo Todd Phillips, che Una notte da leoni aveva portato rapidamente in vetta alle preferenze del grande pubblico in cerca di grasse risate. Qui più furbetto che bravo, Phillips ripropone elementi che avevano contribuito al successo dell'opera precedente: alle sbronze sostituisce la marijuana con una indimenticabile minisequenza psichedelica degna dei fratelli Coen, mentre la maternità torna tra le tematiche sviluppate e l'indagine tra amici si trasforma in una indagine psicologica di più ampio spessore. A restare invariati sono aspetti ben più consistenti: una narrazione (stavolta lineare) che deve molto del suo ritmo alla perfetta sintonia tra personaggi ben descritti e un ottimo gioco di squadra grazie alla straordinaria complicità tra gli interpreti.

Se Una notte da leoni vi aveva fatto precipitare in un universo comico senza ritorno con il suo umorismo incontenibile e la leggerezza dei suoi protagonisti, Parto col folle potrebbe deludervi: Phillips abusa di quel sottogenere che ha fatto in passato il successo di film come Tutto in una notte e di registi come John Hughes. Ed è impressionante notare la somiglianza tra il protagonista Zach Galifianakis e l'ultimo John Candy (Stripes, un plotone di svitati), attore feticcio di Hughes del quale Galifianakis potrebbe essere un degno erede. Phillips macina gag divertenti ma a funzionare meglio, paradossalmente, è la parte drammatica e più amara del film, anche se i temi della difficoltà nell'elaborare un lutto e nel relazionarsi con gli altri non sempre armonizzano con la valanga di battute e di espressioni facciali che i due svitati protagonisti ci propinano alla stessa velocità dei loro bolidi.
Nei panni dei due "schizzati" di questo buddy movie un po' maldestro e contemporaneo al punto da usare lo slang da social network, un duo davvero irresistibile, la coppia Galifianakis-Downey Jr., che sembrano non dover muovere un dito per trascinarci nei loro pazzeschi deliri alla mescalina. Nella parte della carogna Peter Robert Downey Jr. conferma ancora una volta le sue doti di attore comico, mentre Zach Galifianakis (Ethan) è capace di valorizzare la sua fisicità un po' sgraziata come i migliori funny men hollywoodiani hanno insegnato. L'intesa tra i due, nei ruoli di svalvolati agli estremi opposti, non appare mai posticcia, al contrario del ricorso pretenzioso dei supporter Jamie Foxx, l'amico muscoloso di Peter, e Juliette Lewis, una tarantiniana spacciatrice, madre di due minicanaglie, ridotti a un corredo accessorio del cast e della trama.

Capaci col loro incontestabile talento di reggere per l'intero film psicodrammi universali, batoste dolorose e vortici di straordinaria follia (vedi la scena in auto sotto l'effetto della droga) Galifianakis e Downey Jr. non riescono però a farci morire dal ridere; purtroppo il ritmo narrativo del film, dopo le faville della prima mezz'ora e malgrado l'azzeccatissimo accompagnamento musicale, non è riesce a mantenere l'iniziale andatura scoppiettante. E non vi meraviglierà che alla fine a rubare la scena ad attori di questo calibro finisca per essere Bodie, una star canina di neanche sette chili.