Dentro Shadow: intervista a Federico Zampaglione

In occasione dell'uscita in DVD e Blu-Ray di Shadow - L'ombra abbiamo incontrato Federico Zampaglione per una piacevole chiacchierata sul suo ultimo film e mostrarvi un esclusivo backstage.

Dopo l'esordio di Nero bifamiliare, Federico Zampaglione pare proprio voler far sul serio e con Shadow - L'ombra è passato al suo genere più amato come spettatore: l'horror. Obiettivo centrato per un film duro e dagli obiettivi molto chiari, che ridona all'horror italiano un respiro internazionale perso da tempo e al regista una credibilità difficile da ottenere per chi arriva da altri campi, come la musica, nel caso di Zampaglione. In occasione dell'uscita homevideo del suo film lo abbiamo incontrato per una chiacchierata che ha confermato la passione e la serietà con cui Zampaglione prende la sua avventura nel cinema.

Federico, inanzitutto volevo parlare delle ambientazioni di Shadow. E' chiaro che hai puntato molto sulla scelta degli esterni per creare l'atmosfera del film. Come sei arrivato alle tue scelte e che problemi hai incontrato?.
Federico Zampaglione: Gran parte del film è stato girato a Tarvisio, al confine con l'Austra, in montagna, in questo strano ambiente naturale che da una parte ti ammalia con la bellezza della natura e contemporaneamente ti da un incredibile senso di isolamento. E' grazie ad un'intuizione del mio amico Francesco Esposito che sono finito lì. Leggendo la sceneggiatura me l'ha consigliato e in effetti è un luogo dove si respira un'atmosfera davvero inquietante; un pò come se l'imponenza della natura finisca per spaventare.

Hai avuto difficoltà nel confrontarti con una produzione internazionale sotto il profilo del budget e delle scelte artistiche? Federico Zampaglione: Fortunatamente no, visto che Massimo Ferrero come produttore era motivato a fare un horror duro e senza compromessi. Quindi mi sono sentito libero di esprimermi senza particolari censure. Questo è fondamentale quando giri un horror perchè credo che debba essere un genere sporco e selvaggio, senza tentativi di edulcuraramento.

Ogni volta che l'Italia produce un horror, o comunque un film di genere, parte il tormentone ormai retorico sulla morte di questo cinema. Al di là delle evidenti difficoltà contemporanee per il cinema di genere in Italia, non credi che certi argomenti vengano anche impugnati come scusa per non rischiare mai e continuare a proporre un cinema italiano imbalsamato e di corto respiro?

Federico Zampaglione: Non lo so. In realtà l'horror è un genere commerciale e ciò varrebbe anche per l'Italia, ma in questo momento poco si muove. Alla fine i generi sono spesso legati ai corsi e ai ricorsi storici ed in alcuni periodi tornano di moda. Quello che manca più dell'horror italiano è quello straordinario patrimonio visionario andato smarrito, a favore di cinema piatto incentrato sui soliti argomenti come la famiglia e l'amore. Io ho cercato di dare dei segnali quando proponevo questo film sostenendo con forza che l'horror italiano si vende anche bene all'estero, ma mi rispondevano sempre che non era più così e che questa era una realtà legata al passato. Non è interamente così e Shadow lo dimostra, visto che è stato venduto all'estero e spero apra la strada ad altri film horror. Ma c'è anche da rimuovere l'atteggiamento autoriale che continua a etichettarlo come genere di serie b. Niente di più sbagliato: l'horror è un genere molto difficile perchè è sempre al confine con il rischio del riso involontario. Devi sempre stare attento alla credibilità e alll'attenzione del pubblico. E' davvero difficile.

Guardando il film è evidente come uno degli elementi più riusciti sia la figura di Mortis, interpretata da Nuot Arquint. La sua presenza è davvero inquietante e sorprende l'uso minimo del trucco. Come avete lavorato al suo personaggio? Federico Zampaglione: In modo maniacale. Ci siamo incontrati un anno prima e abbiamo studiato questo personaggio in ogni sfumatura. E' stato un lavoro molto duro e complesso, aiutato anche dalla sua capacità di mimo, visto che tutto era basato sul corpo e l'espressione, senza dialoghi, trucco o effetti speciali. La sua professionalità è stata incredibile. Ha seguito anche il mio suggerimento di studiare allo zoo gli animali. Mi interessava molto che i movimenti della sua testa ricordassero un serpente. E' stato perfino molto dentro un cimitero per assorbire il silenzio.

Una curiosità sul minutaggio. Shadow dura solamente 76 minuti. Non per forza un limite in un periodo in cui il cinema di genere è eccessivamente prolisso. Ti eri prefisso in qualche modo tale brevità o è stata il risultato delle contingenze pratiche e di sceneggiatura?

Federico Zampaglione: semplicemente è stato il risultati dei molti tagli effettuati. Inizialmente il film durava 90minuti e c'era un'introduzione che si rivelava inutile e con il montatore ci siamo resi conto che non avremmo fatto il bene del film ad inserirla. Il film è obiettivamento corto ma ha una sua compiutezza. Dice quello che deve dire e fa vedere quello che deve far vedere.

E riguardo al colpo di scena conclusivo? Non tutti hanno apprezzato Federico Zampaglione: Sì, in effetti ha diviso molto. Ad alcuni è piaciuto, ad altri per niente. Di certo ha generato un dibattito che non è mai una cosa negativa. Ha animato l'aspettativa e dato un pò di controversia per via del segnale politico che conteneva. Si è parlato anche del parallelismo con Allucinazione perversa. Ad ogni modo io rispetto entrambi le visioni. Credo comuque che l'horror sia un genere molto visivo che spesso vada anche al di là della storia stessa. Se avrò modo di continuare a farne come spero, migliorerò. Per il momento mi godo questo successo inaspettato. Ho sempre amato l'horror e aver modo di dare un contributo al cinema di genere italiano mi affascina molto.

Che tipo di spettatore sei?

Federico Zampaglione: come detto vedo molto horror, anche se ultimamente ho amato moltissimo un film non propriamente horror, ma decisamente nero e completamente folle come Ballata dell'odio e dell'amore di Alex De La Iglesia. Un'opera davvero molto interessante.

Cosa ne pensi del Blu-ray e delle nuove possibilità dell'alta definzione? Anche Shadow si avvale di un'edizione Blu-ray di tutto rispetto Federico Zampaglione: Mi piace il Blu-ray ma moderatamente. Ha il limite di essere un pò troppo pulito e io amo l'immagine più sporca. Sono però davvero fiero dell'edizione speciale che abbiamo realizzato per il film, con la versione Blu-ray quella DVD, gli extra, il fumetto, il libro fotografico e la colonna sonora. Sono segnali importanti che vanno dati per il mercato dell'homevideo, che in fondo è il regno del cinema di genere. Se credi nel tuo film non devi fornire solo l'edizione classica ma un'edizione completa e ricca.

Di seguito, il video esclusivo sul backstage di Shadow.