Recensione I pilastri della Terra (2010)

Approda su Sky Cinema la miniserie tratta dal celebre romanzo di Ken Follett: un'epopea grandiosa e affascinante ambientata nel medioevo inglese, e incentrata sulla tormentata costruzione di una cattedrale.

I pilastri della Terra: arriva in TV il Medio Evo secondo Ken Follett

Ken Follett è un romanziere noto per i thriller spionistici che gli hanno dato fama internazionale e un incredibile successo economico. Tra le sue opere, però, la sua preferenza va a un romanzo ben più ambizioso: I pilastri della terra, vasta epopea medievale ispirata dalla sua passione per le cattedrali gotiche. Allo scetticismo di agenti ed editori, seguì un crescente successo di pubblico, che ha finito per fare di The Pillars of the Earth il romanzo più popolare di Follett; nel 2010, per l'autore de La cruna dell'ago è arrivata un'altra grande soddisfazione: la trasposizione televisiva dell'opera realizzata con notevoli sforzi produttivi grazie a una co-produzione tedesca e canadese che ha contato anche sul supporto della Scott Free Films dei fratelli Ridley e Tony Scott, e sceneggiata dal veterano delle teleplay John Pielmeier.

Questa momumentale miniserie sta per arrivare anche sui nostri schermi televisivi grazie a Sky Cinema; prepariamoci duqnue ad assistere ad una storia di ampio respiro, che segue le vicende dei suoi protagonisti per diversi decenni tra battaglie, inganni, tradimenti, amori, violenza, rovesci di fortuna, intrighi e giochi di potere e che ruota intorno alla costruzione di una cattedrale. Il giovane priore di Kingsbridge, infatti, si ritrova improvvisamente privato della sua chiesa, distrutta da un incendio; per fortuna (ma non per caso...), proprio il giorno prima del disastro era arrivato a Kingsbridge, insieme ai suoi figli Alfred e Martha, alla sua amante Ellen e al figlio di lei, il silenzioso Jack, il maestro costruttore Tom Builder, che prepara ben presto il piano per una nuova cattedrale, modesta ma innovativa. Per Padre Philip, però, non sarà facile finanziare i lavori, a causa dell'inimicizia dell'ambizioso e crudele vescovo Waleran Bigod e di William Hamleigh, giovane bellicoso e malvagio che, grazie a un intrigo in cui Philip ha avuto inconsapevolmente un ruolo cruciale, ha sottratto la baronia della cittadina più vicina a Kingsbridge, Shiring, al conte Bartholomew e ai suoi figli adolescenti, la bella e fiera Aliena e l'impetuoso ma insicuro Richard. Con sullo sfondo la guerra civile tra Re Steven, benvoluto dalla Chiesa, e Maud, la figlia dell'ultimo sovrano espropriata dei suoi diritti sulla corona, un intreccio articolato e ricco di colpi di scena disegna alterne vicende, immergendo lo spettatore nel ritratto di un'epoca spietata e affascinante.
Lo spessore e il dettaglio della ricostruzione storica rivaleggiano, nella miniserie diretta senza troppi acuti da Sergio Mimica-Gezzan, con la ricchezza della scrittura follettiana; la sceneggiatura rievoca abilmente e senza sconti la brutalità delle genti del XII secolo, un momento storico in cui la precarietà politica rende i poveri e i deboli ancora più vulnerabili di fronte alle bramosie a alla prevaricazione dei potenti. Alcuni passaggi sono appesantiti, soprattutto nei dialoghi, da un eccesso di spiegazioni, che servono evidentemente a condensare alcuni snodi di un romanzo di oltre mille pagine, ma nel complesso la sceneggiatura riesce a "farsi cinema" anche grazie ad alcune scelte che si distanziano dalla narrazione di Follett: per non dare via troppo del plot, ci limitiamo a fare l'esempio del cambiamento nella caratterizzazione di Regan Hamleigh, l'astuta madre sfigurata del villain William, che lo script e l'ottima interpretazione di Sarah Parish rendono mostruosa dentro più che fuori.
Il cast, Parish inclusa, è uno degli elementi più interessanti del progetto: costituito in prevalenza da attori britannici, vede brillare particolarmente Rufus Sewell, un Tom Builder intenso, virile eppure commovente, Ian McShane, un Waleran invecchiato rispetto al romanzo, ma decisamente efficace nella sua perfidia, e, tra i giovani, il londinese Eddie Redmayne, bravissimo a incarnare un personaggio che all'inizio del racconto è praticamente un bambino e che cresce e si evolve fino a diventare il vero eroe della vicenda, e Hayley Atwell, perfetta per dare un volto e un'anima all'indomita e voluttuosa Lady Aliena.

Una visione indubbiamente impegnativa nella sua durata, questo I pilastri della Terra tuttavia non mancherà di avvincere gli appassionati del period drama televisivo e di gratificare i fan del romanzo di Ken Follett. Per gli altri, c'è il richiamo di un'opera comunque di buona fattura pervasa da una parte dalla barbarie dell'era che ritrae, dall'altra dallo spirito laico, liberale e progressista che è uno dei trademark dello scrittore inglese, e che prende corpo nell'architettura come negli animi umani.

Movieplayer.it

3.0/5