Venezia 67 - La parola ai vincitori

Ecco le dichiarazioni dei vincitori e del presidente Quentin Tarantino che, nel post-premiazione, ci illustra con toni coloriti le scelte fatte insieme alla giuria veneziana.

Dopo una rapida cerimonia di premiazione condotta dalla madrina Isabella Ragonese, che ha aperto la serata ringraziando la speaker ufficiale della Mostra Carla Lulli per poi ricordare tutti i film in rapida carrellata con un lungo gioco di parole, la 67esima Mostra del Cinema di Venezia ha finalmente eletto i suoi vincitori. La premiazione non è stata priva di siparietti comici, dal mancato arrivo sul palco di Vincent Gallo, sostituito nel ritiro della Coppa Volpi dal regista di Essential Killing Jerzy Skolimowski, e dalle pose plastiche dell'entusiasta Alex de la Iglesia che, dopo essersi inginocchiato di fronte al presidente Quentin Tarantino, si è simpaticamente concesso ai fotografi come e meglio di un fotomodello. Uno dopo l'altro, tutti i premiati, emozionati e soddisfatti, si presentano di fronte alla stampa per rilasciare le prime dichiarazioni. Ad aprire le danze è Quentin Tarantino, che viene contestato per la scelta fatta, ma risponde alle critiche con gesti eloquenti.

Quentin Tarantino - Ci sono stati film che ci sono piaciuti più di altri. Per esempio il film di Takashi Miike ci è piaciuto molto. Se avessimo avuto un altro premio glielo avremmo dato senza dubbio. Abbiamo premiato il film di Sofia Coppola perché ci è piaciuto e ha vinto con un voto unanime. La giuria ha reagito solo ai film, senza lasciarsi influenzare dalle relazioni con i registi. Somewhere spicca sugli altri per la sua bellezza, per la fotografia, per vari aspetti tecnici e per le interpretazioni degli attori. Ci ha incantato la prima volta e nel corso dei giorni è l'apprezzamento è cresciuto. Il miglior momento del film è Stephen Dorff nel calco di gesso. Un lavoro da artista. Riguardo ai film italiani non posso entrare nel dettaglio spiegando perchè non abbiamo premiato nessun film. Non sarebbe giusto nei confronti dei film nominati e degli altri film in concorso.

Mikhail Krichman, vincitore dell'Osella per la miglior fotografia per il russo Silent Souls. Ritira il premio il regista Aleksei Fedorchenko - Noi abbiamo ricevuto tre premi, il Fipresci, la giuria ecumentica e la fotografia. Per me è stato molto strano ricevere questi riconoscimenti perché hanno premiato aspetti diversi della mia opera, comunque sono molto felice.

Ariane Labed, Coppa Volpi femminile - Credo che sia giusto ricordare che il lavoro che ho fatto è soprattutto merito di Athina, la mia regista. Ci siamo impegnate molto per costruire il personaggio di Marina. Il premio che mi viene dato riguarda in realtà l'insieme del film. L'idea di essere domani sulle prime pagine mi fa molto paura, ma credo che i miei genitori, di origine francese, siano orgogliosi di me. In realtà non avrei voluto lavorare ed è per questo che faccio cinema, perché il cinema lo si fa per piacere.

Quentin Tarantino sul premio speciale a Monte Hellman - Il premio a Monte è stato dato per la sua opera completa, per il suo essere artista, per il modo in cui ha ispirato altri cineasti e il suo percorso estetico così impegnato e commovente. E' stato un onore premiarlo.
Monte Hellman - E' stato un grandissimo onore vedere il mio film in concorso a Venezia. Sono sopraffatto. Non ho più parole. Ora sto lavorando a un thriller romantico di fantasia. Gli ingredienti sono una bellissima donna e un agente della Cia che si innamorano dopo essere morti.
Quentin Tarantino su Essential Killing - So che non si possono cumulare i premi principali, ma ho detto a Marco Muller che è una regola pazzesca. Non è giusto dare un premio agli attori di film che non sono i più belli. Da oggi in poi non ci sarà più questa regola. Quello di Skolimowski è un cinema muscolare, duro, fortissimo. La fotografia e la regia erano fantastiche ed eccitanti. Gallo non ci piace, ci ucciderebbe nella neve se ci incrociasse, ma anche questa è la bellezza del cinema.
Jerzy Skolimowski - Vorrei dare un consiglio su chi farà il regista di Vincent Gallo in futuro. Qualsiasi cosa vi faccia è un incredibile attore perciò si è disposti ad accettare qualsiasi suo capriccio. Quando ho visto il film, il personaggio principale non mi piaceva e non capivo se era per come l'avevo scritto o perché era Vincent Gallo a interpretarlo.
Alex de la Iglesia - Non chiamatemi maestro perché io sto cercando di imparare. Sono felicissimo del premio. Se devo indicare dei modelli ai quali mi sono ispirato per il film posso dire di essermi rifatto al cinema muto e a Lon Chaney. Dobbiamo essere tutti coscienti che nell'epoca postmoderna non inventiamo più niente. In questo festival non si premia il miglior regista, ma il miglior barman. Il trucco sta nel mescolare bene gli ingredienti. In passato mi sono trovato male in molti festival e perciò ora posso dire che il segreto del successo è saper scegliere tra il talento e la capacità di fare cinema e in questo festival hanno riconosciuto il talento.

Sofia Coppola - Quando ho ricevuto la telefonata in cui mi si chiedeva di tornare al Lido non ci credevo. E' stata un'emozione incredibile e spero che questo aiuterà il mio film. Visto che la mia famiglia è di origini italiane ricevere il Leone d'Oro è stata una delle più grandi emozioni. Quando ho scritto il film mi sono resa conto di mettere qualcosa di me in ciascuno dei personaggi, in particolare in quello di Stephen Dorff. Mi sono rifatta a momenti del mio passato. Volevo fare un film sulla Los Angeles di oggi, ma oltre al cinema americano ho guardato anche la Nouvelle Vague. Ho cercato di rendere il film il più semplice possibile.