Vallanzasca secondo Michele Placido: il fascino del male a Venezia

Polemiche al Lido di Venezia per la proiezione del crime movie biografico dedicato a Renato Vallanzasca. Michele Placido presenta il film alla stampa insieme al protagonista Kim Rossi Stuart.

Accoglienza fredda per il biopic Vallanzasca - Gli angeli del male, pellicola dedicata al bandito milanese Renato Vallanzasca che Michele Placido ha diretto con l'imponente supporto produttivo della Twentieth Century Fox Italia. Supportato da un grande cast, capitanato da un bravissimo Kim Rossi Stuart, Vallanzasca - Gli angeli del male è un crime movie che affronta pagine di storia nera dell'Italia degli anni '70 mettendo il dito in ferite ancora aperte. Con Placido e Kim Rossi Stuart sono presenti a Venezia anche Filippo Timi, Moritz Bleibtreu, Francesco Scianna e le due "donne del bandito", Valeria Solarino e Paz Vega.

Stamattina sul Corriere della Sera c'era una lettera dei parenti delle vittime. Il prefetto Serra, riguardo a Vallanzasca, ha dichiarato che i media hanno contribuito ad esaltare un personaggio già esaltato di suo. Voi vi sarete sicuramente posti il problema
Michele Placido: Purtroppo non ho letto l'articolo del Corriere, ma in questi giorni si dice un po' ovunque che Vallanzasca è il pericolo numero uno in Italia dal dopoguerra a oggi. Vallanzasca è un criminale, è ancora in carcere quindi sta pagando mentre in Parlamento ci sono persone che hanno fatto peggio di lui e sono a piede libero. Io sono stato prima in un collegio di preti e poi sono stato un poliziotto quindi conosco i vari lati dell'Italia. Kim mi ha dato il coraggio di realizzare il film perché voleva farlo come attore e io lo capisco bene. Negli anni '70 Vallanzasca è stato un mito anche a causa della stampa, comunque aveva una leggerezza, una bellezza dietro la quale si nascondeva il criminale. Non tutti i criminali rispondono al modello lombrosiano e qui sta il mistero di Vallanzasca.

Kim, il tuo milanese è perfetto. Come ti sei preparato al ruolo di Vallanzasca?

Kim Rossi Stuart: Riguardo a Vallanzasca si può dire tutto, ma non che sia un furbo e questa è la cosa che mi è piaciuta di lui. Ci sono molti altri motivi per condannarlo, per metterlo sulla graticola mostrandone i lati negativi. Capisco perfettamente il punto di vista dei parenti delle vittime. Per quanto riguarda il mio milanese ho avuto un bravissimo dialogue coach, un insegnante di teatro che mi ha aiutato molto.

Moritz Bleibtreu, come sei stato scelto per il film?
Moritz Bleibtreu: Quando avevo diciannove anni ho vissuto un anno in Italia e ho imparato la lingua. Non so bene perché mi abbiano proposto il ruolo, ma per me è stato come un sogno che si avverava. Ero cresciuto con le serie che interpretava Placido.

Paz, come ti sei sentita a interpretare l'angelo del bene tra questi angeli del male?
Paz Vega: Lavorare con Michele è stata un'esperienza favolosa perché è un regista che ha già tutto chiaro in mente durante le riprese e ti agevola molto il lavoro. Sul set mi sono divertita molto. Antonella è una donna cresciuta in un mondo di uomini. E' molto forte, intelligente ed è riuscita a cavarsela in un ambiente difficilissimo.

In Italia è pieno di statisti, sportivi, figure importanti e meritevoli che non hanno mai avuto una biografia al cinema. Era proprio necessario tra tutti questi girare un film sul bandito Vallanzasca?

Michele Placido: A me questa domanda non me la puoi fare perché ho fatto Padre Pio, ho fatto il medico del papa, ho fatto Un eroe borghese. A me interessa affrontare il bene, ma anche il male che è in tutti noi. Vallanzasca non va perdonato, ma va compreso. Lui si è addossato la responsabilità di tutti i crimini commessi dalla sua banda e l'Italia, che è un paese cattolico, dovrebbe tenere presente il concetto di pietas. Nel Nord Europa i criminali dopo trenta, quaranta, cinquant'anni escono. Antonella, la moglie di Vallanzasca, sta combattendo una dura battaglia da anni per la sua libertà. Renato ci ha confessato l'ultimo delitto poco prima di iniziare le riprese del film ammettendo di avere sbagliato, ma la sua etica gli impone di non nascondere niente.

Kim, che rapporto c'è tra te e Vallanzasca?
Kim Rossi Stuart: Ho incontrato Vallanzasca più volte. E' stata una parte del lavoro molto importante, surreale, ai confini della realtà. Quando alla base del progetto c'è un libro, in questo caso un'autobiografia, gli stimoli sono tantissimi e anche l'incontro col vero personaggio è stato un momento importante.

Nel film manca la parte in cui Vallanzasca va a Roma e rifiuta il contatto con le altre bande criminali e con i servizi segreti?
Michele Placido: Vallanzasca non ha mai voluto avere legami né con la Banda dellla Magliana né col terrorismo di estrema destra né con la mafia e questo forse è il motivo per cui in carcere è stato isolato. Io non ho messo nel film questa cosa perché avremmo dovuto ampliare il film che era già molto lungo

Nelle varie situazioni del film gli uomini di legge vengono rappresentati come degli sprovveduti.
Michele Placido: Lo erano. Non era la polizia di oggi. Basta leggere la ricostruzione della fuga di Vallanzasca dalla nave nelle cronache giudiarie dell'epoca. Lui ha semplicemente svitato l'oblò ed è uscito. Poi per fortuna c'è stata la riforma, ma all'epoca la polizia non era tecnologicamente all'avanguardia. Ai tempi del sequestro Moro la polizia si affidò a una seduta spiritica per sapere dove si trovava.