Happy Town: i misteri di Haplin

Happy Town cerca ad un tempo rievocare le atmosfere e l'ironia di uno show pionieristico con I segreti di Twin Peaks e di ricreare i ritmi, gli eccessi e la coralità del più recente Harper's Island.

La nuova incarnazione della tipica, ridente eppure inquietante cittadina della provincia americana, popolata da poliziotti umili e integerrimi e agenti federali pazzoidi e senza scrupoli, madri angeliche e sorridenti e padri violenti, adolescenti innamorati ed energumeni poco raccomandabili, e ovviamente da sconosciuti affascinanti e sfuggenti serial killer, vive (e muore, non solo cancellata precocemente, ma anche "implosa" a soli 8 episodi rispetto alle previsioni iniziali, dopo essere stata rinviata di alcuni mesi) su ABC e si chiama Happy Town.
Haplin, pittoresca e accogliente, dominata dalla fabbrica di pane che rappresenta il suo traino economico e dalla famiglia che la possiede, e che dà il nome alla città, è il punto di approdo della giovane Henley, che, ufficialmente, deve prendere possesso di un'eredità, ma in realtà ha ben altra missione. E' attraverso lo sguardo della ragazza che si consuma il nostro primo incontro con la cittadina, che si prepara a un giorno di festa e non si aspetta certo di essere teatro di un nuovo fatto di sangue. Sette anni dopo la sparizione dell'ultima vittima dell'inafferrabile Magic Man, infatti, un uomo viene trovato ucciso, e questa morte orrenda riapre le antiche ferite di Haplin e dei suoi tribolati abitanti.

La serie creata da Josh Appelbaum, Scott Rosenberg e André Nemec cerca ad un tempo rievocare le atmosfere e l'ironia di uno show pionieristico con I segreti di Twin Peaks e di ricreare i ritmi, gli eccessi e la coralità del più recente Harper's Island, miniserie passata sulla CBS la scorsa estate. Se il classico lynchiano resta ben fuori dalla portata degli autori di Happy Town, almeno sulla carta ci dovrebbero essere gli elementi per fare meglio del poco più che mediocre Harper's Island, almeno considerando il prestigio del cast e la potenziale longevità dell'articolato mystery. A complicare notevolmente le cose, purtroppo, è arrivata la scelta del network che, riducendo drasticamente il numero degli episodi commissionati, ha di fatto costretto gli autori a condensare il materiale narrativo e a tirare fuori una soluzione in corso d'opera. Il risultato è che quello che avrebbe potuto essere un piacevole e disimpegnato show da brividi si trasforma in un pasticcio di sceneggiatura con qualche momento di autentica tensione, alcuni gustosi lampi di follia e molti, troppi passi falsi.

Non mancano, in ogni caso, le buone ragioni per dare una chance a Happy Town, a cominciare da un Sam Neill in versione maturo e piacente collezionista di memorabilia cinematografici (ovviamente con un segreto), per proseguire con la bellezza magnetica della protagonista Lauren German, e finire con la soddisfazione di vedere un mystery risolversi in modo diretto, spiazzante e 'rotondo' sebbene non elegante e non esente da plot hole, in controtendenza rispetto a tanti show degli ultimi anni che hanno trascinato per stagioni e stagioni i loro arcani.
Happy Town può essere un simpatico guilty pleasure per lo spettatore onnivoro e avido di mystery, genere che ha sempre le sue attrattive, il quale non si lasci spaventare da un irrefutabile ma volendo accattivante alone trash.