Breaking Bad: Walter in the Middle

Abbiamo incontrato Brayn Cranston per discutere temi e lavorazione della serie che gli ha dato il successo: Breaking Bad, la cui stagione 2 è su AXN dal 3 Giugno.

Passato da padre di famiglia bonario e un po' imbranato di Malcolm dell'omonima sit-com a padre di famiglia spacciatore e fabbricante di metanfetamine: è Bryan Cranston, pluripremiato per il ruolo dell'insegnate di chimica malato di cancro che in Breaking Bad si ricicla mago della meth per mantenere la famiglia. Abbiamo incontrato Cranston (che in realtà è un bell'uomo affabile e con tanti capelli rossicci) durante la pausa tra la seconda stagione (che parte in questi giorni su Axn) e la terza, mentre era ospite al Festival della Televisione di Montecarlo.

Qual è stata la tua prima reazione quando hai letto lo script di Breaking Bad?
Molto eccitato! Se non funziona sulla carta, uno show non sarà mai bello. Ho parlato subito con il creatore della serie, Vince Gilligan, ed eravamo entrambi eccitati mentre discutevamo della costruzione del mio personaggio. Abbiamo stabilito immediatamente che Walt doveva essere fuori forma, con occhiali e baffetti, e sentirsi invisibile.

Ritieni che sia questo il personaggio più estremo che hai interpretato?
Assolutamente sì. Volevamo creare un personaggio mai visto prima in televisione, un personaggio che cambiasse completamente passando da buono a cattivo. Anche se il risultato alla fine si fosse rivelato, sia per pubblico che critica, un fallimento - la premessa rischia seriamente di alienare il pubblico - noi avevamo deciso da subito di raccontare questa storia nel modo più onesto possibile.

Definiresti Breaking Bad un incrocio tra My name is Earl e Weeds?
Sì, la componente di dark humour è molto forte, Breaking Bad è decisamente una dark comedy, eppure alcuni non ne riconoscono lo humour. La serie ha molto rispetto per il pubblico, la produzione ti dice chiaramente che non devi ridere per forza, se non trovi lo show divertente va bene lo stesso, puoi apprezzarlo comunque. Lasciamo la decisione allo spettatore.

Com'è per te sostenere questo tipo di parte dal punto di vista psicologico?
Considera che lavoro dalle 13 alle 14 ore al giorno, la sera sono sfatto, prendo un asciugamano caldo, me lo metto sul viso, mi tolgo il trucco e il costume e poi vado a casa: non voglio portare Walt a casa con me, anche se è un personaggio divertente da interpretare mi esaurisce.

Com'è stato vincere l'Emmy per la tua interpretazione di Walt?
Guarda, dopo tre candidature all'Emmy per la sit-com Malcolm in the Middle nel 2002, 2003 e 2006, come miglior attore non protagonista senza mai vincere, sia io che mia moglie ormai ci eravamo messi l'anima in pace e persuasi che non l'avrei mai spuntata, poi invece ho vinto, contro ogni previsione, come attore protagonista per Breaking Bad. Alla cerimonia di premiazione ero nervosissimo. L'unica cosa che sono riuscito a pensare quando sono salito sul palco per ritirare il premio è stato "cerca di dire qualcosa!". È stata un'enorme sorpresa. In fondo, Breaking Bad va in onda su una piccola rete -AMC - con solo due serie in produzione [l'altra è l'osannata Mad Men... ndr] - che possibilità avevo di essere preso in considerazione per l'Emmy?

Com'è stato prepararsi fisicamente a interpretare Walt?
La vera difficoltà nel prepararsi per diventare Walt è proprio la parte fisica, devo perdere un sacco di kg e quando arriva il momento mi privo subito dei carboidrati. Per interpretare verosimilmente Walt ho perso circa 7 kg e ho detto addio ai capelli. É un passo che senz'altro mi ha reso più facile entrare nel personaggio. In realtà non è uno sforzo così tremendo perdere peso, ritengo che per gli uomini sia facile alla fine dimagrire, perché siamo come i cani, mangiamo quello che ci danno!

Cosa mi puoi dire del punto di vista assunto dalla serie nei confronti delle droghe: è evidente che la produzione non dà giudizi morali.
La storia di Walt è quella di un giusto che ha fatto la scelta sbagliata. L'unica cosa che gli preme è fare più soldi possibili da lasciare alla moglie dopo la sua morte, è questa la storia che racconta Breaking Bad, quella di un uomo disposto a tutto. Walt è impreparato sia sulla sua malattia che sul mondo della droga, imbarcandosi in questa impresa non ha pensato di poter finire invischiato in omicidi e simili.

Ti aspetti un qualche tipo di redenzione per il tuo personaggio?
Nella seconda stagione Walt pensa ancora che tra lui e il suo ex studente e partner in affari Jesse, è ancora quest'ultimo il più pratico, ma molte cose cambiano e soprattutto incombe sempre il rischio che la moglie di Walt lo scopra, è quello certamente è un elemento che può avere dure conseguenze.

Dopo 7 anni in Malcolm in the Middle non eri comunque molto conosciuto, mentre sono bastate una manciata di puntate di Breaking Bad per sfondare...
In realtà c'è un sacco di gente, almeno negli Stati Uniti, che mi ferma perché mi riconosce per Malcolm in the Middle, ma con Breaking Bad le cose sono veramente cambiate. Ho scelto questa professione non perché volevo diventare ricco e famoso, ma per il potere! Il vero potere dell'attore, ed è quello che mi interessa, è il potere di far ridere e piangere il pubblico. L'importante è non fargli mai provare la noia.