Clooney, McGregor e le capre a Venezia

Caos al Lido per l'arrivo di George Clooney che, come sempre, anima una conferenza turbolenta contrassegnata da dichiarazioni d'amore e domande di puro gossip per presentare il bellissimo The Men Who Stare at Goats. Con lui Ewan McGregor e il regista Grant Heslov.

Oggi Venezia si mobilita per l'atteso The Men Who Stare at Goats. Ad accompagnare il film evento, presentato fuori concorso a Venezia 66, sono presenti due delle quattro star del film, i brillanti George Clooney, co-produttore dell'opera con la sua Smokehouse, ed Ewan McGregor. Con loro il regista e socio di Clooney Grant Heslov che ci racconta la genesi dell'eccezionale commedia che narra una storia più vera del vero tratta dal romanzo reportage Capre di guerra di Jon Ronson. Come da tradizione quando c'è Clooney la conferenza stampa diventa una serie di gag di ogni genere con domande sulla presunta omosessualità della star, sul matrimonio e sulla relazione con la Canalis, il tutto condito da dichiarazioni d'amore provenienti da uomini e donne e da un'irresistibile spogliarello - anche questo maschile - a opera de Le Iene.

Mr. McGregor, come fa un ex cavaliere Jedi a interpretare un film in cui non sa cosa sono i Cavalieri Jedi?

Ewan McGregor: Beh, non tutti hanno visto Guerre Stellari.

Mr. Clooney, dopo questo film pensa che la telecinesi possa diventare un'arma di distruzione di massa?

George Clooney: Assolutamente si! Vi annuncio che stasera alla premiere passerò attraverso un muro. Scherzi a parte, la cosa interessante di questo film è che molte delle cose narrate sono assolutamente vere.

Mr. Clooney, nella confernza dell'anno scorso lei ha parlato di Barak Obama. Che cosa ci dice ora che è stato eletto?

George Clooney: Sono molto felice. Stimo molto Obama. Ottenere la presidenza con due guerre in corso è un'impresa impossibile. Sarebbe servito anche a lui un cavaliere Jedi.

Questo film contiene molti elementi New Age, è quasi un'opera hippy. Lei cosa ne pensa?

George Clooney: Effettivamente vi sono alcuni elementi new age che danno colore alla pellicola. Ma sa, d'altro canto Ewan è un convinto sostenitore della New Age e crede davvero nel paranormale.

Come avete operato per infondere questa gioia, questa brillantezza che il film contiene?

Grant Heslov: Il film è tratto da un libro scritto da Jon Ronson, un autore che è stato capace di creare un mondo e dei personaggi che ci hanno fatto innamorare. E' stato facile per me infondere questa sensazione nel film adattando un ottimo materiale di partenza.

Questo film mi ricorda un po' alcuni lavori dei fratelli Coen, ma anche Mash o Comma 22. Vi siete ispirati a questi lavori?

George Clooney: Ho lavorato tre volte con i fratelli Coen e mi sono divertito molto. Anche Grant è ebreo e questo è un punto di contatto tra loro. Ho conosciuto Grant a scuola di recitazione e all'epoca mi ha prestato dei soldi. Siamo amici da un sacco di tempo. Lavorare con lui non è molto dissimile dal lavorare con i Coen.

Three Kings è un film brillante, una commedia vera e propria che parla della guerra. Per affrontare questo tipo di temi oggi dobbiamo per forza passare attraverso la farsa?

George Clooney: Trovo Three Kings un film molto ben fatto, ma quando si parla di guerra è più facile riflettere su una terminata. In questo caso il tema era più complesso, anche se non si tratta di un film di guerra vero e proprio.

Mr. Clooney, lei riterrebbe possibile un giorno innamorarsi di un uomo?

George Clooney: Si, certo. Grant e io stiamo per annunciare il nostro matrimonio, ma posso leggerle la mente e sapere cosa sta pensando al proposito.

E' vero che per un attore è più difficile interpretare un ruolo comico?

Ewan McGregor: Il trucco è che bisogna evitare di recitare "da commedia". Occore sempre dare il massimo e calarsi in qualsiasi tipo di ruolo. In questo caso è la situazione che è divertente. Avevamo attorno un ambiente grigio e quindi è stato facile.

Mr. Clooney, si vocifera che stasera sarà accompagnato alla premiere da una splendida ragazza. Per caso ha intenzione di sposarsi?

George Clooney: La domanda è interessante. Da vent'anni faccio conferenze stampa e non me l'avevano mai chiesto, ma la risposta è "Non lo so".

Lei che opinione ha sui giornalisti?

George Clooney: Mio padre è stato giornalista per 40 anni. Ho una grande simpatia per i reporter, ma questo non è un film sul giornalismo, è una storia divertente. Il fulcro del lavoro non era tanto giudicare l'opportunità di utilizzare il paranormale nell'esercito, ma mostrare la degenerazione di queste idee.

Cosa pensa della libertà di stampa? E' al corrente dei problemi che abbiamo in Italia?

George Clooney: Vorrei poter capire meglio l'italiano perché non sono abbastanza informato per dare un parere su un paese che non è il mio. Se state passando un momento difficile raccontatecelo e forse ne faremo un film. Io e i miei amici siamo tutti a favore della libertà di stampa, è la nostra salvezza per denunciare gli errori del governo.

Il finale del film è piuttosto curioso. Quale è il messaggio che volete lanciare?

George Clooney: Il messaggio è che ballare fa bene, anche prendere droghe e volare sugli elicotteri. No, seriamente, il messaggio è che anche nei momenti difficili abbiamo bisogno di credere fermamente in qualcosa.