Recensione Il respiro del diavolo (2007)

Nonostante i suoi limiti, 'Il respiro del Diavolo' resta una produzione godibile per gli amanti della tensione e per gli estimatori di Josh Holloway, che non faranno fatica a ritrovare il ben noto ed amato Sawyer anche in questo ruolo per il grande schermo.

Giochi pericolosi

Proprio mentre in milioni di televisori americani il volto di Josh Holloway sta tornando nella quinta stagione di Lost, una stagione in cui pare che il suo Sawyer sarà molto attivo, il pubblico del nostro paese potrà apprezzare il suo sorriso da cattivo ragazzo nell'horror/thriller Il respiro del diavolo. Così come Sawyer, anche il Max protagonista del film viene da un'esistenza vissuta ai margini della legge, un'esistenza da cui vorrebbe tirarsi fuori. I suoi sforzi, però, non sono sostenuti dalla società: la banca gli rifiuta infatti un prestito che gli avrebbe permesso di dare il via ad una nuova vita ed aprire un ristorante insieme alla sua compagna Roxanne, altro volto noto al pubblico televisivo: Sarah Wayne Callies, la dottoressa Tancredi di Prison Break.
Max, suo malgrado, si vede costretto ad accettare un ultimo lavoro fuori dalle regole offertogli dal suo amico ex galeotto Sidney: il rapimento, a scopo di riscatto, del figlio di dieci anni di una famiglia dell'alta società del Vermont. Cosa può andare storto? Che problemi può dargli un ragazzino di quell'età?
Il ragazzino in questione è il piccolo David, apparentemente tranquillo e gestibile, prelevato da casa sua il giorno del suo compleanno da Max ed i suoi complici e rinchiuso in un isolato rifugio nei boschi del Maine in attesa dell'agognato riscatto. Ma nel gruppo iniziano tensioni ed incomprensioni, mentre i componenti della banda sono infastiditi da inquietanti sussurri (da qui il titolo originale Whisper) ed il piccolo David si rivela ben più pericoloso del previsto.

E' il giovanissimo Blake Woodruff a dare il volto al piccolo David, reggendo il confronto in scena con i più noti compagni di cast: sebbene non esordiente, l'avevamo visto in Una scatenata dozzina e nel suo seguito, lo vediamo affrontare una prova sicuramente più complessa delle precedenti, che gli permette di dimostrarsi abile nel passare dai momenti di dolcezza agli sguardi ed i sorrisi che celano il Male di cui il bambino è capace. La sua è una recitazione fatta di piccoli gesti, equilibrata ed efficace, che permette al personaggio centrale del film di funzionare e quindi di dare credibilità alla storia. Accanto ai tre ruoli principali, un cast ben assortito in cui è possibile ritrovare qualche altro volto familiare, come possono essere Joel Edgerton, Michael Rooker, Rekha Sharma (la Tory di Battlestar Galactica) o John Kapelos (apparso in molte produzioni televisive degli ultimi anni).
Non è, infatti, nel suo cast che Il respiro del Diavolo mostra i suoi lati meno riusciti, ma nel non sempre efficace equilibrio tra i suoi diversi aspetti e nel suo ritmo volutamente rarefatto che sfocia a tratti in una certa lentezza: il trentenne regista Stewart Hendler cerca di bilanciare gli elementi che richiamano film come Ransom - Il riscatto con quelli che rimandano ad un genere del tutto diverso che si rifà al filone dei film sui bambini che incarnano il Male, alla Il Presagio, ma il risultato è un film che stenta a trovare una propria identità forte ed originale, anche dal punto di vista stilistico, in bilico tra atmosfere e tempi del passato e look moderno. Non mancano elementi interessanti, dalla fotografia curata all'ambientazione opprimente ed al già citato cast, ma nel complesso manca qualcosa al film per decollare ed imporsi rispetto ad altre produzioni di genere degli ultimi anni.
Ciononostante, Il respiro del Diavolo resta una produzione godibile per gli amanti della tensione e per gli estimatori della Callies e di Holloway: questi ultimi in particolare non faranno fatica a ritrovare il ben noto ed amato Sawyer anche in questo ruolo per il grande schermo, che mantiene lo stesso efficace equilibrio tra durezza esteriore ed umanità.

Movieplayer.it

3.0/5