BlackBerry, recensione: la mela che uccise la mora

Recensione di BlackBerry, film di Matt Johnson che racconta nascita, successo e caduta del primo smartphone. La caducità della vita nella storia di come la mela ha ucciso la mora. In sala.

BlackBerry, recensione: la mela che uccise la mora

"Dio ci scampi! Siamo nelle mani degli ingegneri" dice il caosologo Ian Malcolm di Jeff Goldblum in Jurassic Park. Inutile il suo sdegno: per gran parte di ciò che riguarda la nostra vita è esattamente così. Il progresso tecnologico è in mano loro. La musica è diversa però se ci interroghiamo su come venga venduto questo progresso. Per rendere commerciale un'idea spesso non è sufficiente che sia forte e rivoluzionaria: ci vuole anche una storia dietro. E il carisma di chi la racconta. È proprio quello che viene mostrato nel film sulla storia del primo smartphone. Avete pensato subito a Steve Jobs e all'iPhone? Sbagliato! La recensione di BlackBerry è quasi un monito: a volte essere i primi in qualcosa non assicura vita eterna.

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Blackberry: un'immagine del film

Presentato in concorso a Berlino 2023, BlackBerry è nelle sale italiane dal 16 novembre. Tratto dal libro di Jacquie McNish e Sean Silcof Losing the Signal: The Untold Story Behind the Extraordinary Rise and Spectacular Fall of BlackBerry, è scritto, diretto e anche interpretato da Matt Johnson, canadese, proprio come gli inventori dello smartphone con la tastiera. Il regista si è ritagliato il ruolo di Doug Fregin, raccontato come il più nerd tra i nerd, che, negli uffici dell'azienda, organizzava sempre una serata cinema, venera Star Wars ed è il simpatico della coppia formata con Mike Lazaridis.

Lazaridis, interpretato da Jay Baruchel, tra i due, anche se aveva meno successo con le persone, almeno secondo quando vediamo nel film, è quello con l'idea geniale: creare un computer che fosse portatile, con cui poter anche telefonare. All'inizio fu preso per un folle: nessuno voleva puntare su questa idea. Poi però il destino gli ha fatto incontrare Jim Balsillie (Glenn Howerton), appena licenziato dall'azienda in cui lavorava. Laureato in economia e senza più un impiego, ha deciso di investire nel progetto, mettendo a disposizione di Fregin e Lazaridis un capitale di partenza. È nata così la Research In Motion (RIM).

Non siamo nella Silicon Valley

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BlackBerry: una scena del film

Non siamo nella Silicon Valley in BlackBerry. E si vede. Alle immagini pulite che potremmo aspettarci da un film sulla Apple, Johnson preferisce fotogrammi dalla grana grossa e vintage, facendo grande uso (anche troppo) di macchina a mano, come a volerci portare nel caos primordiale dove è nata questa idea rivoluzionaria. Idea che però non ha avuto solo Lazaridis: contemporaneamente stavano lavorando a un prodotto simile sia Samsung che la famigerata Apple di Steve Jobs. Proprio l'iPhone si può considerare, in un certo senso, l'assassino del BlackBerry. Laddove il primo smartphone era diventato famoso per la sua tastiera fisica, l'oggetto proposto dalla mela morsicata immaginava superfici lisce e riflettenti. Solo schermo, niente tasti.

Sta qui la parte più interessante del film: nonostante siano stati dei pionieri, il trio formato da Lazaridis, Fregin e Balsillie non è riuscito ad adattarsi al rapidissimo cambiamento tecnologico che li ha travolti. Il touch screen ha cambiato ancora una volta tutto, ma la mora non è stata brava a cambiare pelle tanto quanto la mela. Che poi si è presa tutto, imponendosi sul mercato e facendosi inseguire della concorrenza per anni. 
 Il fatto che il trio di BlackBerry non fosse altrettanto bravo nella comunicazione ha segnato la sua fine? Forse sì: chi sa far presa sugli altri riesce a capire meglio cosa cercano le persone, cosa vogliono. Soprattutto cosa vogliono farsi vendere. Il capitalismo non è fatto per chi sogna in una stanzetta. Giusto o sbagliato che sia, sapere questo aiuta a capire meglio il mondo in cui viviamo. E a comportarci di conseguenza. La mora ci è arrivata troppo tardi.

Conclusioni

Come scritto nella recensione di BlackBerry, il film di Matt Johnson racconta la nascita, ascesa e crollo del BlackBerry, il primo smartphone. Diventato un oggetto desideratissimo in poco tempo, si è visto presto sorpassare dall'iPhone di Apple, che, al posto della tastiera fisica, ha proposto il touch screen. Scritto, diretto e interpretato da Johnson, il film, presentato in concorso a Berlino 2023, racconta della velocità del mondo contemporaneo, diventato sempre più rapido insieme al progresso tecnologico. Un ritmo a cui non tutti riescono a stare al passo. Sicuramente non l'ormai estinto BlackBerry.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
3.9/5

Perché ci piace

  • L'idea di trasformare la storia del primo smartphone in una grande metafora dei nostri tempi.
  • Le interpretazioni del cast.

Cosa non va

  • L'uso eccessivo di macchina a mano stanca.
  • Il ritmo del film è altalenante.