An Unfinished Film, la recensione: la storia di un progetto maledetto

La recensione di An Unfinished Film, il documentario di Lou Ye presentato a Cannes 2024 e in arrivo in sala anche in Italia per Lucky Red.

An Unfinished Film, la recensione: la storia di un progetto maledetto

Un film non finito, una storia che sa di ritorno. In primo luogo perché il regista Lou Ye torna a Cannes quindici anni dopo aver vinto il premio per la miglior sceneggiatura per Spring Fever nel 2009; in secondo luogo perché il nuovo film, presentato come Special Screening all'edizione 2024 del festival francese, parte da un evento che crea un ritorno al passato. Potremmo dire che An Unfinished Film è la storia di un progetto maledetto, un racconto in parte personale, ma anche qualcosa di più ampio che ci riporta a un periodo difficile che tutti nel mondo abbiamo vissuto e che ha cambiato radicalmente il mondo contemporaneo.

Un progetto rimasto in sospeso

An Unfinished Film
Un'immagine del film

Siamo nel 2019. Un anno che fa scattare un campanello d'allarme appena lo leggiamo nella didascalia che apre An Unfinished Film: Xiaorui e il suo team stanno per riaccendere un computer di dieci anni prima e sono emozionati dal sapere cosa scopriranno. E quello che scoprono è il girato di un film che stavano realizzando all'epoca, che è rimasto incompiuto. Colpito in particolare dalla freschezza di un paio di sequenze che coinvolgono una coppia gay, Xiaorui si sente in dovere di completare quell'opera, di chiudere quel lavoro lasciato colpevolmente in sospeso, e coinvolge i collaboratoti dell'epoca per tornare all'opera, anche se nel frattempo le vite di tutti loro sono andate avanti e hanno preso strade differenti. Una volta sul posto, però, nelle vicinanze di Wuhan, il gruppo si trova coinvolto in qualcosa di inatteso, impossibile da prevedere, di mai vissuto prima: il Covid.

Vite in sospeso

La realtà subentra alla costruzione narrativa, si fonde con essa, si accavalla in una sorta di documentario sui generis che ci immerge nella realtà del gennaio 2020, quando il Covid esplodeva in Cina, in un momento in cui qui da noi appariva ancora lontano. Come l'il film incompiuto da cui parte la storia, anche le loro vite restano in sospeso perché il gruppo viene messo in lockdown come tutta la popolazione. La loro unica finestra sul mondo diventa lo schermo, del cellulare o del computer, attraverso il quale conoscere ciò che sta accadendo e rimanere in contatto tra loro, con videochiamate, chat di gruppo. Momenti di noia, momenti di ansia, attimi di depressione e di sgomento: Lou Ye ci fa vivere ciò che sta accadendo attraverso lo sguardo filtrato da schermi dei suoi personaggi, mostrandoci documenti reali e preziosi di quel periodo che tutti abbiamo conosciuto.

Un momento che tutti ricordiamo

An Unfinished Film
An Unfinished Film: una foto del film

Siamo a gennaio e poi a febbraio 2020. A schermo passano date che ci stupiscono, perché sono precedenti a quando noi siamo stati travolti dalla pandemia a inizio marzo. Anche per questo An Unfinished Film ci stupisce e diventa prezioso: esistono altri documentari sul Covid, anche della situazione cinese, ma l'operazione portata avanti da Lou Ye è diversa, è più personale e intima, è accompagnata da riflessioni sull'arte e sul dovere, dalle reazioni e sensazioni dei personaggi che animano il racconto. Si alternano immagini dolorose e drammatiche, ma anche sprazzi di gioia liberatoria come per il Capodanno Cinese. Fino ad arrivare al momento in cui viene revocato il lockdown e si commemorano le vittime della pandemia, quando si può tornare in strada. Attimi che abbiamo vissuto anche noi, ma da prospettiva diversa, che fanno riecheggiare sensazioni che ci siamo lasciati alle spalle, ma sono ancora vive e presenti nella nostra memoria.

Conclusioni

An Unfinished Film di Lou Ye riesce sia a raccontare qualcosa di molto personale, che di universale, con cui tutti possiamo entrare in sintonia. È una finestra su un momento che tutti conosciamo, ma visto da una prospettiva diversa, in parte inedita, che ci fa tornare a quei momenti in maniera diversa. Un film intimo, che parte dal passato e sa riflettere su un presente che non sarà più lo stesso.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • Lo spunto di partenza, che riflette su una situazione di vita ordinaria e artistica.
  • La riflessione, personale, sull’arte, sul dovere
  • Raccontare Wuhan in modo diverso, dall’interno e con esperienza diretta.
  • La fusione delle due anime del film…

Cosa non va

  • … che però potrebbero non convincere tutti.